Rivista "IBC" XIV, 2006, 3

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / progetti e realizzazioni

Il progetto di illuminazione per la Chiesa dei Santi Gregorio e Siro, a Bologna, media tra le esigenze del culto e quelle di fruizione dei beni culturali conservati.
Sia fatta luce

Gian Carlo Frattarolo
[laureato in Architettura all'Università di Firenze]

È possibile realizzare un museo in una chiesa parrocchiale pienamente funzionante? Come si può conciliare la corretta fruizione di un'opera d'arte attraverso una illuminazione che la esalti, senza dimenticare la sua salvaguardia, con le funzioni di un ambiente che ha come scopo principale il culto religioso e non l'esposizione? Il progetto di illuminazione per la Chiesa dei Santi Gregorio e Siro, a Bologna, cerca di dare una risposta a queste domande, partendo dall'osservazione che le chiese italiane, oltre a essere luoghi di culto, sono eccellenti contenitori d'arte (a volte esse stesse sono opere d'arte), ma, tranne qualche raro caso, la loro illuminazione è realizzata in maniera approssimativa se non dilettantistica. In questo senso la chiesa in questione può essere vista come un caso paradigmatico della situazione italiana, potendo "esporre" due Carracci e un Calvart, poco valorizzati e poco salvaguardati.

Una diretta conseguenza delle considerazioni esposte è stata la scelta di tentare di accordare dal punto di vista illuminotecnico le esigenze del museo e quelle, poco coincidenti, del luogo di culto; a differenziare queste due "destinazioni d'uso" ci sono regolamenti, normative, consuetudini, visitatori. Attraverso lo studio delle norme europee e italiane riguardanti l'illuminotecnica, le leggi afferenti la fruizione e la salvaguardia delle opere d'arte, nonché il continuo confronto con le note pastorali della Commissione episcopale per la liturgia, il progetto si snoda attraverso tre accensioni distinte (o atmosfere).

La prima è dedicata alla preghiera e, appunto, alla fruizione delle opere d'arte; queste ultime, presenti nelle cappelle laterali e nell'altare maggiore, sono state illuminate secondo criteri museali, tenendo in considerazione sia la corretta fruizione sia la salvaguardia dell'opera. La navata e il presbiterio godono di una illuminazione più calda e intima, così da favorire la preghiera e il raccoglimento. La seconda atmosfera è dedicata alla messa festiva. Si caratterizza per un'illuminazione che esalta i volumi dando maggiore coralità all'ambiente, allineandosi alle esigenze di un rito collettivo qual è, per esempio, la messa natalizia. Per non distrarre dal rito, in ossequio alle prescrizioni della Commissione episcopale, le tele sono illuminate in maniera più discreta, mentre sono maggiormente valorizzati i volumi delle cappelle. La terza atmosfera è destinata alla messa feriale, un rito di grande importanza liturgica ma non altrettanto corale quanto quelli dei giorni festivi. Anche per rendere economica la gestione dell'impianto, è caratterizzata da un'illuminazione più bassa dei dipinti e delle cappelle (come nella seconda accensione), e da un'illuminazione della navata e del prebiterio paragonabile a quella della prima atmosfera.

 

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