Rivista "IBC" X, 2002, 1
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / pubblicazioni
In un continuo andirivieni tra archeologia, letteratura, arte, politica, costume e società, l'edizione 2001 de "Il Carrobbio" getta un "ponte lungo" tra passato e presente, garantendo il collegamento tra antico e moderno, secondo l'insegnamento del prof. Giancarlo Susini (che, insieme a Emilio Pasquini, ha diretto la rivista fino alla morte, sopraggiunta nell'autunno del 2000), nel cui nome il numero si apre. Si tratta di un lungo percorso storico-culturale-sociale, attraverso documenti, testimonianze, rievocazioni, "eventi" recenti, "scavi" nella memoria e nella terra, urbana ed extraurbana: tracce di una civiltà materiale e spirituale che si compone progressivamente in un mosaico sfaccettato, prendendo via via corpo e anima grazie alle continue ricerche e ai puntuali contributi di esperti, appassionati, studiosi.
Il filo conduttore della rivista è, come sempre, il territorio regionale, ma in una prospettiva di apertura alla dimensione italiana ed europea, come dimostra l'esempio, posto significativamente a chiusura del volume, di Bologna città europea della cultura 2000 (che ha adottato la "comunicazione" quale strumento per inserire e diffondere nei circuiti culturali internazionali i valori e le manifestazioni più significative della propria civiltà) e come, ancora una volta, suggerisce l'approccio metodologico di Susini (secondo il quale anche una disciplina specialistica come l'epigrafia deve essere integrata in problemi più ampi e contestualizzata in un sistema complesso di conoscenze): "un maestro che non si può dimenticare" - lo sottolinea nel titolo dell'articolo che gli dedica l'allieva e collega Angela Donati -, animato da una curiosità senza fine, dotato di una forte carica comunicativa, aperto allo scambio con gli studenti, nella convinzione che insegnare è imparare, destinato a lasciare un segno indelebile nel mondo universitario, accademico e dei beni culturali.
Fulcro del regionalismo "sconfinante" che permea di sé tutta la XXVII edizione de "Il Carrobbio" è Bologna, fatta ri-vivere nel suo spessore temporale, ricordando conquiste e momenti salienti della sua evoluzione - in tutti i campi - nel corso dei secoli: le trasformazioni insediative nel cuore della città dall'età del Ferro al Medioevo (emerse durante gli scavi archeologici alla Sala Borsa, che hanno portato alla luce "strati" di civiltà ora visibili sotto coperture trasparenti); i mutamenti urbanistici conseguenti al piano regolatore del 1889 (che ha cancellato le mura e il tipico aspetto medievale rimpianti da Bacchelli); il provvedimento con cui nel 1257 il governo bolognese ha riscattato i servi presenti sul suo territorio, importante tappa nel cammino di affermazione dei diritti umani e di tutela della libertà della persona; lo sviluppo di una coscienza professionale e letteraria nel ceto funzionariale dei tempi di Dante; i tratti distintivi della vita di corte e la testimonianza, ad opera di Matteo Mondini, del dibattito che nel XVII secolo ha contrapposto alla fervida cultura scientifica di stampo galileiano ruotante attorno a Malpighi le tesi neoplatonizzanti difese da Mengoli; gli interventi legislativi, di carattere sociale e strutturale tramite cui, tra le due guerre, sono stati affrontati i problemi igienico-sanitari.
Al di fuori del capoluogo, riaffiorano, in regione, il ghetto ebraico di Cento (dove la segregazione è stata attuata in modo "dolce" dal 1636 al 1831), i caselli (particolari costruzioni di forma quadrata, rettangolare o esagonale diffuse a partire dal Settecento per la lavorazione dei prodotti caseari), di cui restano testimonianze soprattutto nei dintorni di Modena e Reggio Emilia, e la Società di lettura e conversazione di Parma (luogo di ritrovo ed intrattenimento oltre che di cultura ed erudizione), istituita nel 1858 e tuttora attiva nella sede di Palazzo di Riserva occupata dal 1886. Porta invece in ambito mantovano (e addirittura internazionale per gli eleganti motivi di gusto nordico che si uniscono agli arcaismi compositivi), nella chiesa parrocchiale di San Martino all'Argine, il ciclo pittorico che nel XVII secolo Jacopo Borbone di Novellara ha dedicato alle eroine della Bibbia.
Sconfinamenti nello spazio, ma anche annullamento/superamento del tempo, quando passato, presente, futuro si uniscono in una dimensione atemporale, eterna: nelle imperiture opere artistico-letterarie (i dipinti di Guido Reni; le poesie di Cesare Rinaldi e quelle di Pascoli - in uno studio di Pazzaglia sulla produzione celebrativa del Natale -; la memoria del Carducci attraverso la dedizione del bibliotecario Torquato Barbieri, che ha contribuito a promuoverne la conoscenza e a fare della Casa del vate un centro di cultura e di studi; i romanzi di Bacchelli e Maldini, in cui l'ambientazione, essenziale o casuale che sia, è "principio costitutivo") e nei monumenti commemorativi (il "sepolcro" dedicato a Ottorino Respighi alla Certosa).
Le differenti aree tematiche affrontate nel volume sono trasversali e si intersecano continuamente: ricerche, indagini, sondaggi e studi critici condotti nei diversi settori illuminano i costumi, le tradizioni, le consuetudini e i caratteri di un popolo e di un territorio, contribuendo a dipingere un ambiente nel contempo fisico e umano, in un'alternanza di partecipazione e ironia, adesione sentimentale e sguardo lucido, critico, distaccato.
"Il Carrobbio. Tradizioni problemi immagini dell'Emilia Romagna", XXVII, Bologna, Pàtron Editore, 2001, 280 p., s.i.p.
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