Rivista "IBC" XII, 2004, 2
territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni
Il Gruppo per la valorizzazione dei beni culturali e ambientali della Valle del Sillaro mette a frutto i suoi vent'anni di ricerca in un'area ampia che comprende i territori di Castel San Pietro, Dozza, Medicina, Ozzano, Castel Guelfo. Si tratta di comuni storicamente segnati da una loro particolare collocazione geografico-politica, che per il lungo periodo dell'età moderna li ha visti situarsi in zone di confine tra lo Stato pontificio e la Romagna. Il Gruppo ha stimolato questa sintesi dal titolo Le fonti geoiconografiche del territorio bolognese orientale e ha attivato competenze di esperti archeologi (Mauro Librenti, Maurizio Molinari), competenti archivisti (Maria Rosa Bambi), geografi come Lucio Gambi, maestro di molti di noi, e Stefano Torresani, e architetti del paesaggio come Maria Luisa Bisognin.
Il volume, curato dal Gruppo e da Lucio Gambi ricostruisce le vicende archeologiche, storiche e paesaggistiche di un territorio attraverso le fonti conservate negli archivi, che documentano da diversi punti di vista porzioni diverse dell'area indagata. Una galleria d'immagini ordinate in maniera tematica in una successione di visioni del paesaggio nel tempo e nella storia; non si tratta però di lavoro meramente iconografico, ma storiografico nel senso più ampio del termine. Le fotografie aeree, le carte che in piccola scala descrivono in maniera panoramica il territorio, le piante che ne rilevano o fissano i confini, i disegni che riportano le forme dell'insediamento umano (centri urbani, castelli, ville, popolamento sparso, viabilità, ponti, osterie, fonti, mulini, maceri, chiese, pievi, conventi), le mappe che delineano l'andamento dei corsi d'acqua o tracciano meticolosamente l'assetto del paesaggio rurale: sono queste le principali fonti per la storia che sono segnalate, riprodotte e schedate in questo volume.
Originali e pertinenti sono i saggi che introducono e presentano le fonti. A partire dal concetto di paesaggio, inteso come il prodotto della storia e del rapporto con la vita e con l'opera umana (concetto studiato e introdotto da Emilio Sereni e da Lucio Gambi), il volume affronta questo tema da molti punti di vista. Innanzitutto il breve saggio di Librenti evidenzia il rapporto stretto tra le immagini del territorio e le sue vicende archeologiche, intendendo le fonti geoiconografiche come strumenti utili alla disciplina archeologica per le informazioni e i dati che possono fornire in merito. Prezioso è il contributo di Bambi, che individua gli istituti di conservazione delle fonti individuate e pubblicate e, inoltre, tratteggia a tutto tondo la figura del perito che per il pubblico e il privato redigeva mappe e piante. Mentre Torresani in sintesi affronta le caratteristiche e l'evoluzione della cartografia, Bisognin percorre per cenni le trasformazioni del paesaggio agrario dall'età antica all'età moderna. Sull'edilizia rurale è invece imperniato il lavoro originale di ricognizione e ricostruzione condotto da Maurizio Molinari.
Nell'insieme questa ricerca promossa dal Comune di Castel San Pietro, è uno strumento di conoscenza del territorio bolognese orientale, e costituisce un'opportunità indubbia per le amministrazioni del territorio, che potrebbero progettare con consapevolezza lo sviluppo futuro del paesaggio. Il volume, edito nel 2000, è reperibile presso la Pro Loco e il Comune di Castel San Pietro.
Le fonti geoiconografiche del territorio bolognese orientale, a cura di
L. Gambi e del Gruppo per la valorizzazione dei beni culturali e ambientali
della Valle del Sillaro, Castel San Pietro (Bologna), Comune di Castel San
Pietro, 2000, s.i.p., _ 25,00.
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