Rivista "IBC" XVI, 2008, 4

Dossier: ER_METE - Emilia-Romagna_MEmoria TEatrale

biblioteche e archivi, dossier /

Reti documentarie e spazi della memoria teatrale: il progetto 'ER_METE'

Vincenzo Bazzocchi
[IBC]

La produzione di teatro e danza

L'offerta teatrale in Emilia-Romagna si contraddistingue da oltre un trentennio per una ricca gamma di proposte, che si esprimono in diversi generi e forme di spettacolo, caratterizzate da una consolidata articolazione territoriale e da una consistente affluenza di pubblico. Sono attive in regione importanti organizzazioni come l'ATER - Associazione teatrale Emilia Romagna, l'ERT - Emilia Romagna Teatro e la Fondazione nazionale della Danza, che contribuiscono a qualificare il sistema teatrale regionale, dalla cui azione viene a essere favorito anche lo sviluppo di molte compagnie, associazioni, fondazioni, nelle loro molteplici attività di formazione, ricerca, promozione e organizzazione di eventi.1

Tra i festival, "Santarcangelo dei teatri" (festival internazionale di teatro contemporaneo), "Arrivano dal Mare" (festival internazionale di burattini e marionette), la rassegna di "Ravenna festival", i confronti a livello europeo del "Teatro Festival Parma", le stagioni di "Reggio Emilia Danza", sono tutte manifestazioni - alcune di rilievo internazionale - organizzate e ospitate in regione. Senza contare l'ampia diffusione di luoghi di spettacolo e di teatri anche storici, questi ultimi censiti a più riprese dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) a partire dai primi anni Ottanta, in quanto testimonianza del patrimonio artistico e architettonico ma anche delle profonde tradizioni teatrali.2

Infine "la presenza di corsi universitari (DAMS - Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo) e l'impegno pubblico in specifici programmi di formazione" - come afferma il Programma regionale in materia di spettacolo per il triennio 2006-2008 - "contribuiscono all'alto livello qualitativo di artisti, tecnici e personale organizzativo delle imprese e delle istituzioni di un settore che conta diecimila occupati".3


La documentazione

A conferma di questa ricchezza della fase di produzione (spettacoli, eventi, manifestazioni, progetti, eccetera) fa da riscontro, non sempre specularmente, anche un'accumulazione diffusa dei materiali che, attestando l'operare artistico e la documentazione delle attività, si sedimenta in una varietà di spazi della memoria,4 includendo le più recenti memorie digitali. Nel corso del tempo, le diverse "pratiche di iscrizione" (strumenti per immagazzinare informazioni, come per esempio le fotografie, gli indici, le videoregistrazioni, eccetera) lasciate dalle diverse forme espressive e artistiche si sono differenziate in una molteplicità di supporti, formati e tecnologie che hanno imposto i loro vincoli alle forme organizzative di conservazione nei diversi contenitori.

Il rapporto che si istituisce tra modalità di formazione delle raccolte e istituzioni deputate alla loro conservazione non è univoco né lineare, piuttosto è il risultato storico e culturale della progressiva formazione in sfere autonome dei processi di produzione, riproduzione e consumo delle arti della scena. Così buona parte della documentazione teatrale - insieme: espressione artistica, prodotto imprenditoriale, bene culturale - resta spesso, ma non esclusivamente, associata al luogo di produzione, cioè al contenitore teatrale.

Questo non riesce a offrire, nella maggior parte dei casi, una conservazione stabile e un'adeguata archiviazione alle testimonianze dell'attività spettacolare, almeno a partire da quando, alla fine dell'Ottocento, più avvertita è stata l'esigenza di conservare le fonti potenziali di una conoscenza storica. A maggior ragione tale considerazione vale per i soggetti di produzione della documentazione teatrale che non abbiano luoghi definiti, come per esempio le compagnie.


I contenitori della memoria

Del teatro in quanto manifestazione pubblica possediamo senza dubbio un'ampia e diffusa documentazione, spesso però frammentata e dislocata presso differenti istituzioni culturali o altri contenitori di gruppi, associazioni e compagnie privati. Già a una prima ricognizione, la nostra regione appare fra le prime in Italia per ricchezza di fondi teatrali: sono circa una cinquantina gli istituti che conservano e gestiscono raccolte teatrali. Tale ricca sedimentazione, tuttavia, rivela uno scarto tra la ricchezza dei documenti conservati nei vari istituti culturali e la relativa esiguità delle informazioni presenti in rete.

La maggioranza dei testi di pertinenza teatrale (in formato cartaceo) sono reperibili all'interno delle biblioteche, ma queste non si preoccupano per lo più di conservare i copioni, i testi usati dagli attori o dal regista di una messa in scena, particolarmente interessanti perché spesso dotati di annotazioni. Le biblioteche, attente allo specifico letterario, non sempre raccolgono altri materiali come le locandine, i manifesti, i programmi di sala, i modellini delle scenografie, gli attrezzi e gli accessori. Anche materiali più recenti come i video, i DVD, le pubblicazioni on-line, sono - ma solo in parte - conservati nei centri di documentazione, negli archivi teatrali e nelle videoteche.

Ciò che manca in generale è una cultura di conservazione dei materiali teatrali. Questo è vero sia per ciò che riguarda le forme di conservazione di quanto in passato è già stato raccolto o "selezionato" (e archiviato o organizzato), sia per i modi e i tempi di selezione di quanto si va producendo. Si fa strada infatti, tra gli addetti ai lavori, la convinzione che si debba attenuare la netta separatezza tra il momento in cui gli archivi si vanno formando e il momento in cui essi sono oggetto di intervento, anche per mantenere nel tempo, di fronte a nuovi supporti e tecnologie mediali, la possibilità di essere recuperati, letti e consultati.


Un'indagine preliminare

È indispensabile, quindi, avviare un'indagine esauriente delle raccolte teatrali che dia conto della varietà dei materiali, delle sedi, delle forme di gestione delle raccolte ma anche dei nuclei sparsi presenti sul territorio regionale. Da una prima ricerca effettuata dall'IBC nel 2004 è emersa una notevole disomogeneità in riferimento soprattutto alla conoscenza delle localizzazioni, delle quantità dei documenti e dei generi.5 In particolare, dall'indagine, è risultata una scarsa conoscenza di alcuni tipi di documenti, come le recensioni, le partiture teatrali, le scenografie, i costumi, gli oggetti (strumenti, attrezzi), che sono i più tipici e distintivi delle arti sceniche, cioè quelli dotati di una maggiore capacità di documentazione dell'operare scenico.

I documenti teatrali possono essere contenuti nei vari istituti culturali in diverse modalità di aggregazione:

· singoli documenti sparsi nelle raccolte generali;

· nuclei di documenti che fanno parte di raccolte speciali;

· veri e propri fondi particolari tematicamente o nominativamente individuati.


I contenuti delle raccolte

I vari istituti culturali non sempre descrivono e gestiscono tali informazioni in modo coerente e uniforme. Anche le pagine che presentano i siti delle istituzioni culturali informano su alcune raccolte, ma non sono né esaurienti né sufficientemente affidabili, né necessariamente costituiscono le risorse più rilevanti. E comunque, per il particolare carattere dell'informazione digitale, si tratta di risorse instabili, visti i frequenti cambiamenti di indirizzo elettronico, di contenuto, di formato, eccetera.

La conoscenza tematica del patrimonio teatrale, data la prevalente dispersione dei materiali e la tradizionale frammentarietà dei legami documentari anche all'interno di uno stesso istituto, resta così un'eccezione. Perciò è indispensabile intraprendere un'azione di salvaguardia di un bene culturale da valorizzare secondo standard coerenti, autorevoli e condivisi, con la promozione di servizi di accesso a tali fonti di conoscenza, anche in funzione, da un lato, di una diffusione della cultura dello spettacolo dal vivo, e, dall'altro, di poli di attrazione per la ricomposizione fisica oltre che virtuale delle reti documentarie e informative.


Gli obiettivi del progetto

Il progetto "ER_METE - Emilia-Romagna_MEmoria TEatrale", presentato in queste pagine, ha lo scopo di favorire la ricomposizione della frammentarietà che caratterizza la documentazione teatrale, e comunque di incrementare la conoscenza delle raccolte attraverso la qualificazione dell'offerta di servizi di accesso pubblico anche in forma digitale. L'obiettivo è costituire un'area di cooperazione tra istituti culturali, organizzare le risorse informative on-line di interesse teatrale, e disporre quindi di uno strumento per l'accesso integrato alle collezioni fisiche e digitali, rendendo possibile la creazione di una rete di connessioni fra documenti e risorse, unità documentarie logicamente correlate e informazioni che resterebbero altrimenti separate. L'attuazione del progetto implica la definizione di metodologie comuni e ambiti operativi per la formazione di spazi della memoria teatrale in grado di organizzare la ricomposizione e la coerenza delle sue reti documentarie.

L'azione prevede quindi una serie di obiettivi specifici:

· la realizzazione di una mappa dei luoghi di conservazione del patrimonio teatrale con l'individuazione dei materiali di interesse delle arti sceniche conservati negli istituti tradizionali (biblioteche, archivi, musei, mediateche, centri di documentazione) o negli "archivi teatrali" (o di festival e rassegne di arti sceniche e visive), e di quelli appartenenti a compagnie, associazioni, gruppi, singoli artisti;

· l'invito - rivolto alle compagnie teatrali (danza, marionette, eccetera), quali soggetti produttori di documentazione teatrale originale (e spesso introvabile) - a depositare i materiali attinenti alle loro attività presso i centri più idonei e territorialmente pertinenti;

· il riordino e la catalogazione delle raccolte di maggior interesse individuate, con particolare riferimento a quelle degli ultimi decenni.

· il potenziamento del portale "Arti sceniche" e l'inserimento nella banca dati del sito web "Cartellone" di un link al portale stesso.6


Le modalità di attuazione

La realizzazione del progetto si inserisce in una linea di continuità e di evoluzione con precedenti iniziative e interventi attuati dall'IBC. Il primo intervento - nell'ambito di una convenzione tra IBC, Regione Emilia-Romagna ed Ente teatrale italiano (ETI) - riguardava la progettazione di un catalogo collettivo delle videoteche teatrali (da realizzarsi in Emilia-Romagna, poi da estendere a livello nazionale), che ha consentito, tra l'altro, la pubblicazione delle Norme di descrizione dei video teatrali elaborate da un gruppo di lavoro coordinato dall'IBC e la costruzione di un Thesaurus teatrale (in draft) costituito da oltre 1300 tra termini preferiti e non preferiti.7

Il secondo intervento riguardava la partecipazione al progetto comunitario "Terpsychore" sulla salvaguardia del patrimonio audiovisivo della danza in Europa, che ha consentito all'IBC di realizzare, oltre al riversamento di materiali film e video a rischio di deterioramento, la banca dati sulle videoteche di danza in Europa e il prototipo di un OPAC (On-line Public Access Catalogue) delle raccolte degli enti partecipanti (Deutsches Tanzfilm Institut di Brema, il Vlaams Theater Instituut di Bruxelles e Napolidanza di Napoli, I Teatri di Reggio Emilia).

Il terzo è la realizzazione del citato "portale" tematico di accesso ai contenuti e alle istituzioni relative alle "Arti sceniche" (si veda la nota 6), costituito da un repertorio di risorse di rete (cioè link a luoghi teatrali, festival, compagnie di danza, di prosa, di teatro di figura, altri portali, eccetera) e un metamotore di ricerca con cui è possibile interrogare simultaneamente, tramite un'interfaccia unica e una presentazione unificata dei risultati della ricerca, i cataloghi del patrimonio teatrale regionale e non (cataloghi bibliotecari collettivi, cataloghi dei musei, cataloghi speciali, archivi OAI, eccetera). È possibile poi, tramite un sistema di linking dinamico, arricchire i risultati della ricerca con una serie di servizi correlati al documento individuato (full text, table of content, abstracts, estensione della ricerca ad altri motori di ricerca, servizi di document delivery e di inter library loan, e alla banca dati "Cartellone" sugli spettacoli teatrali in Emilia-Romagna).8

Rispetto al progetto "ER_METE", il portale "Arti sceniche" viene così a costituire lo strumento d'accesso specifico e privilegiato ai fondi riordinati e catalogati nell'ambito del progetto stesso. In particolare, poi, "ER_METE" eredita dai tre progetti precedenti alcuni strumenti di conoscenza quali:

· la predisposizione di norme di descrizione e indicizzazione dei documenti teatrali nonché alcune specifiche del programma applicativo (Sebina) con l'indicazione per i documenti audiovisivi dei dati di "rappresentazione/registrazione" gestiti attraverso campi ad hoc nei quali inserire: stato, città, teatro, occasione, periodo della rappresentazione teatrale e/o della sua registrazione;

· la banca dati sulle videoteche di danza in Italia;

· una prima ricognizione sulle raccolte e sui siti web teatrali in Emilia-Romagna, compresa la conoscenza di alcune collezioni digitali di interesse teatrale rilevate nell'ambito del censimento "MICHAEL".9


Gli ambiti di realizzazione

Nell'attuazione del progetto sono state definite alcune priorità, mirate a salvaguardare la memoria del fatto teatrale nel suo complesso. Si è scelto di procedere al lavoro di riordino e catalogazione dei materiali afferenti a tre archivi importanti, per ragioni e aspetti diversi. Ragioni legate alla produzione di una pluralità di forme artistiche ed estetiche nel caso dell'ERT, all'attività di programmazione annuale di un teatro storico nel caso del Bonci di Cesena e infine all'esperienza di un festival rivolto al teatro contemporaneo e sperimentale nel caso di "Santarcangelo dei Teatri". In secondo luogo si tratta prevalentemente di materiale autoprodotto relativo a registrazioni di spettacoli dal vivo che, in quanto tali, necessitano di informazioni aggiuntive sull'evento.

La catalogazione dei materiali dovrà consentire quindi, a seconda dei casi, l'identificazione delle produzioni teatrali, delle edizioni del festival o ancora delle stagioni teatrali, e, all'interno di queste, l'identificazione dei singoli spettacoli rappresentati, al fine di descrivere puntualmente questi elementi e favorirne l'accesso attraverso una molteplicità di canali di ricerca.

Per ottenere questi obiettivi occorre, dunque, legare i singoli documenti a un'entità catalografica di raggruppamento alla quale collegare i materiali che documentano una stessa edizione di festival, o una produzione, o una stagione teatrale. In ogni caso, per la descrizione dei singoli materiali si prende a riferimento lo standard ISBD (NBM) - International Standard Bibliographic Description (Non Book Material) - opportunamente adattato per manifesti, locandine o altri materiali minori. Per quanto riguarda i documenti audiovisivi si è tenuto presente il recente manuale d'uso emesso in versione draft dall'Istituto centrale per il catalogo unico: La catalogazione del materiale video in SBN.10


I risultati attesi

Riassumendo i risultati attesi dai diversi beneficiari finali, i teatri, innanzitutto, potranno avere garanzia di una coerente organizzazione della documentazione conservata in archivi riordinati e immediatamente consultabili in rete. Gli istituti culturali (biblioteche, archivi, musei) potranno ottenere sia una individuazione certa dei materiali posseduti, e quindi una migliore conoscenza della loro stratificazione, sia la possibilità di far emergere l'autonomia tematica di ulteriori informazioni e conoscenze.

L'IBC potrà dare continuità all'attività di valorizzazione dei beni culturali con un progetto ad hoc per l'individuazione e la tutela di un patrimonio culturale specifico, conservato e catalogato secondo standard appropriati e autorevoli, e consultabile tramite servizi integrati di accesso. Gli utenti infine (artisti, studiosi, addetti ai lavori o pubblico in generale), a partire dalla ricomposizione delle reti documentarie teatrali, potranno costruire i percorsi di conoscenza più idonei ai loro diversi profili di ricerca.


Note

(1) P. Zucco, Ricognizione sui siti web di organizzazioni teatrali della regione Emilia-Romagna, in V. Bazzocchi, A. Bertoni, P. Zucco, Arti sceniche: organizzazione delle informazioni e accesso integrato, "IBC", anno XII, 2004, 3, pp. 19-23.

(2) Si vedano in particolare: Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, a cura di L. Bortolotti, Bologna, Grafis, 1995; e L. Bortolotti, Teatri storici? È di scena il restauro, "IBC", X, 2002, 3, pp. 47-54.

(3) Si veda il "Programma regionale in materia di spettacolo ai sensi della Legge regionale 13/99 - articolo 5. Obiettivi, azioni prioritarie e procedure per il triennio 2006-2008" (www.regione.emilia-romagna.it/wcm/ERMES/Canali/tempo_libero/cultura/prosa.htm).

(4) A. Assmann, Ricordare. Forme e mutamenti della memoria culturale, Bologna, il Mulino, 2002.

(5) A. Bertoni, Raccolte teatrali e OPAC in Emilia-Romagna (e in Italia): una prima ricognizione, in V. Bazzocchi, A. Bertoni, P. Zucco, Arti sceniche: organizzazione delle informazioni e accesso integrato, "IBC", XII, 2004, 3, pp. 17-19.

(6) Per il Portale "Arti sceniche: risorse digitali e servizi in rete": www.ibc.regione.emilia-romagna.it/wcm/ibc/menu/dx/05portali/portali/arti_sceniche.htm; per il sito web "Cartellone": www.cartellone.emr.it.

(7) Le Norme sono state pubblicate nella rivista "L'Informazione Bibliografica" edita dal Mulino (XXIII, 1997, 2): www.mulino.it/rivisteweb/scheda_articolo.php?id_articolo=3027; sul Theasaurus si veda il dossier: Messinscena... in video e in linea, a cura di V. Bazzocchi, "IBC", IX, 2001, 3, pp. 65-76.

(8) V. Bazzocchi, Documenti e risorse teatrali on-line: un link comune, in V. Bazzocchi, A. Bertoni, P. Zucco, Arti sceniche: organizzazione delle informazioni e accesso integrato, "IBC", XII, 2004, 3, pp. 12-17.

(9) Le schede descrittive di tutte le collezioni digitali sono ora pubblicate, con i link ai relativi URL, nel portale "MICHAEL Italia" (www.michael-culture.it). Inoltre si veda la pubblicazione: MICHAEL. Le collezioni digitali europee. Esperienze, progetti e politiche locali, a cura di V Bazzocchi, supplemento di "IBC", XV, 2007, 4.

(10) Il Manuale, in versione draft, è pubblicato sul sito dell'ICCU: www.iccu.sbn.it/upload/documenti/Guida_Video.pdf?l=it.

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