Rivista "IBC" XI, 2003, 3

Dossier: Percorsi della memoria

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Per una definizione di "luogo di memoria"

Direzione scientifica del Mémorial de Caen
[Francia]

Per mettere a disposizione dei partner europei uno strumento di orientamento nella fase di realizzazione del progetto europeo "Les chemins de la mémoire", la Direzione scientifica del Memoriale di Caen (Francia), capofila del progetto, ha elaborato un documento che, benchè prenda in esame solo le posizioni degli studiosi francesi, è stato per tutti un valido punto di riferimento. Ne presentiamo un'ampia sintesi.

 

Al momento la definizione più comunemente accettata di luogo di memoria scaturisce dalle riflessioni di Pierre Nora1: una "unità significativa, d'ordine materiale o ideale, che la volontà degli uomini o il lavorio del tempo ha reso un elemento simbolico di una qualche comunità".2 Esistono poi diverse sfumature e puntualizzazioni, a cui nessun autore o storico rinuncia nel presentare la propria ricerca.


Luogo di memoria, fonte diretta, luogo del ricordo

Quelli che comunemente vengono chiamati "luoghi di memoria" sono i monumenti ai caduti, i musei, i cimiteri. Questi ultimi, che siano civili o militari, sono considerati come "veri e propri luoghi di memoria" perché "attestano una realtà [...] e permettono di comprendere gli avvenimenti passati". Il fatto di costruire un cimitero consacrato ai soli soldati del secondo conflitto mondiale evitando di inumarli all'interno di una necropoli creata per i morti all'epoca della Grande Guerra, come è accaduto in Francia, testimonia una "reale volontà di conservare la memoria".3

Allo stesso modo la volontà di memoria è indispensabile per conferire ad un sito il titolo di "luogo di memoria": "al fine di dare un significato vero e vivente del luogo, per dare a quest'ultimo la sua ragion d'essere, un'anima". I luoghi di memoria diventano così delle "fonti dirette", quelle cioè che una società produce volontariamente per trasmetterle ai posteri, a differenza della massa indefinita delle fonti indirette, vale a dire quelle testimonianze che l'epoca ha tramandato senza interrogarsi sulla loro utilizzazione futura da parte degli storici".4 Si può dunque interpretare questa intenzione come una selezione obbligatoria, ragionata, costruita, fatta a partire da criteri precisi al fine di fornire ai siti il titolo di "luoghi di memoria": l'"intenzionalità della memoria" è evidente".5

Nella Guida Gallimard Bataille de Normandie6 si legge che qualche sito è stato scelto pur avendo legami indiretti o deboli con l'avvenimento celebrato: un luogo commemorativo dove la cerimonia in occasione dell'anniversario riunisce i vivi e i morti. In questo caso si tratterebbe proprio di un luogo del ricordo, dove si celebra un atto di memoria ufficiale.


Luogo di memoria e luogo dei fatti

Nell'opera 1944, lieux de mémoire dans l'Orne la nozione di "luogo di memoria" si affina.7 Viene precisato che i luoghi della memoria possono essere di tre tipi:

- "suggeriti", quando un oggetto ricostruito ricorda indirettamente l'offesa subìta (per esempio dai bombardamenti);

- "grezzi", quando non è stato operato alcun intervento di recupero (per esempio le cave dove dei resistenti sono stati fucilati);

- "costruiti", quando l'uomo è intervenuto con un manufatto a indicare un avvenimento (per esempio un monumento, una stele, una lapide).

È innegabile che ciò che costituisce il valore di un luogo di memoria è il peso storico dell'evento che si è consumato: un avvenimento, un'esperienza singolare devono riempire un sito.


Luogo di memoria e luogo simbolo

Talvolta un luogo di memoria diventa anche luogo simbolico, emblematico di un passaggio storico eccezionale. Per esempio: Waterloo è luogo di memoria non solamente perché fu il luogo della celebre battaglia, ma soprattutto perché simboleggia una svolta nella storia europea: "cesura bruciante e visibile del tempo che separa non solo vincitore e vinto, ma le epoche di cui si presumono essere la frontiera cronologica".8 Questo aspetto è ugualmente descritto da Pierre Nora a proposito del Calendario repubblicano entrato in vigore alla fine del 1793 e che, se fosse rimasto in vigore, avrebbe cambiato per sempre la vita del paese, l'avrebbe riorganizzata e ne avrebbe cambiato la concezione del mondo. 9

Nei Cahiers de médiologie i luoghi di memoria sono definiti come dei "luoghi di risorse, stock dove si vengono ad attingere, raccogliere o acquisire delle informazioni".10 Regis Debray divide al loro interno i siti storici e considera i monumenti ai caduti, i cimiteri, le lapidi commemorative come dei "monumenti-messaggio", mentre invece il "monumento-traccia" corrisponde meglio a ciò che si può definire un luogo di memoria e cioè "un documento senza motivazione etica o estetica [...]. Non intenzionale, non è stato fatto perché ci si ricordi di esso, ma per essere utile, e non ambisce ad essere opera originale o estetica [...]. Può essere una strada, una baracca, una trincea [...]. Il suo valore è più spesso metaforico o metonimico, non rimanda ad una istituzione, ad un ambiente, [...] è mescolato al quotidiano, al terreno, `alla vita'. Con un forte valore di evocazione, d'emozione o di restituzione". Il "monumento-traccia" appartiene al registro della memoria (tradizione e patrimonio) e ha valore di cultura: in questo caso il luogo di memoria è inteso come luogo di identità, la cui funzione primaria è di testimoniare. L'uso raccomandato è la visita; l'ambiente vettore è la società civile. È sospeso al giudizio peritale degli storici ("è autentico?"), il suo carattere storico è accidentale.11


Punti di forza e di debolezza di un luogo di memoria


Punti di forza

Il luogo di memoria ha come scopo fornire al visitatore, al passante, il quadro autentico e concreto di un fatto storico. Rende visibile ciò che non lo è: la storia. In un certo modo il luogo di memoria unisce in un unico campo due discipline: la storia e la geografia. Infatti "la geografia [diviene] la condizione iniziale della visibilità della storia [...] le dà la sua forza di verità". "La geografia, e più precisamente la mappa, come descrizione dei luoghi, svolge così un ruolo di illuminazione e occupa una funzione di evidenza, assolutamente precisa nell'economia del discorso storico: essa permette, come indicava Polibio, di orientare il racconto e fornisce un supporto all'immaginazione del lettore". Il luogo di memoria così definito è un vero supporto pedagogico, che facilita largamente la comprensione di un avvenimento, attraverso un quadro fornito direttamente. L'immaginazione del visitatore può allora poggiarsi su questo quadro, per essere finalmente più vicina alla verità. Si assiste così a un "allestimento del sapere [...] che è destinato a facilitare la sua memorizzazione".12

Come il monumento, il luogo di memoria è un mezzo per legare passato, presente e futuro: esso simboleggia il passato attraverso le sue tracce visibili ed evoca nello spirito del visitatore una certa epoca rimanendovi impresso a lungo; inoltre, aggiunge Debray, nel raccoglier le tracce "lega gli uomini".13 Trattandosi però di "segni allo stato puro [...] afferrabili solamente nella loro empiricità più immediata",14 i luoghi di memoria con la loro realtà fisica non sono metaforici come i monumenti: al contrario, essi proiettano il visitatore direttamente nel passato, veicolando "il messaggio in tutta la sua ampiezza simbolica".15 Quanto più il luogo è intenso e trasmette emozioni, tanto più esso diviene "memorabile", dal momento che l'impronta "è più credibile della parabola, il testimone più autentico della grande narrazione, e la ritrasmissione in diretta più emozionante della messa in scena".16 Essendo il contatto sensoriale uno degli elementi di stimolo del processo di memorizzazione (Epicuro), la visita sul campo e la presa diretta di più luoghi correlati permettono altresì di creare dei "riferimenti memorabili" con la storia.


Punti di debolezza

Ponendosi l'obiettivo di definire un circuito di eventi legati ai grandi conflitti che hanno attraversato l'Europa, i luoghi che andranno a costituire gli "Chemins de la mémoire" devono essere ampiamente riconosciuti, perché, come ricorda Nora, i luoghi di memoria sono tali solo se c'è piena unanimità intorno ad essi. La principale difficoltà, allora, è giustificare la scelta di un luogo detto di "memoria", piuttosto che un altro: "I punti di riferimento e i luoghi della collettività non sono mai esattamente sinonimi dei luoghi e dei punti di riferimento dell'individuo".17 Per quanto riguarda gli "Chemins de la mémoire", il luogo di memoria non dovrà essere giustificato solamente a livello locale ma anche a livello più ampio possibile. Non bisogna cadere nel "pericolo dell'incomunicabilità ("Non significa niente per noi") o in quello dell'inflazione ("Tutto è significativo")".18 Bisogna classificare rigorosamente i luoghi per accordare loro il titolo di "luogo di memoria" al fine di evitare che "nella notte dell'assoluto, tutte le vacche (siano) nere".19 I luoghi selezionati devono pertanto avere un carattere simbolico eccezionale, ragguardevole, memorabile: devono caratterizzare un momento storico importante.

Un'altra difficoltà che riguarda i luoghi di memoria, soprattutto quando siamo in presenza di elementi fisici, materiali, è la necessità che siano perenni: il loro deterioramento può portare con sé una perdita di senso, o diminuire il loro potere evocativo. Per ovviare a questa decadenza, laddove è possibile, bisognerebbe segnalare, a completamento della visita del luogo di memoria in questione, un museo che potrebbe restituire artificialmente al sito tutta la sua pienezza spaziale, e fornire un supporto per favorire la "presa di possesso del luogo" da parte dei visitatori. Così, ad esempio, le rovine di Oradour-sur-Glane hanno "una forte carica emozionale" che testimoniano direttamente il massacro. Vittime anch'esse del passaggio del tempo, esse si interscambiano:

- con il memoriale che raccoglie gli effetti appartenuti agli abitanti;

- con il cimitero che raccoglie le spoglie;

- con un "Centro internazionale di documentazione sulle conseguenze del dramma del 10 giugno 1944".20

Dal momento che il progetto "Les chemins de la mémoire" ha una vocazione storica e turistica, occorre indicare i musei, i cimiteri e ogni altro supporto didattico che sia collocato nei dintorni di un luogo specifico, per consentire al visitatore poco o per niente documentato di comprendere perché tale luogo, piuttosto che un altro, è detto di "memoria" ed appropriarsene indipendentemente dall'aspetto fisico del sito. Ciò è ancora più importante per i luoghi trasformati o distrutti dal tempo, dove però sono avvenuti fatti di rilievo.


Criteri possibili


Per definire un luogo di memoria si possono proporre diversi criteri. A causa della molteplicità degli attori che possono aver determinato o interagito in un avvenimento, i luoghi repertoriati dovrebbero soddisfare il massimo dei criteri:

- l'importanza del fatto: il luogo può offrire un quadro reale di un fatto che ha avuto delle conseguenze a livello nazionale, o addirittura europeo, come anche a livello simbolico, economico, militare, culturale, tecnico;

- la presenza di personalità importanti o di un gran numero di individui anonimi raccolti nel sito in una data occasione;

- la rappresentatività: l'avvenimento che vi si svolge deve essere rappresentativo dell'epoca;

- l'atipicità: l'avvenimento che vi si svolge può essere atipico. Nell'intento di dare una visione globale, oggettiva di questi periodi agitati, può essere pertinente sottolineare dei fatti "straordinari", che stridono in mezzo agli altri avvenimenti;

- l'accessibilità ai turisti: il luogo deve essere accessibile alle macchine, se non addirittura agli autobus;

- la vicinanza alle infrastrutture: un supporto didattico (museo, centro di documentazione, archivio, cimitero, ecc.) deve trovarsi in prossimità del sito interessato, per fornire ai visitatori un quadro storico completo degli eventi: infatti non sempre il visitatore è documentato per comprendere pienamente il valore simbolico di un luogo e collocare gli avvenimenti che fanno da contesto all'evento principale.


Esempi concreti:

Il cimitero cinese di Noyelle (Baie de Somme), la più grande necropoli cinese in Francia, poiché illustra un fatto atipico della Prima guerra mondiale, non necessariamente conosciuto dal grande pubblico. La presenza di questi cinesi si spiega con un accordo cino-britannico. I primi ingaggiati arrivarono nel 1917: sul totale di 12.000 lavoratori giunti fino al 1919 la maggior parte fu uccisa in combattimento o dall'epidemia di spagnola.

Il memoriale canadese di Vimy, che risale al 1936, si trova su un luogo di intenso combattimento, perno centrale del sistema difensivo tedesco fra il 1914 e il 1917. Numerosi soldati vi furono uccisi e feriti (oltre 14.000). Sono ancora visibili delle trincee e gli effetti delle granate.

Vassieux-en-Vercors simboleggia gli atti di resistenza del maquis del Vercors. In questo luogo era stato inizialmente previsto l'atterraggio degli Alleati. Ma il 21 luglio 1944 alcuni alianti tedeschi vi lanciarono dei soldati. Pensando che si trattasse degli Alleati, i resistenti si esposero e vennero massacrati insieme agli abitanti del villaggio (museo, memoriale, necropoli con i 193 morti del luglio 1944).

Sassenage (Vercors) può ugualmente essere considerato un luogo di memoria poiché fu un punto di incontro decisivo. Infatti è in questo luogo che fu decisa la nascita del maquis del Vercors da Jean Prévost e Pierre Dalloz.

Arromanches è diventato un luogo di memoria a differenza della non lontana Vierville-sur-Mer: entrambi i comuni hanno accolto un porto artificiale chiamato "Mulberry", simbolo dell'ingegnosità e dell'ingegneria alleate, ma questo porto non fu utilizzato che ad Arromanches, poiché quello di Vierville fu distrutto in seguito a una tempesta. Il porto di Arromanches accolse navi in numero più consistente del previsto e fu utilizzato anche più a lungo (9.000 tonnellate di materiale al giorno e cioè il traffico di Le Havre prima della guerra). Permise agli Alleati di essere riforniti facilmente e quindi ebbe un ruolo importante nello svolgimento del conflitto. Infine, ancora oggi sono visibili i cassoni Phenix e si possono visitare due musei che permettono di comprendere meglio ciò che accadde ad Arromanches.

Courseulles fu il punto di sbarco di De Gaulle al rientro dal suo esilio in Inghilterra.


Conclusioni


I luoghi di memoria, scrive Nora, aiutano a "fermare il tempo, bloccare il lavoro dell'oblio, fissare uno stato di cose, rendere immortale la morte, materializzare l'immateriale per racchiudere il massimo del significato nel minimo dei segni".21 Inoltre, continua lo storico, essi non servono a "identificare solamente dei corpi mutilati, ma a far capire, perdonare, e dimenticare".22 Questa filosofia è alla base del progetto "Les Chemins de la mémoire": aiutare a capire le cause e gli errori che hanno scatenato le tragedie belliche e portato lutti e divisioni fra i popoli europei, per evitare che possano ripetersi.

Anche se la preoccupazione scientifica resta al centro del progetto, gli "Chemins de la mémoire" intendono stimolare anche un turismo culturale e dunque la creazione o l'intensificazione di flussi di visitatori sui luoghi prescelti. Il progetto privilegia certamente luoghi di fatti rimarchevoli ma l'eventuale scomparsa delle tracce che testimoniano gli avvenimenti passati nulla toglie al valore dei luoghi scelti. La dimensione pedagogica e turistica del progetto verrà salvaguardata dalla segnalazione dei musei e delle attività create intorno ai luoghi.

 

Note

(1) Les Lieux de Mémoire, a cura di P. Nora, Paris, Gallimard, 1997.

(2) Le Grand Robert de la langue française, Paris, Le Robert, 1993.

(3) G. Kantin, G. Manceron, Les Echos de la mémoire, Paris, Edition Le Monde, 1991, pp. 213-214, 217-218.

(4) Les Lieux de Mémoire, cit., p. 38 e succ.

(5) E. Morin citato da E. Dieudonne, Tourisme et lieux de mémoire de guerre, in Tourisme et culture, "Les Cahiers Espace", giugno 1994, pp. 154-162.

(6) Bataille de Normandie, Paris, Gallimard, 1994, pp. 260-261.

(7) 1944, lieux de mémoire dans l'Orne, Archives Départementales de l'Orne, 1994.

(8) M. Watelet, P. Couvreur, Waterloo, lieu de mémoire européenne, in Le lion de Waterloo, un monument controversé, Waterloo, Edition Académie Bruylant et Association francoeuropéenne de Waterloo, 2000, p. 155.

(9) Les Lieux de Mémoire, cit.

(10) L. Merzeau, Du monument au document, in Cahiers de médiologie. La confusion des monuments, Paris, Gallimard, 1999, p. 56.

(11) R. Debray, Trace, forme ou message?, in Cahiers de médiologie, cit., p. 34, pp. 32-33.

(12) Jardin, art et lieu de mémoire, a cura di M. Mosser e P. Nys, Arles, Acte Sud, 1997, p. 265 e succ.

(13) R. Debray, Trace, forme ou message?, cit., p. 40.

(14) Les Lieux de Mémoire, cit.

(15) G. Kantin, G. Manceron, Les Echos de la mémoire, cit., p. 222.

(16) L. Merzeau, Du monument au document, cit., p. 53.

(17)P. Lacoste, L'avenir des commémorations, in Travail de mémoire, Paris, Edition Autrement, Collection Mémoires, 1999, p. 174.

(18) F.B. Huyghe, Un patrimoine sans patrie?, in Cahiers de médiologie, cit., p. 29.

(19) Citato in R. Debray, Trace, forme ou message?, cit., p. 29.

(20) J.F. Marguerin, Le village-martyr d'Oradour-sur-Glane: sa gestion en tant que monument historique, in Faut-il restaurer les ruines?, Paris, Direction du patrimoine, Collection Les Entretiens du Patrimoine, 1991, p. 101.

(21) Les Lieux de Mémoire, cit.

(22) Citato da E. Dieudonne, Tourisme et lieux de mémoire de guerre, cit.

 

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