Rivista "IBC" XI, 2003, 3

musei e beni culturali / mostre e rassegne, progetti e realizzazioni, pubblicazioni

La piccolissima Galleria. Donne artiste alla Ricci Oddi, a cura di S. Fugazza, Piacenza, Tipolito Farnese, 2003; Natura/naturae, a cura di G. Bonvicini e M. E. Marchini, ibidem; Cover Theory. L'arte contemporanea come re-interpretazione, a cura di M. Senaldi, Milano, Libri Scheiwiller, 2003; Isole frattali, a cura di R. Maggi, Milano, Edizioni D'Ars, 2003; Multietnicittà, a cura di A. Mattia Martini e C. Trivellin, ibidem.
Piacenza Contemporanea

Claudia Collina
[storica dell'arte contemporanea]

Nel corso del dibattito cittadino di qualche mese fa relativo a nuovi spazi pubblici da dedicare all'arte contemporanea di Piacenza, Renato Barilli ha lanciato ad amministratori locali ed esperti alcune linee progettuali che riguardano il collegamento dell'ex palazzina dell'Enel di via Santa Franca alla Galleria "Ricci Oddi", quale completamento ideale di un percorso d'arte contemporanea. Il percorso, sviluppato assai bene dalla Galleria per quanto concerne l'Ottocento e il primo Novecento, potrebbe essere completato sino all'attualità dall'attività, eventualmente anche collezionistica, dell'ex palazzina dell'Enel. Lo stesso Barilli ha suggerito l'acronimo di Piacenza Contemporanea, che si collegherebbe alla sigla del Comune e della Provincia più a ovest della regione.

La proposta del critico, che ha anche spaziato su possibilità di potenziamento, valorizzazione e promozione dell'esistente e dell'acquisibile della "Ricci Oddi", ha riscosso l'interesse e l'approvazione dell'assessore alla cultura del Comune di Piacenza, Stefano Pareti, e del direttore della Galleria, Stefano Fugazza, che sentono in particolare l'esigenza di costituire nuove strutture culturali riferite all'arte degli ultimi due secoli, come un Centro di documentazione che renda fruibile la cospicua biblioteca della "Ricci Oddi" e si ponga come un polo di ricerca di storia dell'arte, dell'Ottocento e del Novecento, alternativo ai già esistenti, spesso chiusi o di difficile consultazione. Si auspicava, inoltre, l'intervento di spontanee donazioni librarie o d'altre forme editoriali multimediali, e la creazione d'infrastrutture che possano includere l'attività convegnistica e ulteriori spazi espositivi.

Il dibattito sulla futura destinazione d'uso dell'ex palazzina dell'Enel è, da mesi, assai serrato e, comunque si concluda, evidenzia con certezza come il territorio piacentino sia culturalmente vivace e dimostri una particolare attenzione per l'arte contemporanea. Un'attenzione che si estrinseca, per ora, in tre poli di riferimento: la Galleria "Ricci Oddi", appunto, e la sede espositiva dell'ex Centrale Emilia, ora Officina della Luce, a Piacenza, e il privato Museum In Motion (MIM) a Castel San Pietro in Cerro, che allarga la sua attività espositiva con mostre temporanee nell'Antico Palazzo della Pretura di Castell'Arquato.

Vediamo nel dettaglio gli ultimi eventi. Stefano Fugazza, con la sensibilità culturale che lo contraddistingue, ha realizzato una piccola ma significativa mostra, "La piccolissima Galleria. Donne artiste alla Ricci Oddi", dedicata ad artiste le cui opere sono presenti nella collezione della Galleria. L'evento espositivo, nel Salone d'Onore, era corredato di un piccolo catalogo ed è stato fruibile dal 23 maggio al 23 giugno 2003: esso mirava fare il punto oggettivo sulla scarsa presenza dell'arte femminile, nel secolo precedente, e rendeva conto dell'esiguità dell'esistente in collezione, collegandosi poi esplicitamente alla mostra allestita nel giardino della Galleria, "natura/naturae", a cura di Gyonata Bonvicini e Maria Elisa Marchini, che hanno dato rilevanza alla creatività di artiste della contemporaneità attuale confrontatesi nel rapporto tra arte e natura (in particolare sull'ancestrale comunanza tra i due tipi di natura, quella femminile e quella terrestre). Ecco quindi un breve, organico excursus in due cataloghi dello sviluppo artistico delle donne nel corso del Novecento e nel Duemila, attraverso gli artefatti di Franca Baratti, Mariù Berzolla, Luciana Donà, Federica Galli, Lis Magni Fasiani, Tina Saber, Vanda Seccia, Ada Tassi, Gemma Vercelli, Maria Zangrandi Barattieri, Heike Bollig; Chiara Camoni, Patricia Franceschetti, Anya Gallaccio, Patrizia Giambi, Deborah Ligorio, Ann Lislegaard, Sara Rossi, Annika Ström e Sabrina Torelli. Opere che dimostrano l'evoluzione delle tradizionali discipline dalle belle arti alla molteplicità delle arti plastiche e come le donne nel mondo dell'arte siano diventate, nel corso del tempo, sempre più autonome, incisive e numerose.

Presso l'Officina della Luce, dall'11 maggio al 29 giugno 2003, si è tenuta l'esposizione "Cover Theory. L'arte contemporanea come re-interpretazione", a cura di Marco Senaldi, che ha orchestrato artisti e intellettuali a confronto sul tema dell'originale e dell'ispirazione che esso crea a distanza di tempo: dalla "copia" - nel caso della quale mai, in effetti, di duplicato si tratta - alla rilettura. Con spirito postmoderno sono stati esposti lavori di Alighiero Boetti, Marcel Broodthaers, James Lee Byars, Robert Longo, Luigi Paolini, Salvo, Antonio Trotta, Stefano Arienti, Bertozzi e Casoni, con opere di Massimo Carozzi, Maurizio Cattelan, Loris Cecchini, Antonio De Pascale, Claudia Losi, Amedeo Martegani, Maurizio Mercuri, Sabrina Mezzaqui, Simon Morley, Luis Felipe Ortega, Leonardo Pivi, Antonio Riello e Richard Prince. La mostra ha avuto diverse iniziative a latere, sempre legate al tema della re-interpretazione, come concerti, letture di poesie, balletti e un convegno, mirate a porre in rilievo come il remix di una cover non sia solo un'espressione puramente musicale, ma interessi tutte le diverse forme artistiche, e come l'arte contemporanea, sin dalle avanguardie storiche, abbia usato la parola, la musica, il teatro, il gesto, l'azione e l'oggetto.

Il museo privato MIM, di Franco Spaggiari, ha organizzato una serie di mostre presso le sale espositive dell'Antico Palazzo della Pretura di Castell'Arquato, in collaborazione con l'associazione milanese D'ARS Oscar Signorini, che faceva culturalmente capo a Pierre Restany. Si tratta di diversi progetti artistici tematici affidati a curatori che contestualizzano opere d'alcuni artisti agli argomenti affrontati: si è scelto di dare conto, in questa sede, di due iniziative. Dal 23 marzo al 21 aprile 2033, "Isole frattali", a cura di Ruggero Maggi, ha compiuto un viaggio nella metafora dei frattali quale soglia di confine tra ordine e caos, attraverso i lavori di Anna Boschi, Cosimo Cimino, Gianni D'Anna, Giovanni Giurioli, Riccarda Montenero, Fernando Andolcetti, Angelo Caruso, Còngelo, Franco Ottavianelli, Mauro Manfredi e lo stesso Ruggero Maggi. Dal 25 maggio al 22 giugno dello stesso anno, Castell'Arquato ha ospitato "Multietnicittà", mostra d'installazioni, sculture e dipinti di Paolo Buggiani, Hsiao Chin, Keith Haring, Javier Marin, Masuda Hiromi, Hidetoshi Nagasawa, Medhat Shafik e Antonio Trotta: la rassegna, a cura di Alberto Maria Martini e Cristina Trivellin, aveva l'encomiabile proposito di riunire il lavoro di artisti di diversi continenti, Asia, Americhe, Europa e Africa, per un confronto diretto e armonioso tra alternativi modi di fare arte contemporanea dell'attualità con qualità.

La cultura artistica del Novecento e del Duemila trova, così, sul ricettivo territorio del piacentino, istituti e amministrazioni pubbliche e private pronte alla sua valorizzazione e promozione; e se Piacenza Contemporanea manterrà le premesse emerse dal dibattito, si pone come uno dei poli più attivi e interessanti, sull'argomento, della regione Emilia-Romagna.

 

La piccolissima Galleria. Donne artiste alla Ricci Oddi, a cura di S. Fugazza, Piacenza, Tipolito Farnese, 2003, 47 p., s.i.p.

Nature/nature, a cura di G. Bonvicini e M. E. Marchini, ibidem, 47 p., s.i.p.

Cover Theory. L'arte contemporanea come re-interpretazione, a cura di M. Senaldi, Milano, Libri Scheiwiller, 2003, 200 p., s.i.p.

Isole frattali, a cura di R. Maggi, Milano, Edizioni D'Ars, 2003, 35 p., s.i.p.

Multietnicittà, a cura di A. Mattia Martini e C. Trivellin, ibidem, 20 p., s.i.p.

 

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