Rivista "IBC" XVI, 2008, 2
musei e beni culturali / mostre e rassegne, restauri, pubblicazioni
"Arte gotica a Imola" è il titolo della mostra allestita nel Museo e nella chiesa di San Domenico, e nell'ex chiesa inferiore di San Francesco, ora Biblioteca comunale, grazie al patrocinio delle Soprintendenze per i beni architettonici e per il patrimonio storico e artistico di Bologna, dell'Istituto regionale per i beni culturali e della Provincia. L'esposizione, a cura di Claudia Pedrini, invita a un percorso alla scoperta del volto gotico della città, dove influssi artistici diversi, marchigiani, bolognesi, veneti, toscani, si incontrarono con la parlata locale, producendo una stagione artistica originale. Una civiltà figurativa "nascosta", occultata nel tempo sotto strati di biacca, ma della cui esistenza la storiografia moderna era persuasa.
"Imola dovette essere piena di pitture del Trecento, nelle sue molte chiese romaniche e gotiche distrutte [...]. Romeo Galli mi assicura di conoscere i nomi di una sessantina di pittori. C'è da sperare che qualche muro cavo, qualche intonaco nascondano insospettate pitture trecentesche". Così rifletteva tra sé Alberto Graziani, l'allievo imolese di Roberto Longhi, nel suo commento alla Guida di Rezio Buscaroli. Era il 1940: l'anno del primo censimento del patrimonio gotico locale, avviato, per via di deduzioni, a partire dalla Madonna dell'Umiltà, già in casa Zampieri (opera perduta), e dalla lettura precoce delle decorazioni della cappella delle Laudi in San Nicolò e San Domenico. Poi, per mezzo secolo, più nulla.
Finalmente, tra il 1989 e il 2007, il restauro degli edifici tardomedioevali promosso dalla Soprintendenza per i beni architettonici di Bologna, dal Comune e dai Musei civici di Imola disperdeva il cono d'ombra gettato dall'interesse esclusivo per la signoria dei Riario Sforza sull'epoca degli Alidosi (1334-1448), quando la città si dotò di un patrimonio artistico che ora ritornava in luce, apparendo molto simile a quello "immaginato" da Alberto Graziani. Dai lavori emergevano inedite superfici dipinte. Straordinari i ritrovamenti nell'ex chiesa inferiore di San Francesco: uno spazio negato, per gli usi commerciali del fronte lungo la via Emilia, corrispondente alle campate dell'antica navata, ma adesso una sorpresa, perché in quel complesso di edifici sovrapposti come nella chiesa assisiate (modello assunto raramente dall'architettura dell'ordine) sono state rinvenute opere pregevolissime, celate per secoli sotto la pesante imbiancatura.
Particolarmente interessanti gli affreschi della cappella maggiore, ultimata verso il settimo decennio del Trecento. La presenza di pitture murali nell'ex chiesa inferiore fu confermata, nel 1982, dalle immagini che affioravano sotto le pareti di un negozio di cartoleria, che da tempo utilizzava la struttura. Splendido l'affresco con la Madonna della Misericordia con angeli musicanti e i santi Francesco e Biagio (circa 1360): una presenza insolita nel panorama emiliano-romagnolo, che rivela, per Alessandro Volpe, l'intervento di un maestro marchigiano di cultura tardogotica. La stessa che si legge nelle scene affiorate sulla parete destra (L'ultima cena del Cavaliere di Celano) e sul catino absidale (I Quattro Evangelisti).
Dopo il restauro della chiesa inferiore, altri capolavori sono emersi nella cappella delle Laudi in San Domenico (Sant'Orsola), grazie al ripristino promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola e dalla parrocchia dei Santi Nicolò e Domenico (2002-2004), e nella Sala del Capitolo del complesso di San Domenico, con un'Imago pietatis databile agli anni Trenta del Trecento, tornata in luce nel corso del cantiere voluto dai Musei di Imola e dal Settore opere pubbliche di quel Comune.
Doverosa, a questo punto, una mostra che rendesse conto di tanti inediti ritrovamenti. Perciò, accanto ai cicli pittorici francescani e domenicani, visitabili sul luogo, il percorso espositivo ha proposto presso il Museo di San Domenico una selezione di opere eseguite in un arco cronologico compreso tra il 1330 e il 1450: tavole, miniature, oreficerie e ceramiche che illustrano compiutamente e per la prima volta il panorama artistico imolese dell'età gotica. Commentato, nel catalogo della mostra, da saggi della curatrice, di Alessandro Volpe, di Tiziana Lazzari, di Claudia Baroncini, Tiziana Contri, Claudio Negrelli e altri esperti di settore.
Arte gotica a Imola. Affreschi ritrovati in San Francesco e in San Domenico, a cura di C. Pedrini, Imola (Bologna), Editrice La Mandragora, 2008, 265 pagine, 30 euro.
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