Rivista "IBC" XII, 2004, 1

territorio e beni architettonici-ambientali / restauri, pubblicazioni

S. Bettini, Baldassarre Peruzzi e la Cappella Ghisilardi, introduzione di H. Burns, Reggio Emilia, Edizioni Diabasis, 2003.
Così sia: pulchra & onorabilissima

Francesco Menchetti
[collaboratore dell'IBC]

La cappella Ghisilardi in San Domenico è stata spesso paragonata dagli storiografi ad un Pantheon familiare, riflesso della fulgida fede che contraddistingue i Ghisilardi, inclita famiglia bolognese rappresentata nel Cinquecento da Ludovivo Ghisilardi. Bartolomeo Ghisilardi, padre di Ludovico, lasciò scritto tra le proprie volontà testamentarie che, nel caso in cui il figlio fosse rimasto senza progenie, il sontuoso palazzo di famiglia, l'attuale palazzo "Ghisilardi-Fava" sede del Museo civico medievale, sarebbe passato all'ospedale dello Spirito Santo. Purtroppo il figlio Ludovico e la nuora Domitilla, nonostante i ripetuti tentativi, non ebbero figli e quindi dovettero ricorrere a tutti gli artifici possibili per non rinunciare alla ricca residenza, nata in pieno centro sui resti di una domus d'epoca romana.

Ludovico per il tramite del bolognese Paolo Zambeccari, ambasciatore a Roma, chiese direttamente a Clemente VII, Papa Medici, la possibilità di rendere nullo il testamento paterno, adducendo, in particolare, motivazioni di carattere economico. D'altro canto Ludovico si sarebbe impegnato nel promuovere la fondazione di una cappella, "pulchra & onorabilissima", nella quale celebrare tutti i giorni una messa in ricordo di Bartolomeo Ghisilardi.

Effettivamente il recente restauro ci ha restituito una splendida cappella, fra le più belle di Bologna. Il volume che ne dà conto, introdotto da Howard Burns, corona il compimento del restauro promosso dal Centro San Domenico e dalla Fondazione Carisbo con la soprintendenza dell'architetto Maurizio Bettini, e descrive il manufatto sia da un punto di vista storico-filologico che da un punto di vista conservativo. Stilato dallo stesso Maurizio Bettini, il volume è arricchito da una cospicua documentazione d'archivio, esegesi delle fonti che scava a fondo nelle opere compiute a Bologna da Baldassarre Peruzzi: il portale della chiesa di San Michele in Bosco (1522), il cartone con l'Adorazione dei Magi conservato al British Museum (1525 circa), la cappella Ghisilardi in San Domenico (1530) e il palazzo Lambertini che sorgeva in prossimità di via degli Orefici (disegnato tra il 1522 e il 1523).

Bettini mette a fuoco i modelli e le tipologie architettoniche in uso nelle legazioni pontificie e nella fattispecie nelle chiese tardorinascimentali di Urbino e di Bologna. In San Domenico, dove lo schema sepolcrale antico viene ripreso in maniera esemplare, il modulo utilizzato da Peruzzi è quello della pianta a croce greca contratta, caratterizzata da quattro colonne libere agli angoli. La colonna libera su piedistallo era stata introdotta, nel tardo Quattrocento, da Francesco di Giorgio Martini. L'architetto senese, maestro di Baldassarre Peruzzi, utilizzò le medesime colonne libere angolari presso la chiesa di San Bernardino, mausoleo dei duchi di Urbino. A pochi chilometri da Urbino, nel territorio urbinate di Orciano, la chiesa di Santa Maria attribuita a Baccio Pontelli, presenta anch'essa in facciata le medesime colonne libere, eleganti e slanciate, che richiamano l'opera martiniana.

Bettini pone in risalto sia la tipologia architettonica, sia il valore della trattatistica rinascimentale; l'autore evidenzia quindi il valore delle tavole con gli ordini architettonici stampate a Venezia nel 1537 nel Quarto libro dell'architettura da Sebastiano Serlio, discepolo di Peruzzi. Durante il restauro della cappella i curatori hanno "riscoperto", in aggiunta al fregio bianco e blu, una colonna su piedistallo che nel Settecento era stata nascosta a seguito dell'intervento eseguito da Carlo Francesco Dotti per l'altare del beato Ceslao. Dopo lunghi anni in cui fu destinata ad uso civile, utilizzata come rifugio durante il secondo conflitto mondiale e adibita ad ufficio nonché a magazzino negli ultimi anni, la cappella è oggi tornata a splendere "pulchra & onorabilissima".


S. Bettini, Baldassarre Peruzzi e la Cappella Ghisilardi, introduzione di H. Burns, Reggio Emilia, Edizioni Diabasis, 2003, 172 p., _ 42,00.

 

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