Rivista "IBC" XIV, 2006, 3
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / mostre e rassegne, progetti e realizzazioni
Il 12 luglio 2006, in occasione della presentazione degli Annuari della Scuola di specializzazione in storia dell'arte dell'Università di Bologna, una parte del giardino del complesso di Santa Cristina, nel centro storico del capoluogo, è stata invasa da "GAZEaBOut#05" di Walter Visentin, una struttura espansa, viva e pulsante, un'installazione percorribile e vivibile, ideata e costruita appositamente per questi spazi con materiali di scarto offerti dalla città di Bologna: mobili, elementi d'arredo, inserti decorativi ritrovati in discariche spontanee, in luoghi di confine in cui il tessuto urbano, stemperandosi, si contamina con la natura, le zone industriali e i campi nomadi. Alla fase laboratoriale e processuale di ricerca e raccolta, è seguito l'addensarsi del materiale recuperato, attraverso quello che è diventato un percorso di analisi urbana, in una cumulazione archivistica temporanea degli oggetti abbandonati, smembrati e poi sfruttati in base a precise tipologie costruttive.
Racchiudendo al suo interno sedute, alzate, pedane, in un susseguirsi di percorsi e anfratti, questo ambiente si imponeva come uno spazio da penetrare, da esperire e in cui relazionarsi, un luogo prolifico di implicazioni con la città e con il suo vissuto. "GAZEaBOut#05" cresce e irrompe come un assemblaggio di materia imprevedibile, che parla di attraversamenti, confluenze e di scambi, realizzandosi come la terza fase plastica del progetto "Crosswork", il cui punto di partenza è proprio l'ambizione e l'esigenza di interrogarsi sui meccanismi di relazione, sui dispositivi che innescano processi di connessione, che catalizzano esperienze, dinamiche e attitudini. "Crosswork" è uno spazio di discussione e insieme una riflessione sulla possibilità di attivare pratiche ed esperimenti curatoriali, attraverso la tensione al dialogo e la condivisione di un processo nel quale i ruoli si incrociano e si confondono: il lavoro critico, quello curatoriale e quello artistico.
Nel sito www.crosswork.unibo.it, con l'unico vincolo del formato A3, sono stati raccolti materiali eterogenei come immagini, saggi, pensieri, idee, progetti, provocazioni, inviati da artisti, critici, curatori, storici dell'arte, studenti e da chiunque abbia voluto contribuire. L'intento era creare un contenitore mobile, un archivio aperto che raccogliesse l'espressione di diverse individualità, senza determinare un argomento guida o una linea tematica ma con la sola intenzione di attivare una pratica collettiva. L'idea di poter attraversare e mostrare tutti i contributi ha portato alla costruzione di una struttura articolata che permettesse un ulteriore incontro delle identità mescolate nella comunità temporanea virtuale, e che fosse essa stessa un coagulo fattivo di impulsi e di contatti.
Sfruttando la funzionalità stravolta degli oggetti abbandonati, gli A3 sono stati inseriti in librerie improvvisate, in cassetti, appoggiati su tavoli di consultazione vicino a poltrone e divani, pronti per essere consumati. "GAZEaBOut#05" si è configurato così come un osservatorio su tutti i contributi pervenuti e sulle fasi di "Crosswork", costruendo un punto di vista sullo spazio e sull'incontro. Il progetto sarà ancora percorribile in tutti i suoi passaggi sul sito web, in cui verrà inserita la documentazione di tutti i momenti di discussione e di lavoro: gli A3 consultabili, le fasi di ricerca del materiale, i depositi, la costruzione del "GAZEaBOut#05" e la sua demolizione. La possibilità di interagire nuovamente con il progetto ne sostanzia e conferma ancora una volta i pronunciamenti, i significati e gli input del lavoro, pensato come un sistema aperto, ancora in evoluzione, dove l'interazione continua a crescere e trasformarsi.
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