Rivista "IBC" XI, 2003, 3
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / pubblicazioni
Il volume 2002 de Il Carrobbio presenta interessanti contributi riguardanti argomenti diversi. Sono rievocate sia la vita che le opere di personaggi importanti nel panorama politico e culturale bolognese. Alcune ricerche sono volte alla ricostruzione storica di alcuni edifici sacri, di associazioni mediche e universitarie presenti a Bologna fra l'Ottocento e il Novecento, altre offrono un'immagine suggestiva della Bologna ottocentesca, altre ancora prendono in esame raccolte museali e private.
Il volume si apre con un contributo di Angela Donati relativo alla sezione del Lapidario romano di Modena allestita nel 2002 e collegata ai Musei civici della città. La raccolta comprende ben 25 monumenti quasi tutti iscritti, che completano il quadro relativo alla prima fase della produzione epigrafica mutinense, compresa fra la metà del I secolo avanti Cristo e i primi decenni del secolo successivo. I due interventi successivi di Anna Maria Capoferro Cencetti e Paola Foschi riguardano rispettivamente la ricostruzione della storia della chiesa bolognese di San Michele di Leprosetti e la ricerca storica e storico-architettonica di chiese cittadine ormai scomparse, la cui testimonianza è presente solo nella documentazione storica e iconografica, e di altre salvate dalla distruzione.
Interessante è l'intervento di Kenichi Takahaschi che analizza la rappresentazione della morte di Cleopatra, regina d'Egitto, sia dal punto di vista pittorico che letterario. L'autrice riporta le varie interpretazioni proposte dai classici latini sul modo e la dinamica della vicenda, per poi concentrarsi sull'interpretazione pittorica adottata da Guido Reni, il quale dipinse questo tema ripetutamente. Nella parte finale l'autrice analizza un passo della tragedia dedicato alla regina, opera di Giovanni Capponi, membro dell'Accademia dei Gelati e fondatore dell'Accademia dei Selvaggi.
Gli interventi di Paola Ugolini e Anna Rita Marcacci raccontano la vita e le opere di due personaggi di origine romagnola: l'abate riminese Aurelio De' Giorgio Bertola e il professore Francesco Rocchi. Il primo scrisse nel 1795 una relazione di viaggio redatta rielaborando il suo taccuino scritto in itinere. In essa l'autore arricchisce la descrizione paesistica con una spiegazione accademica della formazione del territorio attraversato dal fiume Reno, analizzato dal punto di vista morfologico, privilegiandone gli aspetti orografici e idrografici. Francesco Rocchi divenne professore universitario di Archeologia nel 1847, mentre dal 1868 al 1871 fu preside della Facoltà di lettere e filosofia. Collaborò a studi effettuati da importanti personaggi come Mommsen e Bormann, offrendo un contributo notevole alla realizzazione del Corpus Inscriptionum Latinarum, grazie alla sua notevole conoscenza delle epigrafi. A Bologna ricoprì numerosi incarichi fra cui quello di revisore e compositore delle epigrafi sepolcrali che si ponevano nel Cimitero comunale della Certosa.
Un aspetto importante della vita del Carducci a Bologna, sua patria "elettiva", viene descritto da Marco Poli, che rievoca il gesto della Regina Margherita di Savoia, la quale acquistò la biblioteca di Carducci e successivamente la sua casa per poi donarla al Comune di Bologna. Questo ha permesso di rendere disponibile per la collettività le opere di una delle figure più importanti nel panorama letterario italiano. Greta Bilancioni descrive l'attività di un altro grande poeta, Dino Campana, durante il suo soggiorno bolognese e in particolare il suo rapporto con l'amico giornalista Bino Binazzi, che recensì molte delle sue opere. L'antico fascino della città emiliana è sapientemente rievocato anche nell'ultimo libro di viaggi della scrittrice francese Vernon Lee dal titolo The Golden Keys (1925), da cui nel suo contributo Rita Severi trae i due saggi The Old Bologna Road e Dusky Many-Towered Bologna, proponendoli per la prima volta in traduzione italiana.
Gilberto Govi, nel suo intervento, propone un'analisi dei verbali delle riunioni tenutesi durante i primi cento anni di vita della Regia Scuola Superiore di Agraria, divenuta nel 1935 Facoltà di agraria, per illustrare le figure dei vari direttori e successivamente dei presidi, nel loro specifico compito di guida nell'ambito dei corsi universitari e dell'ampliamento delle strutture edilizie della facoltà. Stefano Arieti si occupa, invece, della storia e dell'attività svolta in ambito cittadino dalla Società Medica di Bologna, nata nel 1802 quale organismo istituzionale per la salvaguardia della salute dei cittadini. La sua attività si esaurirà all'inizio del XX secolo favorendo la nascita dell'Associazione medica italiana, primo accenno del futuro Ordine professionale.
Il Carrobbio. Anno XXVIII, 2002, Bologna, Pàtron Editore, 2002, 271 p., Ç 41,00.
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