Rivista "IBC" XII, 2004, 2

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

MONDINO ALDOlogica, a cura di C. Spadoni, Milano, Edizioni Gabriele Mazzotta, 2003.
Grazie, Mondino!

Michele Tosi
[docente di Storia dell'arte all'Istituto tecnico "Luxemburg" di Bologna]

L'esposizione di Aldo Mondino curata da Claudio Spadoni per il Museo d'arte della città di Ravenna (16 novembre 2003 - 15 febbraio 2004) è stata la più ampia monografica mai realizzata sul pittore torinese. Il catalogo la documenta completamente con un repertorio iconografico di una novantina di immagini a colori, e con una serie di interventi critici tra cui l'approfondito saggio del curatore, quello di Valerio Dehò sul ciclo di opere su linoleum, e l'intervista di Claudia Casali, ricca di spunti di riflessione, in cui l'artista svela sé stesso ed i tanti perché insiti nel suo lavoro.

Mondino è notoriamente un artista di grande valore, eppure l'effetto dirompente che veniva dal guardare le sue opere durante la visita alla mostra era di quelli che non ci si aspetta. L'allestimento, cronologico ma senza pedanteria, portava lo spettatore ad una totale empatia con l'artista, permettendo di riconoscerne sinteticamente le molteplici sfaccettature creative. Mondino è sì l'ironico erede di una lontana tradizione dadaista (di cui conserva l'ironia dissacratoria ma anche l'eleganza e la poesia espressive), è innegabilmente un eclettico che attraversa tutte le recenti traiettorie dell'arte contemporanea, ma è anche - e soprattutto - un grande pittore.

Nei suoi lavori, specialmente in quelli realizzati a partire dagli anni Settanta, si assiste al dispiegarsi di una tecnica pittorica di grande finezza e sensibilità. Le Tours Eiffel, la serie di The King e i tanti oli su linoleum che vanno dagli Autografi ai dipinti di soggetto ebraico, fino agli splendidi Sadhu e ai Dervisci, ci trasportano in un universo di colore in cui la gioia dell'immagine nasce da una sicura consapevolezza da parte dell'artista delle qualità dei materiali trattati, dalla padronanza degli effetti, che utilizza sempre in modo sobrio ma con risultati decisamente spettacolari.

Mondino è grande anche quando affronta la scultura - in bronzo, come in Eiffel, ma anche in cioccolato, ceramica e vetro - o quando lavora col mosaico, sia che si tratti dei suoi ormai famosi mosaici di zollette di zucchero, sia che utilizzi caffè o granaglie varie o le più tradizionali tessere lapidee. I risultati più interessanti, in campo musivo, sembrano però quelli ottenuti con l'impiego dei cioccolatini: attraverso la varietà delle loro forme, dei loro spessori, dei colori delle loro carte, l'artista riesce ad ottenere effetti cangianti che restituiscono illusionisticamente al fruitore le modulazioni luministiche delle textures degli antichi mosaici bizantini.

Il catalogo permette di ricordare una delle mostre più interessanti, stimolanti e divertenti degli ultimi tempi, di comprendere appieno uno dei maggiori autori dell'arte italiana contemporanea: un uomo che ama il sorriso, la pittura, la danza e la preghiera e che riesce magicamente a conciliarli nelle proprie opere, di cui andrebbe ringraziato.


MONDINO ALDOlogica, a cura di C. Spadoni, Milano, Edizioni Gabriele Mazzotta, 2003, 220 p., _ 45,00.

 

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