Rivista "IBC" XI, 2003, 4

Dossier: L'IBC per l'Europa

biblioteche e archivi, dossier /

L'Europa verso le biblioteche

Maria Carla Cavagnis Sotgiu
[Osservatorio dei programmi internazionali per le biblioteche]

Il riconoscimento politico, da parte delle istituzioni europee, del ruolo chiave delle biblioteche nel settore della ricerca in Europa risale alla metà degli anni Ottanta, nel momento in cui si comincia a delineare lo sviluppo della società dell'informazione. Nel 1984 il Parlamento Europeo richiamò l'attenzione del mondo politico sull'importanza e il valore delle biblioteche in Europa e l'anno successivo il Consiglio dei ministri adottò una risoluzione che sollecitava un'azione della Commissione a favore delle biblioteche. Questa risoluzione contiene la visione europea delle biblioteche, che assegnava loro un ruolo decisivo nella società dell'informazione, quali mediatori per la diffusione della conoscenza e della cultura.

Era tuttavia evidente che la situazione delle biblioteche in Europa era molto diversa da paese a paese, e che si rendeva necessario un intervento mirato a far decollare un sistema europeo per l'informazione. Le biblioteche, che storicamente erano state le prime istituzioni culturali a utilizzare l'informatica per gestire le loro attività, mostravano però difficoltà a utilizzare appieno gli strumenti informatici per produrre servizi per gli utenti. A partire dal 1985 la Commissione - attraverso studi preparatori e consultazione d'esperti, provenienti da tutti i paesi e da tutti i tipi di biblioteche - riuscì a definire un quadro delle aree critiche sulle quali era opportuno intervenire e una strategia per avviare un programma d'interventi. L'obbiettivo, per così dire "politico", che la Commissione voleva raggiungere, attraverso il finanziamento di un programma specifico per le biblioteche, era quello di avviare profondi cambiamenti nel settore mediante l'utilizzazione diffusa delle tecnologie elettroniche.

Nel tempo tutti gli interventi nel settore delle biblioteche si sono sviluppati intorno all'idea che nella società dell'informazione le biblioteche hanno un ruolo rilevante, sia come erogatori di servizi, sia come sensori delle esigenze degli utenti dell'informazione. Nell'azione comunitaria si possono individuare diverse fasi di intervento, che corrispondono, poi, ai diversi programmi; gli obbiettivi sono ovviamente diversi, legati però da un unico filo conduttore: la società dell'informazione offre l'opportunità di creare un sistema europeo per l'informazione, nel quale le biblioteche possono avere un ruolo rilevante, come mediatori e produttori di servizi. Alle biblioteche si richiede di mettere al centro della loro attività l'utente, di imparare a sfruttare i vantaggi delle tecnologie e di evolversi sul piano organizzativo, per svolgere un ruolo più aperto e sensibile alle mutevoli esigenze degli utenti.

Il programma, lanciato nel 1990, si focalizzava, attraverso quattro linee d'azione complementari, su alcuni temi chiave che riguardavano gli elementi base dell'attività bibliotecaria: le bibliografie elettroniche, i nuovi servizi e prodotti basati sulle Information Technologies (IT), l'interconnessione dei sistemi e le reti, quali strutture fondamentali per lo sviluppo dei nuovi servizi. Gli obbiettivi strutturali che la Commissione si prefiggeva erano la rapida introduzione a costi ragionevoli delle tecnologie informatiche e degli standard nelle biblioteche, allo scopo di rendere possibile una capillare diffusione dei nuovi servizi.

Il successo di questo programma aveva mostrato che il terreno era fertile, che la strategia di finanziare progetti di servizi innovativi e le linee d'intervento individuate corrispondevano a reali esigenze delle biblioteche. Successivamente, dal 1994, con il lancio del IV Programma Quadro, si passava a una fase di consolidamento e integrazione dei primi risultati raggiunti. A partire dal 1994, e per tutti i programmi successivi, il metodo della Commissione è stato quello di costruire le iniziative sulla base dei risultati dei progetti finanziati.

Il IV Programma Quadro nasceva in un contesto modificato: la rete si stava velocemente evolvendo e diffondendo, ed era aumentata la produzione commerciale di servizi d'informazione elettronici: per le biblioteche si apriva la possibilità di svolgere un ruolo chiave nella gestione delle fonti e dei servizi d'informazione, e nell'educazione degli utenti all'uso di questi nuovi prodotti informativi. Si passa dalla concezione di servizi bibliotecari basati sulle proprie collezioni all'idea di biblioteca come punto d'accesso alle risorse locali e a quelle disponibili sulla rete. L'obbiettivo era sviluppare le infrastrutture telematiche e elettroniche, per la condivisione delle risorse. A questo scopo il programma si articolava su tre linee di azione: sistemi di gestione orientati all'integrazione con la rete e sistemi telematici per favorire la cooperazione, nuovi servizi bibliotecari orientati a facilitare l'accesso diretto degli utenti alle risorse di rete. In questa fase emerge la complessità del nuovo contesto nel quale le biblioteche si debbono muovere: da una parte i tradizionali servizi di biblioteca, i rapporti con la tradizionale catena della produzione dell'informazione, e dall'altra il ruolo dei nuovi fornitori di informazioni prodotte in rete.

Alla fine degli anni Novanta veniva lanciato il V Programma Quadro, nel quale le biblioteche sono collocate nel settore Digital heritage and cultural content all'interno dell'azione "Multimedia content and tools". Gli obbiettivi prioritari sono la creazione di contenuti digitali e di servizi duttili e amichevoli per l'accesso a questi nuovi contenuti culturali. Con l'avvento del digitale si delineavano possibilità infinite di creazione di nuovi strumenti informativi, utilizzando suoni e immagini, e necessariamente si apriva una nuova fase di collaborazione con le diverse istituzioni culturali, quali per esempio musei e archivi. Nell'era digitale, infatti, le istituzioni culturali rappresentano delle inesauribili fonti di "contenuti", che possono essere oggetto di prodotti commerciali. Una sfida per le biblioteche, che sono spinte a sviluppare una nuova progettualità, non più limitata al loro specifico contesto, ma indotta a misurarsi anche con gli aspetti commerciali dei servizi.

Nel 2003 viene lanciato il VI Programma Quadro. Lo sviluppo della società dell'informazione in questi anni diventa una priorità della politica e degli interventi della Commissione Europea. Gli interventi si estendono a tutti i settori della società, dai trasporti all'educazione al turismo.

Nel nuovo programma la specificità delle biblioteche non è facilmente riconoscibile, esse afferiscono principalmente al settore patrimonio culturale insieme a musei e archivi: le biblioteche digitali non sono più appannaggio solo delle biblioteche tradizionali. Gli obbiettivi del programma sono da una parte la creazione di nuovi servizi e strumenti che favoriscano l'accesso di tutti al patrimonio culturale e scientifico europeo in formato digitale, dall'altra la creazione di un sistema europeo di collezioni di contenuti digitali per garantire la conservazione di questo nuovo patrimonio documentale.

Nell'arco di questi dieci anni l'impatto dei programmi europei sulle biblioteche è stato notevole, sia sul piano tecnologico, sia sul piano organizzativo. Uno dei risultati più interessanti è stata la diffusione della cooperazione: sono nati gruppi di interesse, che raggruppano istituzioni e bibliotecari attorno a problemi di comune interesse. Sotto la spinta degli interventi comunitari, molti paesi hanno avviato politiche e interventi pianificati nel settore dei servizi bibliotecari: si è avviato un coordinamento europeo degli interventi. I finanziamenti e i progetti europei sono stati di stimolo per progettare nuovi servizi, sostenere le iniziative dei gruppi più creativi, favorire lo sviluppo e l'adozione degli standard, e soprattutto per avviare il processo di integrazione e cooperazione, che è la base per lo sviluppo futuro dei servizi bibliotecari.

La penetrazione e le ricadute sono state differenti nei diversi paesi europei, principalmente a causa delle diverse condizioni di partenza: alcuni paesi avevano un'antica tradizione di servizi bibliotecari funzionanti e ben radicati nel contesto educativo e dei servizi per i cittadini. Questi paesi sono certamente stati un terreno più fertile e ricettivo per le iniziative europee. Tuttavia tutta la comunità bibliotecaria europea, sotto lo stimolo delle iniziative comunitarie si è evoluta. Il momento attuale è critico: la struttura organizzativa della maggioranza delle biblioteche non è adeguata alla dimensione dei nuovi progetti, ma le biblioteche non possono arrendersi o autoemarginarsi dal contesto europeo.

 

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