Rivista "IBC" XVI, 2008, 1

territorio e beni architettonici-ambientali / convegni e seminari, pubblicazioni

Storia e Ambiente, a cura di A. Varni, Bologna, Bononia University Press, 2007.
Storia chiama Ambiente

Piero Orlandi
[IBC]

Dal 21 al 24 settembre 2006 - su iniziativa del Consorzio Università-Città di Bologna e organizzazione del suo presidente, Angelo Varni - ebbe luogo una serie di nove lezioni magistrali raccolte sotto il titolo "Storia e Ambiente", dedicate dunque a mettere in luce "il rapporto tra eventi socioculturali e trasformazioni del quadro ambientale con le reciproche conseguenti interazioni e influenze". Ora la Bononia University Press pubblica i testi delle lezioni.

Nel volume, Giuseppe Galasso, che fu sottosegretario al Ministero per i beni culturali alla metà degli anni Ottanta, racconta la genesi della legge che nel 1985 istituì i piani paesistici regionali, e la inquadra nello sviluppo delle azioni normative di tutela dello scorso secolo, a partire dal suo primo decennio. Ambiente e paesaggio, come ricorda Franco Farinelli, sono quasi la stessa cosa, a seconda che si voglia sottolineare la componente estetica o quella politica del complesso di elementi naturali e antropici che entrambi i concetti contengono. Prevalente, per esempio, è la dimensione politica delle grandezze che John McNeill enumera per descrivere i cambiamenti ambientali intercorsi tra gli anni Novanta dell'Ottocento e del Novecento: se il fattore di accrescimento della popolazione è 4 e di quella urbana 13, l'uso delle risorse idriche è a 9, l'uso dell'energia a 14, le emissioni industriali a 40 e così via.

Valerio Castronovo spiega il ruolo dell'elettrificazione nella seconda rivoluzione industriale, tra fine Ottocento e inizio del Novecento, e segnala le ragioni per cui, tuttavia, non le è stato riconosciuto un valore simbolicamente dominante, poiché l'Ottocento è stato detto il secolo del vapore e il Novecento quello dell'automobile. Ma come le tecnologie innovative influiscono sull'ambiente, così purtroppo accade con le catastrofi naturali e le epidemie: la cosiddetta "morte nera", che sconvolse il continente eurasiatico alla metà del secolo XIV, si diffuse in modo tanto repentino da essere paragonabile a una esplosione nucleare, sia per le conseguenze immediate che per quelle remote, come spiega Franco Cardini nella sua lezione. E Michel Delon esamina alcune descrizioni letterarie del terremoto di Lisbona del 1755, dando così il senso evidente del contributo che la letteratura può dare, anche a distanza di decenni, su alcuni fatti storici che hanno lasciato tracce memorabili sull'ambiente.

L'architettura è per natura la disciplina che trasforma il territorio, l'ambiente, il paesaggio, e partendo da un dato equilibrio ne crea di nuovi; pertanto, plasma la storia. Questo dice Mario Botta, l'architetto ticinese che in Italia è noto soprattutto per il progetto del Museo d'arte moderna e contemporanea di Rovereto (Trento) e, più recentemente, per il restauro e l'ampliamento del Teatro alla Scala. L'architettura, dice Botta, è lo specchio della società che la produce, è la memoria del proprio tempo. L'architetto è chiamato a interpretare il luogo in cui si situa il suo progetto, facendo uso anche di ciò che esso è stato nel passato. Completano il volume il testo di Ezio Raimondi - che partendo da Rabelais e Cervantes riconosce come il sentimento proprio della modernità sia la capacità di intendere in modo nuovo il tempo e lo spazio, un modo che rende estraneo l'uomo alla natura e che ben si esemplifica nella sensazione di "snaturamento" a cui dà nome Leopardi - e l'intervento di Daniel Roche, che esamina gli effetti della cultura del viaggio sviluppatasi nel XVIII secolo sull'evoluzione dei sistemi stradali europei coevi.


Storia e Ambiente, a cura di A. Varni, Bologna, Bononia University Press, 2007, 111 pagine, 25,00 euro.

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