Rivista "IBC" XI, 2003, 2

musei e beni culturali / pubblicazioni

A. M. Matteucci, I decoratori di formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano, Electa, 2002.
Neoclassicismo alla bolognese

Elisabetta Landi
[IBC]

È uscito l'atteso volume di Anna Maria Matteucci su I decoratori di formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli. Uno studio importante, svolto con la collaborazione di uno staff di studiosi e di esperti di settore che hanno affrontato insieme all'autrice le diverse espressioni di quel gusto onnicomprensivo, perché molteplice e differenziato, che fu il Neoclassicismo. Lo stile di tutta un'epoca, caratterizzata da vistosi cambiamenti politici e sociali, e da trapassi continui di cultura, anche in ambiti cronologici piuttosto ristretti.

Prende forma in tal modo il complesso panorama artistico della Bologna prima e dopo l'arrivo dei francesi. La città pontificia dove l'aristocrazia papalina si apprestava a passare le consegne al ceto rampante giacobino, committente di prestigiose imprese urbanistiche, architettoniche e decorative dove si immettevano i valori rinnovati di un'antica tradizione. La tradizione artistica bolognese, uno dei cui aspetti più significativi fu per l'appunto quello della grande decorazione, esportato in numerose capitali europee, e restituito all'originaria vitalità da artisti come Felice Giani. Cambiano i committenti, cambiano i valori e conseguentemente l'iconografia e i simboli rappresentati ma, e un'opera come questa lo dimostra, nella pittura e nella progettazione degli artisti bolognesi si riconferma ancora una volta l'alto livello qualitativo e l'originalità nell'elaborare soluzioni e potenziare settori tradizionali.

Dalla persistenza della pratica scenografica e figurativa adattata per la decorazione degli interni alle esigenze variabili del gusto nei palazzi e nelle ville nobiliari, fino alle dimore della borghesia e ai "casini" di campagna, alla vitalità ritrovata della scultura, capace di adeguarsi, dagli anni Settanta del XVIII secolo, alle migliori realizzazioni in stucco delle "gallerie all'antica" che un po' dovunque, a partire dalla metà del secolo e da Roma, si affermarono in Inghilterra e nelle aree culturalmente aggiornate dell'Europa. Non temono di misurarsi con le produzioni "piranesiane" degli Adam le variazioni ellenizzanti e tardo romane di Carlo Bianconi, David Zanotti o Giacomo Rossi per le residenze dei de' Bianchi, di Giuseppe Pallavicini, di Carlo Filippo Aldrovandi, del banchiere Gnudi e di molti altri.

Decorazione, scenografia, gusto per l'antico, etruscherie ed esotismo ma anche preromantica riscoperta della natura nel genere bolognese della "stanza paese" - da Vincenzo Martinelli a Rodolfo Fantuzzi. Questi gli ingredienti di una stagione artistica da riscoprire, integrata, nel volume, da un utilissimo capitolo sugli arredi bolognesi in stile impero. Una panoramica completa della cultura decorativa del Neoclassicismo con tutti i suoi protagonisti, anche i meno noti o sconosciuti, recuperati grazie al capillare censimento storico, documentario e fotografico del volume che si aggiunge, come strumento insostituibile, alle ricognizioni su Felice Giani e la civiltà figurativa dell'età neoclassica (1999).

Un appuntamento con la storia che rivive nelle dimore dove si espresse quella cultura artistica ma anche nella rivisitazione del ceto committente, raccontato da Anna Maria Matteucci. Carlo Filippo Aldrovandi Marescotti, Massimiliano Gini, Ulisse Aldrovandi, Angelo Filicori, Gaetano Conti e l'esponente dell'ala riformata dell'urbanistica e dell'architettura cittadine, Giovanni Battista Martinetti, ritratti da Pelagio Palagi nei disegni conservati all'Archiginnasio. Quasi una galleria della Bologna giacobina e napoleonica, poi frequentata da Stendhal, che si riconosceva nei salotti del Marescalchi, del ministro Aldini ma soprattutto alla corte di Elisa Bonaparte nel principesco palazzo Baciocchi, tra i cantieri del nuovo gusto.

 

A. M. Matteucci, I decoratori di formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano, Electa, 2002, 517 p., Ç 100.

 

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