Rivista "IBC" XIII, 2005, 4
Dossier: 6000 caratteri per un museo - Luoghi d'incontro e nuove narrazioni nei musei dell'Emilia-Romagna
musei e beni culturali, dossier /
Era partita con l'intenzione di vedere La mucca. Doveva scrivere un pezzo, per il giornale in cui lavorava. "So già cosa scrivere... c'è bisogno di riscoprire i vecchi valori,no? Le vecchie attività di una volta, la realtà contadina di anni che non esistono più. Verrà una bella cosa, vedrai. Fìdati, la mucca personifica i valori di un tempo". Una semplice mucca, come semplice era stata la vita dei suoi nonni. Nelle favole che le raccontavano da piccola, favole di vita vera, c'erano sempre state una o più mucche. Chiese a una sua amica di accompagnarla.
Nella confusione di turisti che parlavano a voce alta senza il minimo rispetto per chi era lì, cercava la sua mucca, e i ricordi che potevano collegarsi a essa, di sua nonna contadina, di suo nonno che aveva combattuto la guerra e di sua mamma bambina. Niente. La mucca non c'era nella prima stanza... neanche nella seconda. Non poteva crederci. Si diresse da una signora, una custode, col suo tailleur panna perfettamente intonato ai colori dei quadri di Morandi. "No, La mucca non c'è, è in prestito... È un disegno giovanile, quello". "Sì, lo so, del '13". Sa per caso quando tornerà?". "Be', forse a giugno, comunque tornerà". Delusa si avvicinò agli altri quadri, dondolando senza interesse.
Aveva studiato l'arte, i dipinti e ogni tipo di opera. Aveva disegnato fin da quando era bambina, ma la sua vita ora era una rubrica in un giornale. Conosceva Morandi e La mucca era una delle opere meno conosciute, perché giovanile. Andò dalla sua amica, che era di fronte alle bottiglie. "La mucca non c'è". "Non c'è?!". "No, è in prestito". "E ora come farai per il pezzo?". "Non lo so... non ne ho idea. Credo che se non farò questo pezzo mi cacceranno...". Scriveva in quella rubrica da pochissimo e cercava di essere come la redazione voleva: attenta al costume contemporaneo, che per lei era amore e rivalutazione delle vecchie tradizioni.
Ma La mucca non c'era e di certo non poteva inventarla. È che i musei si aggiornano, prestano, propongono... in continua evoluzione. Iniziò a vagare per il museo. Si lasciò andare, senza più regole e convincimenti. Improvvisamente successe qualcosa. In un attimo i suoi occhi furono rapiti da un quadro... un disegno indefinibile e strano, leggero e allo stesso tempo potente, quasi come la "sua" mucca. Nei toni rosati e grigi, nei contorni sfumati, un'immagine che andava oltre sé stessa. Qualcosa di indefinibile ma vivo... delle rose così delicate, così leggere nel loro colore pastello, un colore così delizioso che avrebbe affascinato qualsiasi animo inquieto. Una ventata, forte come uno scoppio ai suoi occhi, di delicatezza e incanto. Una sensazione di pace e di serenità l'avevano invasa. Quale mucca? Quali ricordi di altre persone, se non lei... se non i suoi? Quei fiori la stavano portando in un mondo fatto di poesia e di dolcezza che la riaccompagnavano lontano, dove si era rifugiata da bambina. Le voci di una pace e di una quiete remota la stavano chiamando.
Non aveva avuto un'infanzia serena: i suoi genitori erano separati da tempo. Di quegli anni insieme ricordava solo grida e atti violenti... la natura intorno alla sua casa era diventata il suo rifugio, e i racconti di sua nonna spunti per la sua fantasia. Crescendo aveva capito che quel mondo non interessava a nessuno, quindi, scegliendo di studiare l'arte, ne colse gli aspetti più tecnologici e contemporanei... ma la sua vita era stata sempre traviata. Era per questo che aveva scelto quella mucca di Morandi... portava a ricordi smarriti che solo la sua memoria poteva conservare, rinnegando il suo passato e rivivendo quello di altre persone. La poesia, una cosa da bambini che non conoscono il mondo, una cosa futile, che di certo non dà da mangiare. Ma ecco, allora, una forza così leggera, la potenza di un soffio di petali stava chiedendo il conto ai suoi sogni di bambina, quando a testa in su guardava i triangoli azzurri di cielo tra i rami neri del mandorlo in fiore. Quei fiori erano la poesia che era ancora nel suo cuore, soffocata dagli strilli di suo padre. Le dicevano di chiudere con vite che non erano le sue, di lasciare i ricordi di altre persone a quelle persone, pensando a sé e alla propria vita.
"Cosa c'è?". L'amica l'aveva raggiunta. "È una meraviglia!". "Cosa? Questi fiori?". "Sì...". "E per il pezzo?". "... il pezzo?". "Sì, il pezzo... che ti prende?". Stette un po' in silenzio, poi disse: "Niente pezzo... non ho trovato la mucca... ma ho ritrovato me stessa...". La sua amica non disse niente. In un attimo ella capì che la sua vita era stata un rincorrere i desideri degli altri per poterli esaudire e riuscire ad accontentare tutti, pur di non sentire quelle urla, perché regnasse la pace, perché ci fossero calma e bellezza. Era riuscita a trovare quel lavoro rinnegando un'altra volta la sua anima e compiacendo i costumi del mondo. Quel quadro, senza pretese e di certo non cercato, l'aveva ridestata; quelle rose la stavano abbracciando come se nei suoi toni di grazia fossero le sue stesse braccia di bambina ad abbracciarla. Quella bambina e i suoi sogni le erano tornati davanti in quelle rose e le avevano detto:"Tenta di dire la tua".
Decise allora di chiudere con le vite degli altri. La sua forte sensibilità l'aveva portata a vivere la vita di altre persone, a entrare nel mondo degli altri in modo quasi spontaneo, riuscendo a sentire il loro dolore, la loro sofferenza... Aveva vissuto sempre così, annientando sé stessa, dicendo di sì a tutti. Ma ora aveva capito che toccava a lei scegliere e la vita le stava offrendo questa possibilità. La potenza di quel soffio di petali era ormai la sua potenza. La potenza della poesia e della bellezza che la riportarono in vita. Nella sua vita. Cambiò lavoro e decise che mai avrebbe abbandonato i suoi sogni e i suoi ricordi di arcobaleni da cui scendevano folletti, di foglie rosse al vento in autunno, di aquiloni costruiti con pezzetti di legno e carta, di farfalle colorate e di verdi campi di grano, di quel mandorlo in fiore davanti alla casa e delle carezze e dei baci di sua madre.
[l'opera citata: Giorgio Morandi, La mucca, olio su tela, senza data (1913-1915?)]
Museo Morandi
Bologna, piazza Maggiore 6
telefono: 051203646
www.ibc.regione.emilia-romagna.it/h3/h3.exe/amuseier
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