Rivista "IBC" X, 2002, 1
musei e beni culturali / pubblicazioni
"Oggi chi desidera studiare le vicende artistiche di area romagnola fra Quattrocento e Seicento non può in alcun modo ignorare la raccolta della Banca cesenate": così scriveva Antonio Paolucci su "il Sole 24 ore" del 28 agosto 1994. L'autorevolezza del giudizio (Paolucci, già Ministro dei Beni Culturali, è un ben noto storico dell'arte e Soprintendente fiorentino), dopo più di sette anni, non può che risultare rafforzata e continua ad esprimere sinteticamente il valore artistico e culturale della raccolta d'arte che la Cassa di Risparmio di Cesena ha materializzato e tesaurizzato negli anni: un giudizio al quale potremmo associare gli entusiasti e convinti pareri del compianto Federico Zeri o di Sir Denis Mahon, straordinari conoscitori d'arte e specialisti fra i più accreditati al mondo. È pur vero che chiunque possieda un minimo di conoscenza storica delle vicende pittorico-figurative ricava ben più di un'avvalorata impressione scorrendo tavole e tele opportunamente esposte nella galleria della Banca: ma le opinioni degli esperti di settore non possono che confortare, guidare e fornire ulteriori indicazioni su una passionata e lungimirante idea, divenuta via via realtà scelta e ora in procinto di progettazione allargata per una nuova e più opportuna sede espositiva (è la notizia programmatica fornita da Davide Trevisani, Presidente della Fondazione CRC).
A dieci anni dal primo testo (A. Mazza, La collezione dei dipinti antichi della Cassa di Risparmio di Cesena, Introduzione di A. Emiliani e F. Zeri, Bologna, Nuova Alfa Editoriale, 1991), un'edizione accresciuta aggiorna il catalogo della pinacoteca della Cassa di Cesena con le nuove, numerose e significative, acquisizioni. È ora disponibile un volume tanto ricco quanto straordinario: per la quantità e la qualità dell'arredo iconografico (giocato sul dialogo fra riproduzioni complete e particolari di rilievo), per la ricchezza puntuale dei profili degli artisti, per l'articolazione esaustiva e specialistica delle schede (talvolta veri e propri saggi, come nel caso di Giovanni Lanfranco e delle sue Pietà e La pioggia delle coturnici: un ingresso, quest'ultimo, che per ragioni di restauro e per la prima esposizione monografica tuttora in essere sul pittore non ha ancora avuto luogo) che narrano, dettagliano, contestualizzano, qualificano e confrontano personalità dei pittori, formazione, tecnica, scuola; senza tacere le vicende critico-attributive, l'apparato di note e la bibliografia.
La Cassa di Cesena, interpretando al meglio la vocazione storica del collezionismo bancario italiano, può davvero vantare un'esemplare raccolta che illustra autorevolmente i secoli d'oro, le stagioni e i protagonisti dell'arte italiana, specie di quella emiliano-romagnola. La città dev'esser grata ai veri propulsori d'un tal gioiello: Davide Trevisani e Biagio Dradi Maraldi, che possono avvalersi della guida esperta di Andrea Emiliani e Angelo Mazza.
A. Mazza, La galleria dei dipinti antichi della Cassa di Risparmio di Cesena, Introduzione di A. Emiliani, Milano, Electa, 2001, 400 p., s.i.p.
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