Rivista "IBC" XIV, 2006, 4

Dossier: Una rete di cataloghi - La catalogazione informatizzata nei musei

musei e beni culturali, dossier /

Il patrimonio catalogato

Isabella Giacometti
[collaboratrice dell'IBC]

Consultando la banca dati Musei dell'Emilia-Romagna (www.ibc.regione.emilia-romagna.it/h3/h3.exe/amuseier) si scopre che il patrimonio regionale è costituito da circa 470 realtà tra musei e raccolte: a partire da questo numero, che annovera anche le realtà più piccole, ci si può fare un'idea dell'ampiezza del nostro patrimonio culturale e di quale debba essere l'impegno imprescindibile da parte delle istituzioni per assicurarne la conoscenza e la salvaguardia. La catalogazione è uno degli strumenti operativi che l'Istituto regionale per i beni culturali (IBC) ha adottato, fin dalla sua fondazione, per rispondere a questa necessità; la scheda di un bene culturale, infatti, permette di riconoscere un manufatto e lo rende identificabile facendolo emergere dall'anonimato.

Questo processo conoscitivo ha trovato inoltre nel supporto informatico uno strumento rapido ed efficace non solo per catalogare ma anche per effettuare ricerche e verifiche, non praticabili con il materiale cartaceo. La catalogazione digitalizzata, infatti, compone il catalogo informatico al fine di evitare che i diversi interventi restino scoordinati. Le prime catalogazioni con questa nuova metodologia sono state effettuate presso il Museo del Risorgimento di Bologna e il Museo internazionale delle ceramiche di Faenza. Il materiale prodotto è andato a costituire il nucleo embrionale di quell'archivio digitale di dati e immagini che oggi ha assunto la forma di una banca dati consultabile in linea, e ospita al momento circa 72.000 schede, parte di un complesso di materiali molto più cospicuo.

La banca dati della catalogazione si è aggiunta, quale ulteriore strumento di ricerca, alle altre banche dati già esistenti, entrando a far parte di un progetto che intende creare strutture autonome in grado però di dialogare tra loro. Al momento la consultazione dei dati catalografici è consentita solo attraverso il più ampio repertorio dei Musei; infatti, a partire dalla scheda della realtà museale in cui si è svolta l'inventariazione, attraverso un collegamento ipertestuale si accede al resoconto delle opere catalogate. Queste sono state suddivise secondo le categorie definite a livello nazionale dall'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (ICCD). In particolare, le schede maggiormente utilizzate si riferiscono a tre categorie specifiche: i beni storico-artistici, i beni archeologici e i beni demoetnoantropologici, a cui si aggiungono a corollario i beni naturalistici e gli strumenti tecnico-scientifici.

Nel tentativo di facilitare la comprensione viene fornita di seguito un'esposizione, per quanto possibile schematica, di un processo, al contrario, alquanto composito: una sintesi che non rende giustizia della ricchezza del nostro patrimonio, ma si offre quale valido strumento di partenza per analisi e approfondimenti successivi. Inoltre, al termine di ciascun paragrafo, viene presentato un elenco comprendente la totalità delle istituzioni museali interessate da ciascuna catalogazione.

Beni storico-artistici

Questo settore risulta senza dubbio il più corposo, non solo per la capillare diffusione, ma anche perché comprende categorie molto diverse di beni: dipinti, affreschi, sculture, strumenti musicali, burattini e marionette, arredi, suppellettili, armi e armature, cimeli, ceramiche, vetri, costumi, tessuti, oreficerie e argenterie, paramenti e oggetti liturgici. Al riguardo è necessario sottolineare che oggi la tendenza a livello nazionale è quella di progettare schede catalografiche specifiche per ogni tipologia, in cui sia dato risalto alle caratteristiche tecnico-artistiche di ogni bene. Fino a questo momento la scheda maggiormente utilizzata è stata la OA (Opere Artistiche) e attualmente la banca dati contiene circa 60.000 schede di questa tipologia, che costituiscono l'83% della totalità dei beni catalogati. L'eterogeneità dei materiali presuppone che gli interventi di catalogazione abbiano interessato tipologie di musei differenti.

In primo luogo si possono considerare le opere pittoriche, disseminate in gran parte delle realtà museali, nei musei civici, nelle pinacoteche comunali e nelle più tematiche raccolte d'arte moderna e contemporanea. Questo ambito è caratterizzato da una produzione particolarmente fervida, che ha interessato la nostra regione nella sua globalità: dal mare di Riccione - dove nella Galleria d'arte moderna e contemporanea di Villa Franceschi sono state catalogate, in occasione dell'allestimento museale, le opere acquisite in occasione dei concorsi di pittura - all'entroterra romagnolo, dove il Museo d'arte della città di Ravenna conserva opere la cui datazione copre un arco cronologico che parte dal XIV secolo fino ad arrivare ai giorni nostri. Bologna ospita la Galleria d'arte moderna e la Raccolta "Lercaro", costituitasi da un nucleo iniziale di opere donate al Cardinale da alcuni artisti; a Modena, nella Galleria civica, è stata catalogata la raccolta del disegno contemporaneo. Nel Reggiano, l'ex Convento degli Agostiniani di Luzzara fa da cornice alle opere naïves documentate nel Museo nazionale "Cesare Zavattini", e il Palazzo Bentivoglio a Gualtieri ospita il Museo "Antonio Ligabue"; mentre, in provincia di Piacenza, il Castello di San Pietro in Cerro è sede del Museum in Motion.

La scultura, documentata anch'essa nei musei, trova nel Parco delle sculture in pietra di Fanano un luogo privilegiato per apprezzare la cultura lapicida. Gli strumenti musicali sono stati oggetto di catalogazione nel Museo del teatro di Faenza e nel Museo romagnolo del teatro di Forlì, che conservano collezioni di pregio; un piccolo nucleo è presente anche nel Museo civico di Castel Bolognese , mentre a Budrio il Museo dell'ocarina testimonia le origini e lo sviluppo di uno strumento, definito "povero", tipico della tradizione popolare. Sempre nell'inerente ambito teatrale e musicale sono state catalogate la collezione donata dal sarto teatrale Tirelli al museo di Gualtieri e la collezione "Zeppilli-Alberghini", prezioso lascito di ricordi appartenuti alla famosa soprano e al marito, conservata nel Museo civico di Pieve di Cento.

Per quel che riguarda il teatro di "figura", collezioni di burattini, marionette e maschere sono conservate all'interno di musei come quello di Budrio, dove sono stati catalogati i burattini delle collezioni "Menarini" e "Perani", o quello di Parma, dove è stata catalogata la collezione di Giordano Ferrari, burattinaio e appassionato ricercatore. I materiali raccolti dalla famiglia d'arte Monticelli ora costituiscono un nuovo museo a Ravenna, "La casa delle marionette", e da non dimenticare è il corpus dei materiali per la stampatura di maschere della Fabbrica "Guatteri" a Castelnovo di Sotto. Gli arredi sono stati oggetto di catalogazione presso Palazzo Tozzoni di Imola, residenza nobiliare imolese caratterizzata da ambienti settecenteschi e tardo-ottocenteschi, e Palazzo Malvezzi de' Medici, sede dell'amministrazione provinciale di Bologna, dove sono stati censiti gli arredi ottocenteschi del piano nobile.

Un'altra tipologia è composta dalle armi e dalle armature; nello specifico, è stata catalogata la raccolta costituita dalle armi collezionate dal marchese Raffaello Albicini e conservate nell'Armeria a lui intitolata a Forlì, cui si aggiungono le collezioni d'armi bianche e da fuoco presenti nei musei del Risorgimento; nel Museo civico del Risorgimento di Bologna le armi sono state completamente catalogate. La memoria storica di quell'epoca è testimoniata dai cimeli risorgimentali, caratterizzati da tipologie di materiali che documentano le vicende e i protagonisti del periodo. Si compongono di ricche collezioni: è il caso del Museo civico del Risorgimento di Modena e di sezioni specifiche in cui le testimonianze si inseriscono in contesti conservativi più ampi, come nel Museo civico di Castel Bolognese, nel Museo del Risorgimento e dell'età contemporanea di Faenza e nel Museo civico "Don Giovanni Verità" di Modigliana.

I nuclei di materiali si compongono, oltre che di armi, anche di divise, cappelli, bandiere, dipinti, incisioni, sculture e medaglie; queste sono state oggetto di catalogazione assieme alle monete, come nel caso della raccolta numismatica del Museo civico di Correggio, mentre i medaglieri sono stati catalogati nel Centro dantesco dei frati minori a Ravenna, sede della Biennale internazionale della medaglia e anche nel Museo "Renzi" di Borghi e nel Museo della Città di Rimini.

La ceramica è un'altra categoria documentata in collezioni di varia natura all'interno dei musei e tra questi sicuramente l'esempio più eclatante è il Museo internazionale delle ceramiche di Faenza. La materia ceramica può assumere forme e significati diversi come nel caso delle targhe devozionali, una categoria con caratteristiche stilistiche ricorrenti, tipiche della cultura popolare. Per esempio, nel Museo civico di San Rocco a Fusignano è stata catalogata l'intera collezione "Baroni". Per concludere, gli arredi e i paramenti liturgici, testimoni della cultura religiosa, ma in alcuni casi veri e propri oggetti d'arte, sono stati oggetto di catalogazione nel Museo civico "Mambrini" di Galeata.

Museo Comune Provincia
Galleria d'arte moderna e contemporanea Villa Franceschi Riccione Rimini
Museo della città Rimini
Museo civico delle Cappuccine Bagnacavallo Ravenna
Museo civico "G. Ugonia" Brisighella
Museo civico Castel Bolognese
Museo internazionale delle ceramiche Faenza
Museo del Risorgimento Faenza
Museo dei burattini Faenza
Pinacoteca comunale Faenza
Museo del teatro Faenza
Museo civico "San Rocco" Fusignano
La casa delle marionette Ravenna
Museo d'arte della città Ravenna
Centro dantesco dei frati minori conventuali Ravenna
Museo del Risorgimento Ravenna
Pinacoteca civica Forlì Forlì-Cesena
Museo romagnolo del teatro Forlì
Armeria "Albicini" Forlì
Pinacoteca civica "S. Lega" Modigliana
Museo "Don Giovanni Verità" Modigliana
Pinacoteca civica Cesena
Galleria d'arte moderna e contemporanea Longiano
Galleria d'arte contemporanea "V. Stoppioni" Santa Sofia
Museo del Risorgimento e della Resistenza Ferrara Ferrara
Musei civici Palazzo Schifanoia Ferrara
Pinacoteca civica "G. Cattabriga" Bondeno
Museo "R. Brindisi" Comacchio
Pinacoteca civica Copparo
Museo civico Argenta
Raccolta d'arte contemporanea Argenta
Galleria d'arte moderna Bologna Bologna
Palazzo Malvezzi - Provincia di Bologna Bologna
Raccolta "Lercaro" Bologna
Museo civico del Risorgimento Bologna
Museo civico - sez. Museo della musica Pieve di Cento
Pinacoteca civica Pieve di Cento
Museo dell'ocarina Budrio
Pinacoteca civica Budrio
Museo del burattino Budrio
Museo civico Medicina
Palazzo Tozzoni Imola
Raccolta d'arte Marzabotto
Museo civico d'arte Modena Modena
Galleria civica Modena
Museo del Risorgimento Modena
Parco di sculture in pietra Fanano
Museo civico Carpi
Centro di documentazione della psichiatria Reggio Emilia Reggio Emilia
Museo civico "Il Correggio" Correggio
Museo centro documentazione della maschera Castelnovo di Sotto
Museo civico Novellara
Museo nazionale delle arti naïves "C. Zavattini" Luzzara
Raccolta comunale d'arte contemporanea Sant'Ilario
Museo "A. Ligabue" - Donazione "Tirelli" Gualtieri
Il castello dei burattini - Museo "G. Ferrari" Parma Parma
Musei di Palazzo Farnese Piacenza Piacenza
Galleria "Ricci Oddi" Piacenza
Museum in Motion San Pietro in Cerro

Beni archeologici

L'attività di catalogazione dei reperti archeologici è in continuo divenire, vista la continua implementazione di questo patrimonio a seguito di scavi archeologici e rinvenimenti fortuiti, che si susseguono senza soluzione di continuità su tutto il territorio regionale. Al momento sono 2.300 le schede consultabili in banca dati, relative ai reperti archeologici conservati nei musei civici del territorio. Si tratta di tracce del passato, a volte frammentarie, che consentono di ricostruire una storia locale che affonda le radici nell'antichità. Ci sono iscrizioni, materiali lapidei, bronzetti, vasellame, armi, gioielli, terrecotte, vetri, anfore e monete, che appartengono ad ambiti cronologici differenti.

Le campagne di catalogazione si sono interessate ai materiali dell'età del Bronzo e del Ferro (ne è un esempio il ripostiglio di aes signatum conservato al Museo civico archeologico di Castelfranco Emilia), dell'età romana (con i materiali del Museo archeologico di Cesena e quelli della sezione archeologica dei Musei civici di Palazzo Farnese a Piacenza) e dell'età tardoantica, di cui offre testimonianza il Museo civico "Mambrini" di Galeata, che documenta le ultime fasi di vita dell'antico centro romano di Mevaniola. L'età bizantina è invece ben rappresentata dai materiali del Museo arcivescovile di Ravenna.

Museo Comune Provincia
Museo del territorio Riccione Rimini
Museo del castello Bagnara di Romagna Ravenna
Museo arcivescovile Ravenna
Museo Biblioteca "Renzi" Borghi Forlì-Cesena
Museo archeologico "Mambrini" Galeata
Museo archeologico Cesena
Museo archeologico del Compito Savignano sul Rubicone
Museo civico di Belriguardo Voghiera Ferrara
Musei civici di Palazzo Schifanoia Ferrara
Museo civico archeologico Bologna Bologna
Museo archeologico "Donini" San Lazzaro di Savena
Museo archeologico "Fantini" Monterenzio
Musei di Palazzo Farnese Piacenza Piacenza

Beni demoetnoantropologici

Il censimento e la catalogazione di questa categoria di beni si rivolge a un'ampia gamma di oggetti in grado di documentare la cosiddetta cultura materiale. È una complessa realtà di beni musealizzati, testimoni sopravvissuti e conservati non di un passato aulico, ma di una quotidianità fatta di cose semplici e di lavoro. Il loro valore, infatti, non risiede nell'aspetto economico, ma nella testimonianza di un passato da poco "passato" e nella memoria delle tradizioni della nostra terra. Le schede in linea al momento sono 9.600: si tratta per lo più di musei del lavoro e della civiltà contadina, che conservano gli attrezzi del lavoro nei campi, gli utensili delle botteghe artigiane e gli oggetti e le suppellettili tipiche della casa rurale.

Questa tipologia non si limita a trattare le testimonianze legate alla terra, ma comprende altre tradizioni specifiche di alcune aree territoriali; ne sono un esempio il Museo della piccola pesca Viserbella di Rimini, con gli strumenti necessari per praticare quest'attività, o il Museo della marineria di Cesenatico, che tratta il tema del mare a partire dalle tipologie di imbarcazioni da pesca. Inoltre, nel territorio di Villanova di Bagnacavallo si tramanda la tradizione della lavorazione delle erbe palustri, e a Boretto, sulle rive reggiane del Po, si documenta la storia della navigazione fluviale e la relativa attività manutentiva dei fondali.

Museo Comune Provincia
Museo degli usi e costumi della gente di Romagna Santarcangelo Rimini
Museo della piccola pesca e delle conchiglie Rimini (Viserbella)
Museo della civiltà contadina di Valliano Montescudo
Ecomuseo della civiltà palustre Bagnacavallo (Villanova) Ravenna
Museo del lavoro contadino Brisighella
Museo della vita contadina in Romagna Russi
Museo della marineria Cesenatico Forlì-Cesena
Museo etnografico romagnolo "Pergoli" Forlì
Museo dell'uomo e dell'ambiente Castrocaro Terme
Centro documentazione mondo agricolo ferrarese Ferrara Ferrara
Museo della civiltà contadina Bastiglia Modena
Museo del Po e della navigazione interna Boretto Reggio Emilia
Museo del parmigiano-reggiano Montecchio Emilia
Museo etnografico della civiltà contadina Colorno Parma

Come accennato precedentemente, la catalogazione è intervenuta anche su altre categorie di beni, al momento meno documentate, ma dotate di una struttura schedografica e di una normativa compilativa specifica. Si tratta degli strumenti scientifici e dei reperti tecnologici, che per le loro caratteristiche tecniche costituiscono una tipologia di bene alquanto complessa, tanto da richiedere un'apposita scheda, utilizzata per la catalogazione degli attrezzi, dei modelli e delle macchine conservate nel Museo del patrimonio industriale di Bologna e per gli strumenti di precisione e di pesatura raccolti nel Museo della bilancia di Campogalliano. Un ultimo cenno, che verrà approfondito successivamente, è ai beni naturalistici, afferenti a botanica, mineralogia, petrologia, planetologia, zoologia. L'interesse per questo ambito scientifico ha portato l'IBC a predisporre, quando ancora non esisteva a livello nazionale, un modello catalografico specifico, che è stato volano per la definizione di standard catalografici a livello ministeriale.

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