Rivista "IBC" X, 2002, 1
biblioteche e archivi / convegni e seminari
La memoria, alla quale attinge la storia, che a sua volta la alimenta, mira a salvare il passato soltanto per servire al presente e al futuro. Si deve fare in modo che la memoria collettiva serva alla liberazione, e non solo all'asservimento, degli uomini.
Memoria, a cura di J. Le Goff, in Enciclopedia Einaudi.
La biblioteca pubblica ha una responsabilità particolare nel raccogliere l'informazione locale e nel renderla prontamente disponibile. Essa agisce altresì come memoria del passato, raccogliendo, conservando e favorendo l'accesso ai documenti relativi alla storia della comunità e degli individui.
Dalle Linee-guida dell'International Federation of Library Associations and Federations.
Sarà stato il "sale" della storia che trasuda dalle pietre secolari della maestosa torre che accoglie dagli anni Ottanta la Biblioteca comunale o un sentimento di nostalgia per un prestigioso passato di piccola capitale del sale, fatto sta che Cervia coltiva una tenace passione per la storia. Nella fase di passaggio da città del sale a quella delle vacanze, Cervia ha incoraggiato gruppi e singoli giovani e maturi "curiosi" delle memorie patrie: un diffuso gusto per la ricerca storica che si intreccia talvolta con quello per la polemica o per la detection.
Una vera fortuna per una biblioteca che vuol radicarsi nella sua comunità e costruisce la collezione bibliografica dedicata agli studi locali, lancia una prima campagna di ricerche storiche con il contributo di studiosi locali e storici di professione. La prima produzione editoriale di un certo rilievo inaugura tra 1987 e 1988 una nouvelle vague storica: la raccolta di saggi storici Cervia. Natura e storia, voluta e curata direttamente dalla bibliotecaria, Oriana Maroni.
Da allora, mentre s'avvertiva l'epilogo irreversibile di quella che è stata definita, enfaticamente, "civiltà" del sale, s'intensificava la promozione pubblica di conferenze, pubblicazioni storiche, mostre e cataloghi, tesi di laurea e ricerche scolastiche, studi sul folklore, sul dialetto, su protagonisti della scena culturale e politica. Il punto culminante della produzione editoriale, commissionata e sostenuta dall'ente comunale, con gran soddisfazione anche dei piccoli editori romagnoli, è il biennio 1997-1999, in coincidenza con le celebrazioni dei trecento anni dalla nuova fondazione della città nell'attuale sito. Decine di libri e opuscoli e cataloghi illustrati affluiscono sugli scaffali della Biblioteca e delle librerie domestiche: un segno tangibile di un diffuso bisogno di storia, o forse più semplicemente un'ansia di appartenenza sociale, un'urgenza della comunità di conoscersi e ri-conoscersi negli anni in cui le testimonianze del recente passato venivano travolte da un eterno presente, proposto e "ricostruito" dai media sullo sfondo di un futuro sempre più sfuggente.
Nel frattempo si verifica un evento traumatico: una straordinaria fioritura di alghe marine nell'estate 1989 offusca il mare e la spiaggia introducendo un fattore critico nel modello turistico, la cui portata merita di essere analizzata sotto l'aspetto antropologico e sociologico, oltre a quello ambientale. Immediatamente comincia la rielaborazione di una più variegata offerta di servizi turistici che coinvolga le risorse naturalistiche e culturali del territorio. Un nuovo ruolo è assegnato alle tradizioni locali; il patrimonio storico locale balza in prima linea per concorrere all'attrattiva della vacanza. Sarebbe interessante verificare la quantità e la qualità della produzione storica locale, assunta come indicatore indiretto di un valore aggiunto economico-sociale della memoria storica non limitata ai "mercatini della nostalgia".
Identità culturale, memoria collettiva, memoria storica - rigorosamente al singolare, percepite come un monolito - sono locuzioni che ricorrono incessanti nelle prefazioni "istituzionali" ai libri di storia, pagine sensibili alla domanda d'identità, solerti specchi del bisogno di mitologie e radici locali. Dopo tanti libri di storia, è ora di riprendere il filo del ragionamento storico, dei limiti della "verità" storica, della consapevolezza delle trappole che le ideologie apparecchiano a dispetto delle intenzioni. Non resta quindi che tornare alle sorgenti, ovvero letteralmente alle fonti su cui scrivere e riscrivere la storia. Garantire la piena accessibilità delle fonti primarie della storia è un dovere sociale altrettanto encomiabile quanto la promozione della ricerca storica, senza ripetere che è il dovere fondamentale delle amministrazioni pubbliche insieme con la tutela della documentazione di cui sono soggetti produttori.
L'Archivio storico comunale di Cervia è ricchissimo di documenti di grande rilevanza non solo per la storia locale. Di recente riordinato e inventariato da Cristina Poni con finanziamento destinato dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, è situato nella residenza comunale, ritenuta congrua alla conservazione; gerarchicamente e funzionalmente gestito dall'Ufficio protocollo comunale, non ha l'autonomia di ufficio archivio e non è organizzato per fornire un servizio archivistico pubblico, anche se gli studiosi sono ammessi tramite richiesta scritta al sindaco e compatibilmente con la presenza obbligatoria del personale dell'Ufficio protocollo.
La Biblioteca comunale, per parte sua, praticando gli indirizzi internazionali e regionali, ha sollecitato l'inserimento a pieno titolo dell'Archivio storico comunale, come di tutti i nuclei pubblici e privati, in un sistema pubblico di servizi documentari locali, inclusi i nuclei museali; ha promosso direttamente momenti progettuali tra cui la giornata di studi "Sulle tracce della storia", che nel 1994 ha riunito storici ed archivisti intorno agli amministratori e alle soprintendenze, per tracciare il percorso di costruzione di un servizio archivistico pubblico. Fu la prima e finora unica occasione pubblica in cui si manifestava la necessità di aprire ai cittadini, agli studenti, agli studiosi e agli appassionati cultori della storia locale le stanze della memoria, richiamandosi alle esperienze di molti centri regionali, anche meno rilevanti del nostro.
Riprendendo quel proposito, la Biblioteca ora apre una nuova strada con un programma di didattica della storia e degli archivi: "Navigare fra le carte ritrovate". Il progetto-laboratorio di didattica è coordinato da Franca Baldelli e si rivolge a tutti coloro che vogliano addentrarsi nel mondo degli archivi. La consapevolezza che la didattica sia uno dei compiti principali di un'istituzione culturale ha mosso la ricerca di un referente "naturale" nella scuola, momento in cui si forma e si mette in pratica il pensiero storico.
Il primo passo è stato l'organizzazione di un ciclo di tre incontri formativi (altri seguiranno a ciclo continuo) dedicati ai docenti ma aperti ai cittadini che hanno segnalato un interesse incoraggiante, tanto da mettere in cantiere una proposta laboratoriale anche per gli "storici per passione". La coordinatrice ha delineato struttura, peculiarità e possibili usi degli archivi; gli storici Alberto Malfitano e Giancarlo Cerasoli (tra gli autori della Storia di Cervia) hanno indirizzato l'attenzione alle radici del perché fare storia; Franca Baldelli e le archiviste Brunella Garavini e Cristina Poni hanno mostrato alcuni usi pratici dell'archivio storico cervese, i diversi livelli di lettura di un documento, prefigurando possibili percorsi del laboratorio.
I primi laboratori nella scuola e nell'archivio partiranno in primavera in diverse classi della scuola media per concludersi con un'iniziativa espositiva aperta al pubblico. L'attività è calibrata sulla programmazione e sulle esigenze delle classi: non è riservata solo agli insegnanti di lettere ma a tutti gli insegnamenti, in base alla convinzione che il sapere storico attraversi tutte le discipline.
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