Rivista "IBC" XIV, 2006, 3

territorio e beni architettonici-ambientali / didattica, progetti e realizzazioni

"Summer School in Adriatic Studies (SSAS)", Rimini, 3-15 luglio 2006.
Orizzonti adriatici

Lara Michelacci
[dottore di ricerca in Italianistica all'Università di Bologna]
Elena Musiani
[dottore di ricerca in Storia e informatica all'Università di Bologna]

"In un posto di mare, il mare è dappertutto", scriveva Marino Moretti, e quello che si irradia dal centro alla periferia, dalla sponda al mare aperto, non è linea di confine ma piuttosto segno di una realtà multiforme e di un nodo che deve essere sciolto. Sulla scia di questo e altri impulsi, di una problematicità da indagare, si è tenuta per la seconda volta a Rimini, dal 3 al 15 luglio 2006, la "Scuola estiva in studi adriatici" che quest'anno ha avuto per tema: "Lingue, leggi e libri da una costa all'altra: Migrazioni (e navigazioni) di uomini e idee". Nata dalla progettualità della Facoltà di lingue e letterature straniere dell'Università di Bologna (nelle persone di Alberto Destro, Luisa Avellini e Francesco Sberlati), la scuola estiva costituisce un efficace connubio di didattica multidisciplinare che unisce, nelle forme seminariali, l'alta scientificità di autorevoli docenti italiani e stranieri e il dialogo costruttivo di una comunità internazionale di corsisti. Studiare l'Adriatico per scoprire il valore del confronto e di una tradizione di merci, lingue, libri, è l'occasione per far emergere, non solo metaforicamente, i fenomeni di longue durée che hanno fatto respirare la stessa aria alle due sponde del mare.

Potremmo affidarci proprio alle parole di Elias Canetti ne La lingua salvata. Storia di una giovinezza per cogliere il significato dei concetti di multilinguismo e multiculturalismo che sono stati al centro delle lezioni della scuola: "Fra di loro i miei genitori parlavano tedesco, lingua di cui io non dovevo capire nulla. Con noi bambini, come coi parenti e con gli amici, parlavano spagnolo, che era poi la nostra vera lingua quotidiana; [...]. Le ragazzine che lavoravano in casa parlavano soltanto bulgaro ed è probabile che questa lingua io l'abbia imparata soprattutto con loro. [...] Tutti gli eventi di quei miei primi anni si svolsero dunque in spagnolo o in bulgaro. In seguito mi si sono in gran parte tradotti in tedesco. [...] In che modo precisamente ciò sia avvenuto, non saprei dire".

Ed ecco che, su questa linea, docenti di formazione diversa si sono interrogati sui molteplici significati che hanno assunto nel corso della storia una serie di temi legati al mutamento storico e culturale nell'area dell'Adriatico. Partendo dall'attualità delle tematiche legate al rapporto tra identità nazionale e globalizzazione, in particolare nel caso dell'ex Yugoslavia, attraversando la ricostruzione storica di alcuni casi emblematici come l'affermazione della comunità ebraica di Trieste, il pensiero di Giuseppe Mazzini nei confronti dei popoli slavi, la figura di Niccolò Tommaseo o di Achille Ricciardi, e ancora la ricostruzione della realtà agraria in un'area situata al limite tra Est e Ovest, si è cercato di sintetizzare un rapporto storicamente complesso e culturalmente differenziato. Un quadro giuridico di riferimento ha posto le basi per comprendere lo sviluppo dei rapporti comunitari nel corso dei secoli e vagliare la possibilità di un futuro di cooperazione internazionale, che dovrebbe avere come presupposto il multilinguismo e come scopo la convivenza pacifica in un orizzonte geografico allargato.

Così, in una pluralità di prospettive ma anche di fattive cooperazioni, la scuola è nata sotto le insegne dell'Università di Bologna, con partner internazionali e italiani, ed è il frutto dello sforzo collaborativo della Provincia di Rimini, del progetto d'iniziativa comunitaria INTERREG 3A transfrontaliero adriatico "Adrialink", di Uni.Rimini - Alta formazione SpA, con il patrocinio del Comune di Rimini. Per maggiori informazioni sulla scuola, sul programma e sui relatori si possono consultare il sito: www.unibo.it/summerschool/adriatic e il volume degli atti dell'edizione 2005: L'Adriatico e l'Europa centro-orientale. Relazioni storico-culturali e prospettive di sviluppo (a cura di F. Sberlati, Bologna, CLUEB, 2006).

E se il mare, in questo caso l'Adriatico, "è il più grande documento della vita passata", la nostra identità deve e può confrontarsi con le famiglie allargate di macroaree territoriali: "Il nostro nome è Trotta." - racconta Joseph Roth ne La Cripta dei Cappuccini - "La nostra casata è originaria di Sipolje, in Slovenia. Casata, dico; perché noi non siamo una famiglia. Sipolje non esiste più, da tempo ormai. Oggi, insieme con parecchi comuni limitrofi, forma un centro più grosso. Si sa, è la volontà dei tempi".

 

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