Rivista "IBC" XVII, 2009, 1
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / immagini, pubblicazioni, storie e personaggi
Hanno il sorriso e la malinconia è uno Spoon River delle nostre montagne. Nismozza è una frazione di Busana, paese dell'Appennino reggiano, sulla Statale 63 per il Passo del Cerreto. In questa frazione c'è il cimitero dalle cui lapidi Maria Rosa Manari, l'autrice, trae spunto per raccontare le storie di questo libro. Storie della sua gente, visto che lei è nata a Busana ed è la nipote di Amanzio Fiorini, fotografo e orologiaio il cui lavoro ha consentito di costruire una straordinaria memoria iconografica, che è conservata in un fondo privato e della quale alcune immagini sono giunte fino a riviste internazionali come "Time" e "Life". Il titolo del libro è una citazione di Hilaire Belloc, il narratore inglese che nei primi del Novecento aveva avuto la ventura di vivere un po' di tempo da queste parti.
Sono storie potenti, quelle raccontate dall'autrice, intessute di una malinconia che sfocia in un sobrio lirismo e che allo stesso tempo ci consentono di comprendere il clima sociale e politico di un'Italia per molti aspetti, ormai, dimenticata. Perché i personaggi che s'intrecciano in questo libro, di volta in volta protagonisti o comprimari di vere e proprie saghe familiari, si muovono nell'Italia rurale dei primi del Novecento, scossa da intensi movimenti sociali ma allo stesso tempo fortemente legata alle tradizioni, soprattutto in zone, come questa, più lontane dai grandi centri abitati. Si avverte quindi la fatica del mondo contadino, tanto più in una terra dura come poteva essere l'Appennino reggiano dei primi del Novecento, con la dolorosa necessità dell'emigrazione e il trascorrere del tempo nella cadenza della ritualità religiosa.
Attraverso le individualità raccontate in questo libro si legge l'universalità dei sentimenti, e in questo senso il cimitero di Nismozza diviene la proiezione simbolica, la rappresentazione paradigmatica del legame dell'uomo con la sua terra, con il luogo di nascita, perché anche chi emigra, e sta lontano da casa per una vita, poi, alla fine, torna. Anche il paesaggio assume un ruolo determinante nel racconto, con la sua asprezza e con il suo rigore, arrivando quasi a definirne la cifra stilistica e a scandire il ritmo della narrazione; contribuendo, in ogni caso, a dare forza e spessore a personaggi per i quali l'amore per la propria terra d'origine è, prima di tutto, un tratto dell'identità.
R. M. Manari, Hanno il sorriso e la malinconia, Reggio Emilia, Aliberti Editore, 2008, 156 pagine, 15,00 euro.
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