Rivista "IBC" XIII, 2005, 4
Dossier: 6000 caratteri per un museo - Luoghi d'incontro e nuove narrazioni nei musei dell'Emilia-Romagna
musei e beni culturali, dossier /
I miei passi sono attutiti dalla neve che per tutta la notte è caduta, incessantemente.
Sceso dal treno, mi sono avviato lungo una strada deserta che mi porta dritto al centro del paese, nella piazza dove il Palazzo dei Pio racchiude un museo che per me è così importante, perché mi ricorda il periodo della mia vita in cui mi trovavo nel Campo di Fossoli, a pochi chilometri da qui.
Mi aggiro per le stanze spoglie del museo, dove le teche, come monumenti funebri, racchiudono oggetti, foto, ricordi.
I muri apparentemente spogli ma pieni di parole e graffiti pesanti come montagne, il silenzio che riempie il cervello come i pensieri di morte, solitudine, stupore, angoscia, tutto mi riporta a quando io ero parte di quella massa di esseri stipata in poco spazio, denutrita, quasi spoglia, senza segni di identità se non un numero stampato addosso.
Come nel graffito sul muro della prima sala del percorso museale, non avevamo un vero volto, un nome, un corpo. Eravamo tanti...
Come i muri delle sale, le nostre giornate erano spoglie, grigie e noi svuotati di tutto.
Come le frasi color sangue scolpite su questi muri raccontano una verità indelebile, così gli orrori hanno per sempre inciso la mia anima.
Nell'ultima sala tutti i nomi incisi non sono suoni vuoti, ma appartengono a persone!
Non è necessario altro perché il cuore percepisca nell'essenzialità di questo luogo quanto la vita, la coscienza, le idee siano preziose.
E quanto sia facile trovarsi sull'orlo del baratro.
Il viaggio di ritorno è breve, ma i pensieri ancora non si allontanano da quelle sale.
Ancora cade la neve, il treno attraversa la campagna deserta.
Ho bisogno di respirare l'aria pulita e fredda.
Fuori dal finestrino del treno i miei occhi non si staccano più da quel paesaggio accecante, vasto, fermo.
La luce che colpisce la campagna e i pochi alberi disposti quasi a caso, mette in risalto il candore della neve che incredibilmente immacolata ricopre tutto... e come il silenzio del primo mattino, riempie l'anima, il cuore.
Lo sguardo è attratto da due piccole figure, forse lepri chissà, lontane...
Io non sono più qui, ma sto guardando attraverso le fessure del vagone dove siamo rinchiusi... chi c'è qui con me?
Da quanto tempo siamo qui, fermi, al freddo, con la paura, la fame e la sete da sopportare senza alternative?
Come è cominciato tutto questo?
Dove ci stanno portando?
I miei compagni di viaggio sono persone sconosciute, abbiamo in comune solo il fatto di essere stati ammucchiati, rinchiusi come bestie...
Nessuna risposta e allora continuo a guardare...
FUORI.
FUORI, anche se lì morirei dal freddo
FUORI, anche se lì morirei dalla fame
FUORI, anche se lì morirei da solo
Ma morirei LIBERO.
Ricordo il freddo doloroso, implacabile che mordeva la carne, ricordo come pregavo che tutto questo finisse, senza sapere che la destinazione era l'orrore di qualcosa d'inimmaginabile, eppure fatto dagli esseri umani per annientare, schiacciare la volontà, l'identità, la VITA, la speranza di sopravvivenza di altri esseri umani.
Ricordo che il treno si mosse e attraversò una stazione.
Lessi un nome.
Vidi una casa. "Siamo qui, siamo qui!... possibile che non ci vediate!
Non ci sentite, eppure stiamo urlando...".
Lessi il nome della stazione, poi decisi di non guardare più FUORI.
Il viaggio continuò.
Sono un vecchio in viaggio con addosso il peso e la gioia di essere vivo.
Musei di Palazzo Pio: Museo monumento al deportato
Carpi (Modena), piazza dei Martiri 68
telefono: 059688272
www.ibc.regione.emilia-romagna.it/h3/h3.exe/amuseier
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