Rivista "IBC" XV, 2007, 2

biblioteche e archivi / pubblicazioni, storie e personaggi

B. Carroli, Il giovane ben creato, edizione a cura di E. Casali, prefazione di A. Prosperi, Ravenna, Longo editore, 2004.
Il galateo dei poveri

Zita Zanardi
[IBC]

Ha senso, potrebbe chiedersi qualcuno, parlare e addirittura scrivere di un libro pubblicato più di due anni fa? E a questa prima, legittima domanda, potrebbe altrettanto legittimamente seguirne un'altra: ha senso parlare e scrivere di un libro pubblicato più di quattrocento anni fa? In questo caso, almeno, non ci sono dubbi: la risposta è sì a entrambe. L'edizione critica a Il giovane ben creato (1583), del ravennate Bernardino Carroli, portata a compimento da Elide Casali nel 2004, rappresenta infatti solo un tratto del lungo cammino che la sensibile studiosa sta ancora percorrendo attraverso l'affascinante paesaggio costituito dalla sua bella terra, la Romagna, ed è quindi attualissimo oggi, come lo era ieri e come sarà anche domani, almeno per chi è interessato a conoscere meglio la storia e le tradizioni di questa ricca, sfaccettata regione.

Nel caso specifico l'attenzione della curatrice si è concentrata sulla figura del contadino (emblematico nel contesto di una gente che ancora adesso esprime l'essenza più vera nel suo profondo legame con la terra), che vive negli anni immediatamente successivi alla conclusione del Concilio di Trento, con le sue molteplici conseguenze, e sente la necessità di "dirozzarsi", sia nel corpo che nello spirito. Sarà accontentato: nei tre capitoli del libro si provvederà alla sua educazione, prima nei confronti di sé stesso e della sua anima (istruzione cristiana), poi verso le persone che lo circondano (istruzione circa il governo della famiglia) e infine con l'educazione tecnica, attraverso l'apprendimento dell'agronomia.

Chi ha letto il ben più famoso Galateo di Giovanni Della Casa, di poco precedente (fu scritto infatti tra il 1550 e il 1555), potrà facilmente cogliere le somiglianze, come la struttura narrativa: nell'opera carroliana c'è un dialogo diretto tra il docente di cultura e "buone maniere" e il discente, che vuole imparare quella cultura e le buone maniere per inserirsi meglio nel contesto sociale e diventare nel contempo un "buon cristiano", nell'altra la voce narrante del vecchio suggerisce al giovane (muto ma presente) la giusta condotta da tenere poiché: "L'eleganza del comportamento è conseguenza di un sereno dominio delle inclinazioni naturali". Ma anche le differenze: se per esempio nel trattato del nunzio apostolico veneziano il lettore percepisce il tono che oscilla sempre tra il serio e il faceto, persino nei momenti più dichiaratamente didascalici, l'opera di Carroli è invece costantemente permeata di "creanza cristiana", volta a trasformare, come giustamente nota Adriano Prosperi nella sua prefazione, il villano rozzo e bestiale nel giovane mezzadro "ben creato", appunto. Significativo appare, soprattutto, che sia lo stesso villano a sollecitare il proprio "dirozzamento".

Non è questa la sede per sottolineare l'importanza (dal punto di vista bibliografico, letterario, storico-sociale, linguistico, tecnico, nonché pedagogico) di questo "classico italiano minore", scritto in un'epoca così lontana - quella della Controriforma - e, almeno all'apparenza, così diversa da quella che stiamo vivendo: Elide Casali lo ha fatto in maniera compiuta e assai analitica. Ciò che si intende fare qui, nei limiti del possibile, è sollecitare la curiosità del lettore attento alle analogie e ai corsi e ricorsi storici verso un testo che, letto col supporto di una guida capace come questa, può riservare parecchie sorprese. Come quella di una insospettata attualità.

 

B. Carroli, Il giovane ben creato, edizione a cura di E. Casali, prefazione di A. Prosperi, Ravenna, Longo editore, 2004 (Classici italiani minori, 22), 274 p., Є 20,00.

 

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