Rivista "IBC" XII, 2004, 2

musei e beni culturali / mostre e rassegne, progetti e realizzazioni

"Anzola prima dell'Emilia. Più di 3.000 anni fa... un villaggio sulle sponde della Ghironda", Anzola dell'Emilia (Bologna), Palazzo del Municipio, 16 aprile - 10 settembre 2004.
Anzola prima dell'Emilia

Fiamma Lenzi
[IBC]

Dal punto di vista topografico il territorio anzolese appare inserito sin da epoche assai remote in uno fra i distretti di maggiore interesse antropico e insediamentale dell'area bolognese occidentale, in ciò favorito dai requisiti e dalle risorse ambientali lato sensu della zona compresa fra i domini fluviali del Panaro e del Samoggia. Recenti indagini archeologiche, in parte non programmate, hanno messo in rilievo come l'origine di Anzola possa farsi risalire sicuramente all'età del Bronzo, rimarcandone la stabile adesione ad uno dei modelli di popolamento più macroscopici e culturalmente significativi dell'antica demografia padana, quello attuato dalla civiltà terramaricola.

L'appartenenza al primo sistema di razionale e pianificata gestione territoriale che si conosca in ambito padano fa della storia di tale comprensorio territoriale e della genesi demica di Anzola non un episodio isolato, ma un tassello tutt'altro che secondario del più ampio mosaico che disegna compiutamente il volto e le vicende del paesaggio archeologico regionale. Da questo momento in avanti, a fronte dello stabilirsi nel corso dei secoli di nuove forme organizzative dettate dall'evoluzione storica e culturale, la vocazione e le potenzialità insediative del luogo saranno costantemente riconfermate. Dalle prime segnalazioni di vestigia del passato anzolese nel tardo Settecento alle scoperte archeologiche, occasionali e fortuite, succedutesi fra Ottocento e Novecento, scaturisce infatti una continuità storica che attraverso l'età del Ferro, le fasi della colonizzazione romana, l'epoca medievale e comunale, conduce senza apparenti soluzioni di continuità alla nascita del comune moderno e ai giorni nostri.

La riscoperta del passato in tutte le più diverse sfumature e le iniziative di tutela e valorizzazione del territorio e delle sue testimonianze intraprese negli ultimissimi anni sono divenute per l'Amministrazione comunale di Anzola un solido punto di partenza per impostare nuove esplorazioni della propria storia collettiva, costituendo il necessario retroterra per dare spessore alle politiche e alle progettualità culturali. L'intenso lavoro di recupero dell'Archivio storico quale fonte interpretativa primaria dell'Anzola moderna e contemporanea, l'impegno per conservare una preziosa reliquia artistica come l'organo di Santa Maria in Strada, le attività a favore dei beni archeologici, ne costituiscono alcuni dei più recenti esempi.

In particolare, l'occasionale ritorno alla luce dell'area insediativa dell'età del Bronzo e le prospezioni archeologiche susseguenti, con l'abbondante messe di reperti recuperati, hanno rappresentano per Anzola un'interessante opportunità per conferire organicità alle scelte politiche operate in tema di beni culturali. Grazie alla collaborazione con la Soprintendenza archeologica dell'Emilia-Romagna, l'Amministrazione comunale ha avuto così l'opportunità di realizzare una serie di attività di studio e prima valorizzazione delle testimonianze relative al grande villaggio sorto sulle sponde della Ghironda nei secoli centrali della seconda metà del II millennio a.C., sfociate in una mostra programmata congiuntamente, in corso dal 16 aprile al 10 settembre 2004 presso il Palazzo del Municipio.

Senza nulla sottrarre al doveroso mandato di porre nel giusto risalto l'importanza storica e scientifica del sito terramaricolo ed offrirne un'anteprima alla comunità di studiosi e specialisti, la chiave di lettura squisitamente didattica e divulgativa consegnata all'iniziativa espositiva è fortemente animata dalla volontà di restituire un'immagine del villaggio che tutti possano comprendere e di far conoscere/riconoscere i molti aspetti di questa antica "quotidianità". Ma c'è di più. Un simile approccio in qualche modo già prelude ed annuncia i futuri intendimenti dell'Amministrazione anzolese, che vorrebbe conferire continuità all'opera di valorizzazione del proprio passato attraverso un'organica azione di politica culturale fondata sul sostegno, la mediazione e l'uso di una nuova istituzione museale. In questo senso l'esposizione dedicata all'insediamento del Bronzo potrebbe divenire permanente e prefigurarsi come iniziale e caratterizzante segmento di un organismo museale di più ampio respiro che dovrebbe guardare alla storia anzolese nella sua globalità, ripercorrendone tappe significative e momenti salienti, riscoprendo e restituendo significato a vestigia ed episodi del suo cammino artistico, storico e culturale.

A tale scopo è stata instaurata una stretta collaborazione operativa con l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna nell'ambito delle sue abituali funzioni di consulenza scientifica per la valorizzazione del patrimonio e la progettazione in campo museografico. Ciò consentirà un armonico inserimento del futuro polo nell'organizzazione museale regionale e dei suoi sottosistemi locali e tematici. Anzola potrà inoltre contare su un appoggio tecnico costante durante il complesso iter che precede ed accompagna la fondazione del nuovo organismo, così che esso sin dagli esordi possa dotarsi di requisiti prestazionali e garantire servizi al pubblico in linea con gli standard e obiettivi di qualità per biblioteche, archivi storici e musei, recentemente approvati nell'atto di indirizzo regionale e volti a promuovere un sostanziale adeguamento dell'intera organizzazione regionale degli istituti culturali in un'ottica di crescita e qualificazione dell'offerta culturale e informativa.

 

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