Rivista "IBC" XV, 2007, 1

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni, pubblicazioni

M. Gregorio, Imago Libri. Musei del libro in Europa, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2006.
Le vie dell'arte nera

Carlo Tovoli
[IBC]

Ad accogliere il visitatore, sul portone di ingresso, un compasso dorato e un motto: "Labore et constantia". Oltrepassata la soglia inizia un viaggio lungo quattrocento anni in quella che nella seconda metà del Cinquecento poteva essere considerata l'azienda tipografica più importante d'Europa, grazie anche al monopolio di fatto nella stampa di opere religiose a larghissima diffusione, in particolare per il mercato spagnolo e le sue colonie. Siamo ad Anversa, al Museo Plantin-Moretus, perfetta simbiosi di casa patrizia, officina tipografica e azienda editoriale, luogo ideale nel rappresentare la filiera del libro, dalla committenza alla fabbricazione, alla vendita. A Christophe Plantin (1520-1589), padre fondatore, e ai Moretus, che ne proseguirono l'opera portandola ai massimi livelli di eccellenza, dobbiamo questo luogo che ancora oggi pulsa di vita attiva, di passione e di... fatica.

E non solo per quello che conserva, tra cui i due più antichi torchi per la stampa esistenti al mondo, datati XVI secolo, migliaia di incisioni e disegni rarissimi, sedicimila matrici e oltre quattromila punzoni per novanta serie di caratteri di alfabeti diversi, inclusi i greci, i siriaci e gli ebraici. Ma soprattutto perché siamo all'interno di un'azienda che si è fatta museo, dove i laboratori dell'antica Officina plantiniana si sono preservati esattamente quali erano tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVII. Si visitano la fonderia, la stamperia, con i torchi tuttora funzionanti, i magazzini di caratteri, la stanza dei correttori di bozze, le zone di rappresentanza con l'ufficio del proprietario, fino alla libreria, perfettamente attrezzata per la vendita al dettaglio (in genere si trattava di fogli sciolti: ai legatori esterni all'azienda spettava l'eventuale rilegatura). La vendita avveniva con le precauzioni dell'epoca: entrando in libreria, domina su tutto l'Indice dei libri proibiti, stampato in forma di manifesto da Plantin nel 1569 e costantemente aggiornato.

Il Plantin-Moretus (museum.antwerpen.be/plantin_Moretus), inserito dall'UNESCO nella World Heritage List, è un eccellente esempio tra i tanti musei del libro e della stampa presenti in Europa e visitati nel corso di un viaggio di studio promosso nel 2005 dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano. Una ricerca che ha preso corpo in un bel volume, ricco di immagini e informazioni, pubblicato dalle Edizioni Sylvestre Bonnard. Ogni museo è descritto sia per quanto riguarda il percorso storico (con particolare attenzione alle biografie dei fondatori), sia per le attività svolte e le scelte strategiche, in merito alle quali la parola è lasciata a direttori e curatori. Segue una dettagliatissima scheda con tutte le informazioni sul museo e un'ampia sezione dedicata all'evolversi dell'architettura e degli allestimenti museali.

Oltreché ad Anversa, il volume ci porta a Magonza, città dove "l'arte nera si trasforma in luce" grazie a Gutenberg. Il Gutenberg-Museum, nato nel 1901, oltre a ospitare due esemplari della famosa Bibbia, con la rara occasione di poterli confrontare, e altri "prodotti" della tipografia di Gutenberg, offre al visitatore un ampio panorama di tutti gli aspetti del libro e della stampa attraverso i secoli, anche fuori dall'Europa, grazie alle preziose testimonianze provenienti dalle culture extraeuropee (www.mainz.de/gutenberg/museum.htm). Qui è ricostruita un'antica legatoria così come si presentava in tutta Europa, con poche differenze, tra il XVI e il XX secolo, e il "Druckladen", ovvero la stamperia, luogo magico in cui tutti sono invitati a praticare l'arte della stampa e a sentirsi per qualche ora eredi del Maestro.

Il viaggio tra i musei del libro e della stampa continua, nel volume, tra Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Francia, Germania, Inghilterra, Irlanda e Italia. Al lettore il piacere di scoprire le meraviglie conservate in questi musei e le tante attività che svolgono. Ci soffermiamo ancora su due realtà che, insieme al Gutenberg-Museum, al Plantin-Moretus e ad altri, hanno aderito all'Associazione europea dei musei della stampa. Si tratta del Musée de l'Imprimerie di Lione e del Museo Bodoniano di Parma, unico esempio italiano. A Lione (www.imprimerie.lyon.fr) l'esposizione permanente, riallestita di recente con un forte approccio pedagogico, ripercorre l'evoluzione delle tecniche di stampa anche attraverso i giornali, dalle prime gazzette settecentesche ai quotidiani di fine Ottocento, mentre a Parma il terzo piano della Biblioteca Palatina ospita quasi tutti gli strumenti tipografico-fusori del grande tipografo, stampatore e editore Giambattista Bodoni (1740-1813), venduti dalla vedova direttamente a Maria Luigia, duchessa di Parma. Insieme a circa mille edizioni bodoniane, tra cui il suo Manuale tipografico, e a un'ampia raccolta di documenti, questo materiale fa da sfondo a un vero e proprio museo del libro, con manoscritti e rare edizioni per lo più provenienti dalla biblioteca del duca di Parma. Una tappa obbligata, e tutta emiliana per gli amanti dell'"arte nera".

 

M. Gregorio, Imago Libri. Musei del libro in Europa, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2006, 418 p., euro 75,00.

 

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