Rivista "IBC" XI, 2003, 2

territorio e beni architettonici-ambientali / immagini, progetti e realizzazioni

Alla fine degli anni Sessanta l'architetto milanese Piero Bottoni terminava il rilievo fotografico completo del centro storico ferrarese. Un archivio prezioso, oggi, per lo studio delle trasformazioni urbanistiche recenti: tanto che il Comune ha messo in cantiere un progetto per recuperarlo.
Ferrara '68

Fabio de Luigi
[Servizio Pianificazione del Comune di Ferrara]

Nel grande dibattito sull'urbanistica e sul recupero architettonico sviluppatosi nel secondo dopoguerra giocò un ruolo preminente l'architetto Piero Bottoni (Milano, 1903-1973) che si fece promotore di un metodo analitico di indagine della "qualità ambientale", applicabile al complesso e variegato insieme degli abitati storici. A partire dalla nozione di riconoscimento delle stratificazioni storiche presenti negli edifici dei centri edificati e da una loro contestualizzazione sociale ed ambientale, Bottoni proponeva nuove frontiere in campo architettonico, edilizio e urbanistico.

Nel 1960 - in un contesto culturale e normativo in cui la legge 1497/39 già vincolava ambienti che non necessariamente costituivano un monumento a sé stante ma erano comunque testimonianza di "legante" tra opere maggiori e minori - la stesura del Piano regolatore generale di Ferrara (di cui era consulente l'architetto Giovanni Michelucci) e la successiva definizione del Piano particolareggiato di tutela del centro storico inaugurano la collaborazione tra Bottoni e l'Amministrazione comunale della città estense.

Un'importante modalità attuativa del processo di conoscenza richiesto da questo approccio fu la schedatura completa dell'edilizia del centro storico di Ferrara: non solo, quindi, gli edifici monumentali e le zone ad essi limitrofe, ma anche tutta la compagine edificata, strada per strada, edificio per edificio. Il rilievo si articolava per schede, per strada e per isolato, e veniva ulteriormente dettagliato da una serie di fotografie e/o di rilievi a mano delle facciate principali, per un complesso di circa 8.000 fotografie in bianco e nero e alcuni rilievi a mano.

Lo svolgimento del rilievo completo richiese quattro anni di lavoro, dal 1965 al 1968 e coprì sostanzialmente l'area edificata interna alle mura estensi. Questa importante opera di catalogazione non modificò certo le scelte e le priorità dello sviluppo urbano di Ferrara negli anni successivi, anche se indubbiamente si impose per il suo carattere enciclopedico, specie in considerazione della dimensione della compagine edificata all'interno della cortina muraria, che con i suoi circa 450 ettari è uno dei centri antichi più estesi d'Europa.

L'enorme (per l'epoca) mole di materiale prodotto, che avrebbe richiesto ingenti investimenti di costante aggiornamento per un suo successivo reale utilizzo come "catasto" fotografico della città, rimase quindi come istantanea di un territorio che comunque è stato successivamente soggetto a trasformazioni; non secondario è stato inoltre il problema della protezione dei materiali dell'archivio dall'usura del tempo. A più di trenta anni da questi eventi la stessa Amministrazione comunale sta varando una serie di interventi organici sul centro storico della città per una sua rivalutazione fisico funzionale in un nuovo contesto di valorizzazione turistico-culturale che in questi anni ha proiettato la città su un diverso e più importante scenario nazionale e internazionale: quello delle città nominate "Patrimonio dell'Umanità".

In questo quadro e con la disponibilità delle moderne tecnologie informatiche ecco che l'archivio fotografico "Bottoni" assume un nuovo valore, anche se ancora di tipo storico. L'archivio, opportunamente gestito, può diventare infatti il riferimento per lo studio delle trasformazioni alla grande ed alla piccola scala avvenute negli ultimi trenta anni nel centro storico della città, fornendo interessantissime notizie sull'uso e l'accostamento dei materiali edilizi, degli elementi di ornamento e di arredo.

Con un progetto totalmente gestito all'interno dell'Amministrazione comunale,1 che si avvale delle professionalità del personale dipendente e utilizza tecnologie di mercato, si sta provvedendo alla scansione elettronica di tutte le fotografie dell'archivio: dopo una individuazione rigorosa del luogo di ripresa originaria (edificio, piazza, porzione di strada) le immagini vengono ricollocate nella via ed al numero civico oggi corrispondenti.

Grazie alla disponibilità di un GIS, un sistema informativo territoriale aggiornato che fornisce una mappa elettronica e interattiva della città, è stato possibile "appoggiare" virtualmente ogni immagine nel punto della mappa stradale a cui essa fa riferimento, così da ottenere una vera e propria "guida turistica" alla Ferrara della fine degli anni Sessanta.

L'ultima fase prevede l'utilizzo di una fotocamera digitale per realizzare una serie di riprese dei luoghi più significativi del centro storico mantenendo, quando lo stesso punto è presente nell'archivio "Bottoni", la medesima inquadratura e il medesimo angolo di ripresa; la nuova immagine viene appoggiata anch'essa sulla mappa elettronica così da disporre contemporaneamente della ripresa odierna e di quella dell'archivio "Bottoni". È immediatamente evidente l'importanza di questi confronti di immagini per verificare e puntualizzare l'intero processo di tutela della compagine edificata.

La distribuzione di questo sistema in Internet sarà l'ultimo ma non meno importante passaggio, quello che consentirà di valorizzare in modo adeguato l'importanza dello storico archivio.


Nota

(1) Il progetto nasce da un'idea di Fabio de Luigi con Luca Roversi, Sandra Sarasini, Paolo Perelli e tutti i colleghi del Servizio Progettazione e del Servizio Pianificazione del Comune di Ferrara che in qualche modo stanno contribuendo al lavoro.

 

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