Rivista "IBC" X, 2002, 2

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni

A Parma la vita culturale vuole crescere su di un tessuto di strutture sempre più solido e collegato. Il lavoro della Amministrazione comunale è a buon punto: primi risultati e prospettive future.
Capitale, cordiale e torrentizia

Valerio Cervetti
[responsabile del Settore cultura del Comune di Parma]


Città torrentizia, città di ghiaia e di sabbia,
città debole, sfiduciata e dolce,
divisa in due, una
di ricchi con pochi poveri
prigionieri e beffardi, una tutta di poveri e qualche
forestiero venuto di là e incarognitosi
nella calda, vinosa cuccia
di borghi storti che sfiora
nella sua corsa la ragazza freddolosa e discinta,
rondine o falena secondo l'ora del giorno...

Attilio Bertolucci, La Camera da letto, 1984

Ci sono degli occhi che guardano dietro la superficie delle cose, che al di sotto della patina del tempo vanno a cogliere le persistenze, ma che, ugualmente, individuano e misurano le novità. Fortunato colui che possiede questa sensibilità, ma più fortunati coloro che in essa possono rispecchiarsi e, forse, trovare la forza di ripensare ciò che li circonda. Viene spontaneo partire dalle foto di Sebastião Salgado sulla città di Parma, riprodotte in queste pagine, per ripensare e ricollocare la cultura di questa città in una dimensione che è più sua, che le appartiene per storia e per dinamica di cambiamento. "La Parma che ricordavo, quella di trent'anni fa, ha conservato tutta la sua bellezza artistica e monumentale. Si è ammodernata, come è ovvio, però rimane qualcosa di costante tra l'antica immagine [...] e la sensazione del presente: un certo spirito, lo spirito di Parma, che sta forse nella cordialità che trovo nei visi delle persone che incrocio per le strade".1

Difficile dir meglio: le parole di José Saramago sembrano cogliere i tratti più veri e più nascosti, quel "certo spirito", quella "cordialità". In altre parole: quella cultura di Parma, così legata al suo passato, all'essere stata capitale (e da qui "la sua bellezza artistica e monumentale"); e però, in quella persistenza, in quel ripiegamento si scopre, allo stesso tempo, l'apertura cordiale, europea, in una feconda contraddizione che sembra non abbandonare mai "lo spirito di Parma". La feconda contraddizione ha prodotto molto in questi anni anche nel campo dei beni culturali, e non solo nei termini di un'immagine che perennemente si rinnova, ma nella sostanza di cose fatte, di nuove istituzioni, di traguardi raggiunti e di prospettive di lavoro per il futuro prossimo.

Qui principalmente ci riferiamo all'azione dell'Amministrazione comunale. Tuttavia, come si suol dire, non si può prescindere dal contesto che era ed è certamente tra i più stimolanti e tra i più ricchi. In primo luogo le istituzioni statali: la Galleria nazionale, la Biblioteca Palatina, il Museo archeologico, l'Archivio di Stato, che rappresentano un punto di riferimento di assoluta eccellenza, eredità straordinaria del periodo in cui Parma, la piccola capitale, era una meta obbligata del Grand Tour. Non si può tacere dell'Università che, per quanto attiene il campo dei beni culturali, ha giocato nel tempo un ruolo importante, anche se non del tutto adeguato, con la propria Facoltà di conservazione e con quella di lettere e filosofia.

Più significativa, a questo riguardo, appare la funzione di coordinamento, svolta dall'Università insieme con Comune, Provincia e Biblioteca Palatina, sull'avvio e la messa a regime del Polo SBN parmense, certamente uno dei traguardi di profilo alto perseguiti in questi anni sul fronte dei servizi bibliotecari. Completando il quadro di riferimento non si può tacere di un associazionismo da sempre molto attivo e molto radicato nel tessuto sociale e culturale della città. Un associazionismo che qualifica non solo l'immagine, ma anche il tipo di rapporti all'interno della civitas parmense. Ci si riferisce, ad esempio, alle varie società corali, ma anche a quelle del volontariato di servizio, che tanto apporto danno nel campo della valorizzazione dei beni culturali.

Allora: in questi anni si è lavorato sodo. Si potrebbe affermare che una città un po' troppo abituata alla chiacchiera, a volte alla contrapposizione fine a sé stessa, è passata sul terreno dei fatti, delle concretezze, sviluppando una cultura attenta non solo all'evento, ma anche alla sedimentazione, al costruire le fondamenta. Da qui il Castello dei burattini e la nuova Galleria Stuard, primi nuclei importanti di quel complesso dei Musei civici che dovrà sorgere nell'ex Convento di S. Paolo. Da qui il recupero, con i fondi per il Centenario verdiano, di Palazzo Cusani, oggi Casa della musica. Da qui il progettato, definitivo recupero dell'Ospedale Vecchio come Cittadella della carta, luogo in cui si incroceranno un sistema di servizi rivolti al libro e al documento cartaceo e le istituzioni preposte all'informazione e alla documentazione, la Biblioteca civica, la Videoteca comunale, l'Archivio storico comunale, l'Archivio di Stato.

Luoghi della memoria storica coniugati con il massimo di tecnologia multimediale oggi possibile. È questa, in sintesi, la sfida che ci attende nei prossimi anni. Dovremo quindi immaginare una direzione strategica che ci conduca a processi di integrazione delle risorse, nel rispetto rigoroso dei contenuti e delle competenze.

La collezione di marionette e burattini di Giordano Ferrari si configura probabilmente come la più importante raccolta italiana riguardante il teatro d'animazione. I circa cinquecento pezzi esposti nel Museo sono solo una parte della ben più ampia collezione che comprende, oltre agli attori di legno, scenografie, copioni, volumi e un archivio che è testimonianza importante di quella tradizione e di quella cultura popolare.

Alla Casa della musica, oltre allo straordinario patrimonio documentario e iconografico dell'Archivio storico del Teatro Regio, troveranno dimora l'Istituto nazionale di studi verdiani e il Centro internazionale di ricerca sui periodici musicali, oltre all'Istituto di musicologia dell'Università: si dovranno mettere in comune risorse documentarie, informative, professionali per assicurare un'offerta integrata, basata su un solo sistema informativo, studiato insieme con la Facoltà di ingegneria informatica dell'Università di Parma, che consentirà la creazione di un percorso museale interattivo; percorsi didattici legati al materiale museale e documentario disponibile; informazione, lettura e ascolto di musica nella mediateca; studio e ricerca assistita dei fondi archivistici, di registrazioni sonore e audiovisive.

Tutto il complesso dei beni culturali deve quindi trovare nella didattica, nell'attenzione all'educazione lungo l'intero arco della vita, il proprio punto di coagulo e la ragione più profonda del proprio sistema di valorizzazione. Il nostro lavoro di recupero e di proposta è iniziato, ma la vastità dell'impresa richiede ancora molta energia e molte risorse. Si tratta indubbiamente di una sfida entusiasmante: è in gioco il vasto progetto di qualificazione culturale di una città come Parma. Forse potremmo allora ripensare le parole del poeta, nell'accettazione di una dimensione, tra realtà e utopia, che esorcizzi il rischio, sempre in agguato, del vuoto americanismo manageriale: "[...] risplende / pigra nel lento più lento risveglio / Parma signora di minareti e di cupole".

 

Nota

(1) J. Saramago, Parma, in Salgado,Parma, Roma, Contrasto, 2002, p. 8.

Azioni sul documento

Elenco delle riviste

    Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Cod. fiscale 800 812 90 373

    Via Galliera 21, 40121 Bologna - tel. +39 051 527 66 00 - fax +39 051 232 599 - direzioneibc@postacert.regione.emilia-romagna.it

    Informativa utilizzo dei cookie

    Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna - Centralino: 051.5271
    Ufficio Relazioni con il Pubblico: Numero Verde URP: 800 66.22.00, urp@regione.emilia-romagna.it, urp@postacert.regione.emilia-romagna.it