Rivista "IBC" XV, 2007, 2
Dossier: Sulla Linea della storia
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier / progetti e realizzazioni, leggi e politiche
Verso la fine dell'estate del 1944, al sopraggiungere del fronte in Romagna, l'esercito tedesco requisiva tutti gli edifici pubblici e privati per allestirvi punti di osservazione, postazioni contraeree e di artiglieria e contrastare, così, l'avanzata alleata. A Castiglione, nella zona collinare tra Forlì e Faenza, gli abitanti della zona abbandonarono le proprie case e tentarono di trovare rifugio lungo il rio Cosina, utilizzando i particolari affioramenti di roccia gialla di cui la zona era ricca. La caratteristica dell'arenaria, per lo più sabbiosa e poco cementata, permise di scavare in poco tempo decine di grotte, sostenute da robuste architravi anticrollo là dove la roccia presentava strati particolarmente compatti. Dallo scavo principale, costruito a staffa di cavallo e con due aperture verso l'esterno per garantire una via d'uscita, partivano delle cavità laterali a fondo cieco che ospitavano singole famiglie, mentre il corridoio centrale era costellato di piccole nicchie per le lucerne, mensole, fori e ganci per rendere confortevoli i rifugi. Centinaia di civili, provenienti anche dalle località vicine di Forlì e Faenza, utilizzarono queste grotte fin dopo il passaggio del fronte nel novembre del 1944: erano sinistrati che avevano avuto la propria casa distrutta dai bombardamenti o sfollati che vivevano nell'incertezza sulle sorti del conflitto, che si concluse definitivamente nel maggio 1945 con la resa delle truppe tedesche in Italia.
Abbandonate con la fine del conflitto e dimenticate per sessant'anni, solo in occasione di alcuni sopralluoghi per definire l'istruttoria di una pratica di cava, presentata dalla proprietà del terreno, gli abitanti della zona hanno ricordato ai tecnici dell'Ufficio geologico del Comune di Forlì l'esistenza delle grotte e la necessità di non cancellare una traccia così suggestiva e importante per la memoria storica di quel territorio. Per scongiurare questo pericolo, nel febbraio del 2006 si è costituita l'Associazione culturale "Amici di Castiglione", che fin da subito, per sensibilizzare adulti e ragazzi nei confronti della realtà storico-naturalistica delle grotte, ha indetto conferenze presso diverse circoscrizioni e tenuto lezioni in alcune scuole elementari e medie forlivesi. Nel maggio 2007, a Forlì, sono stati organizzati un convegno e una mostra sul tema (www.castiglione.biz).
Dal settembre del 2006 l'Associazione ha collaborato al progetto di tesi in composizione architettonica condotto dalla studentessa Valentina Corzani, laureanda presso la Facoltà di architettura "Aldo Rossi" dell'Università di Bologna, sede di Cesena. Due gli obiettivi della ricerca: formulare un progetto di salvaguardia e ripristino dei rifugi di Castiglione e ipotizzare l'allestimento di un'area museale che risponda alle potenzialità del sito e che sia coerente con le indicazioni fornite dai principali attori interessati: il Comune di Forlì, l'Associazione culturale "Amici di Castiglione", l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, l'Istituto per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea della Provincia di Forlì-Cesena, il WWF Italia e gli abitanti del Comune di Forlì.
La progettazione partecipata, un traguardo spesso difficile da raggiungere, sembra possibile in questo particolare contesto, che vede come principali protagonisti un gruppo di residenti molto sensibili alla salvaguardia del luogo, un'amministrazione comunale disponibile a coinvolgere la comunità nel progetto di recupero, incluse classi di studenti e insegnanti interessati. Il ruolo della laureanda all'interno dei laboratori di progettazione partecipata è consistito soprattutto nel catalizzare, mediare e sostenere le richieste della cittadinanza, per convogliare le indicazioni raccolte tramite questionari appositamente predisposti, apportando una prospettiva basata su principi di ecosostenibilità, di progettazione urbana e architettonica.
Nel corso di questa esperienza si è cercato, in primo luogo, di censire l'opinione degli enti coinvolti attraverso il dialogo con alcuni funzionari pubblici e, contemporaneamente, si è svolto un sondaggio sull'opinione degli abitanti della zona e di Forlì con la diffusione di un questionario a risposta multipla e aperta, redatto in modo da comprendere quale valore riconoscessero all'area le persone interpellate, quali problematiche avvertissero e quali soluzioni auspicassero. Dai questionari compilati è emerso il sostegno e l'interesse dei cittadini per un progetto che fosse il frutto della collaborazione di enti diversi, della Facoltà di architettura di Cesena e degli abitanti di Forlì: il campione interpellato ha riconosciuto all'area un forte valore storico-testimoniale e naturalistico e ha manifestato il desiderio che vengano attrezzati percorsi in sicurezza per visitare almeno alcune grotte, che dovrebbero essere acquistate dal Comune; viene suggerita l'installazione di una cartellonistica adeguata e si apprezza l'allestimento di un'area museale in loco, possibilmente ripristinando un edificio esistente con materiali quali pietra e legno. Molti cittadini hanno inoltre suggerito altri luoghi di interesse storico e naturalistico a cui l'area di Castiglione potrebbe essere collegata all'interno di una rete di percorsi ciclabili, carrabili e pedonali.
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