Rivista "IBC" X, 2002, 2

storie e personaggi, didattica

Nella Casa circondariale di Rimini, durante un corso scolastico, un poeta legge a tutti i suoi versi.
Voce prigioniera

Marisa Falzoni
[Centro territoriale permanente per l'istruzione e la formazione degli adulti, Rimini]
Vincenzo Trupiano
[poeta]

Il tempo vissuto a scuola rappresenta per ciascuno, pur tra mille contraddizioni, occasione di riflessione e approfondimento della propria storia personale. Quest'esperienza è ancora più ricca e significativa se vissuta in età adulta, contrassegnata perciò da maggior consapevolezza e maturità. Le poesie qui pubblicate sono frutto di un incontro, avvenuto durante le attività formative svolte presso l'Istituto penitenziario (o Casa circondariale) di Rimini dal Centro territoriale permanente per l'istruzione e la formazione in età adulta.

Il Centro, che ha come finalità la crescita culturale formativa dell'adulto, ha raccolto e integrato unitariamente le precedenti esperienze dei corsi di alfabetizzazione e dei corsi per lavoratori e adulti presenti sul territorio. Esso svolge attività di accoglienza, ascolto ed orientamento, di alfabetizzazione anche finalizzata ad un eventuale accesso ai livelli superiori d'istruzione e di formazione professionale, di acquisizione di nuove competenze funzionali (le attività si svolgono mediante corsi lunghi di istruzione oppure per mezzo di moduli formativi di durata più limitata). Il Centro è stato in questi anni strumento potente di incontro con adulti e giovani con esperienze di vita molto diverse, per cultura, origine, aspettative; sono emersi bisogni formativi specifici, che solo un approccio fortemente interessato alla persona nella sua integralità può aiutare a soddisfare.

Incontro particolarmente significativo è stato dunque quello avvenuto con gli ospiti della Casa circondariale di Rimini, portatori di bisogni comuni a tutti ma con una forte sottolineatura esperienziale, che spesso evidenzia il vissuto personale tribolato e ferito da problemi, fatiche e solitudine; spesso emerge il desiderio di misurarsi con un percorso di istruzione, quale occasione significativa per ricostruire un'identità personale positiva e capace di relazione umana e sociale. In questo contesto, cercando di valorizzare l'esperienza umana dei singoli partecipanti ad un corso scolastico, è scaturito come polla sorgiva l'incontro con Vincenzo Trupiano, l'autore dei versi che leggerete di seguito, testimonianza viva e commossa di come l'umanità di ciascuno, ferita e sofferente, sia occasione di memoria per tutti, di quanto la domanda di verità, bellezza, amore e felicità innervi la vita di ognuno di noi.

Nell'offrire alla lettura i testi che seguono, un ringraziamento è dovuto al professor Daniele Casadei, il quale, animato da schiva ma efficace maieutica, ha reso possibile questo felice episodio di creatività, portando alla luce della consapevolezza la sotterranea e intimidita vocazione poetica dell'autore. Vincenzo Trupiano (Palermo, 1958) è attualmente detenuto in regime di semilibertà presso la Casa circondariale di Rimini. Le sue poesie rappresentano uno dei risultati prodotti dal laboratorio culturale realizzato all'interno dell'istituto e coordinato dall'Ufficio Educatori.



Amico

Dopo tanto dolore
di quest'etica vita in cui
l'uomo non ha valore, o parole,
solo in un altro compagno trovi il rifugio
di debolezze umane, acquisendo
quell'esperienza di forza e capacità per
sopportare questa triste lunga
malinconia:
ora il tempo è volato
per te, amico mio,
io quasi solo ti ricordo.

Il tuo giovane viso sbarbato,
il pianto frenato in quel tribunale,
e la delusione di un amore, senza rumore.
Tante notti insonni e in silenzio
a contemplare quei pensieri di speranza
per una desiderata libertà:
ora amico mio ce l'hai,
amala, vivila, gioiscila
anche per me, mentre io pregherò
anche per te amico mio.


Aspetto

Selvagge giornate di vita negli occhi,
l'immagine di una libertà
come l'acqua e il vento vivo
nel ricordo meraviglioso
di quel divino fiore d'amore,
di quella celeste dolcezza.
Quel tempo era solo ieri.
Ora m'incanto
a guardare le rugiade delle aurore
dalle sbarre di questa finestra.
Nel buio profondo del mio
cuore,
nella solitudine di quattro mura,
vivo con una sola compagna:
la pena che dovrò scontare.


Una vita per un'ora di colloquio

L'attesa frugava nella stanza
dei pensieri, mentre il desiderio
vedeva cambiare le stagioni:
sole senza calore,
notti senza luna,
giornate gelide e astemie d'enfasi
facevano di me un poeta senza nome,
un tenore dentro il cuore
un peccatore pregatore
e un giorno quell'attesa si fermò
un calore senza sole entrò
nel mio cuore.
Ma! non seppi più parlare,
non più, ti guardavo e più desideravo volare,
ma non avevo ali per correre
incontro a te,
mentre i miei occhi piangevano di gioia,
o di dolore, per quell'ora un po'
bastarda
che se ne andava portandosi con sé
l'amore che tristemente porto al cuore.

Il tempo passa, e quell'attesa
si ripete ancora, con la stessa
emozione, quella gioia di dolore.



Fantasia

Con la fantasia mi avvicino a te,
riesco a evadere da queste mura.
Contemplo il soffitto della mia cella
che di giorno in giorno
diventa sempre più basso
e soffoca la mia gioia.
I giorni lunghi e tristi con tanti ricordi
affiorano nella mia testa.
Il desiderio di un abbraccio,
di una carezza,
che rivedo solo fantasticando
i bei momenti passati.
E ti rivedo nei miei pensieri.
Tutti i giorni
con le notti un giorno in più,
come potrei dimenticare
mia dolce,
grazie a te rivivo i miei sogni.


Solo una foglia

Tutte le foglie
spinte da venti violenti, hanno
trovato (finalmente) i loro percorsi.
Solo lei è rimasta, fragile e tenera,
sospesa al suo ramo,
nudo come tutto l'albero, a occupare
nei tempi un punto sospeso, nella sua
dimensione,
nell'immenso spazio senza peso, lì dove
è nata, cresciuta in sinfonia con uccelli minuti.
Una brezza di vento sottile non
riesce a farla muovere, a staccarla
dalle braccia innamorate e lì fissa
non si stanca d'aspettare che il
suo vento di triste poesia la porti
lontano: ma forse mai verrà,
se per lei non c'è tempo
né movimento in quell'ombra senza
sole.
O forse nei miei occhi è solo
un'illusione, in cerca di una foglia
rimasta ad aspettare.


Un foglio ed una penna

Scrive la penna,
scrive questa penna
in cambio della mia voce,
scrive con il cuore e per amore,
scrive questa penna per te,
che sei con me, e lontano da me.
Scrive questi pensieri, queste paure,
queste mura.
Scrive pensando al domani,
ricordando ieri, descrivendo oggi
e per sapere
scrive con la disperazione di questo
fertile silenzio, con questa solitudine,
con la speranza che nasce dal profondo
animo.
Scrivo per le mie gioie,
scrivo questa pena d'amore,
scrivo perché è l'unico mezzo che varca
questa frontiera
per volare nel tuo cuore.
Scrivo per sentirmi vivo e non morire
dentro i miei errori.


Kosovo

I miei occhi hanno visto,
visto la crudeltà nello
sguardo degli innocenti,
lacrime di silenzio e gridi
di dolore
di bambini infranti
dalla realtà.
Sguardi sterili di madri abdicate
anche nelle preghiere.
La sofferenza di fratelli
inermi alla sorte, e lo sdegno
delle azioni subite.
Ed io? Io, io ho pianto
per il loro dolore
per i loro peccati, ho pianto
nel silenzio del mio cuore,
mentre udivo questo assurdo
mondo, che altro non fa che assistere
e commentare.


Madre

Madre ancora cara
sta per arrivare il Santo Natale e io sto sempre qui,
ad aspettare la scarcerazione.
Essere a festeggiare con voi vorrei il giorno della vigilia.
Ma se non ci sarò a tavola mettete il mio piatto,
e fate proprio
come se io fossi lì a festeggiare con voi.
Il cuore gela al pensiero che non ci sarò.
Madre fatti coraggio, un giorno ci sarò
e non andrò mai più via.


Stupenda sera


Assopito fisso gli occhi
al sole
posto allo zenith,
nella mente dolci ricordi
"passati".
Io e te insieme in quella notte
dal sapore di virtù lunare
adornata da luci e rumore
del mare, e quel venterello furbo
che scapricciava i tuoi capelli arruffati
asciugando quella lacrima di felicità.
Era una notte di poesia
dove ardeva il fuoco del mio
cuore in quel sottoponte a forma
d'arcobaleno dove io accolsi
il tuo amore.
Uniti in silenzio nell'estinzione
delle anime che volavano insieme
ad una sola promessa
"per sempre uniti"
indelebile come la prova di una
fotografia di quell'era che porta il
nostro ricordo di Portofino.
Vera, come i granelli divenuti
radici dei nostri semi.


Un amore di vento


Vento efficace,
nel denso e trasparente
fluire dei versi
in ricordi lontani,
consapevoli del mio destino,
voli, ti soffermi,
mi accarezzi e scappi via,
portandoti quelle sostanze quotidiane
di sogni pieni d'amore
in quest'era di sosta,
dove lento emerge il profondo mio.
Domani sarai ancora tu
la lena di un lungo cammino
adatto ai nostri giorni,
che nel bene troverà una fede perpetua,
amando l'amore mio
la libertà
e la vita che verrà:
vento...


Voce prigioniera

Solo da tutti
nella stanza della solitudine,
vicino ad ogni soggezione spirituale,
medito,
con un foglio e una penna e, in petto, un dolore
per quei pensieri liberi,
dove nessuno può udire
eccetto Dio
questa mia voce muta,
sperduta da rimpianti di verità.

Ricordo il nostro ieri
e un fitto nodo si scioglie alla gola,
martella il mio tenero cuore
mentre cerca il tuo amore.
Scrivo e t'invio brevi poesie
rispecchiando il tempo all'indietro
dove toccavi le stelle, i fiori e un poco di gioia.
Tutto è parziale in questa odissea:
la notte si fa rigida
e l'angoscia infligge un prolungato silenzio
dove io t'accolgo in ogni notte di sogni
per sentire la tua voce.

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