Rivista "IBC" X, 2002, 1

territorio e beni architettonici-ambientali / immagini

Due ricerche fotografiche realizzate negli anni Ottanta da Corrado Fanti: i ritratti antropologici scattati a Gonzaga (Mantova) e la campagna di rilevamento condotta nei luoghi malatestiani del riminese.
Paesaggi di terre e di volti

Autore e studioso della fotografia come espressione artistica, linguaggio e comunicazione, Corrado Fanti alterna questa attività con l'insegnamento della filosofia. Ha pubblicato una ventina di scritti e saggi, e ha partecipato in qualità di relatore o docente a convegni, corsi professionali e universitari (come professore a contratto). In qualità di autore e direttore artistico Fanti ha pubblicato una quarantina di volumi fotografici, dei quali ha interamente ideato e realizzato le immagini, mentre in più di settanta pubblicazioni è presente con altri autori. Ha realizzato opere esposte in una sessantina di mostre fra personali e collettive.

La selezione fotografica che qui presentiamo documenta due distinti filoni di ricerca, entrambi risalenti agli anni Ottanta. Il primo gruppo di foto sono ritratti scattati nel 1986 a Gonzaga, un paese dell'Oltrepò mantovano a poca distanza dal confine delle province di Modena e Reggio Emilia. Nello stesso anno questa campagna fotografica, commissionata dal Comune di Gonzaga, veniva a far parte della mostra "La terra percorsa" (sezione "La fiera dei volti"), curata da Paolo Barbaro, docente del Centro studi e archivio della comunicazione dell'Università di Parma. Ecco come l'autore rievoca le circostanze di questa operazione:

Il tempo e il silenzio erano i due elementi attraverso i quali volevo lavorare per fare sì che quegli sguardi in macchina, al di là dei loro vissuti esistenziali, potessero restituire il senso di una più ampia condizione storica letta in quel microcosmo; quegli sguardi facevano parte di un paesaggio umano e urbano di frontiera nel quale era ancora visibile il segno di una cultura della materia e del diretto operare dell'uomo su di essa. Cultura ormai estranea a sè stessa nell'incalzare di una realtà post-moderna spesso tagliata - con tutto il suo rumore - dalle mie inquadrature. Gli sguardi sembrano rimandare tutti la stessa domanda, la medesima perplessità: forse non è che la mia riflessa in ciò che vedo, mentre ascolto in silenzio nel tempo arrestato.

Le foto del secondo gruppo fanno parte della campagna di rilevamento effettuata nel 1982 su commissione dell'IBC nei luoghi malatestiani della Romagna, il territorio del Riminese che si stende tra Santarcangelo e San Giovanni in Marignano, passando da Agello a Castelleale, da Albereto a Onferno, da Marazzano a Mondaino. Nello scorso dicembre a Saludecio (Rimini) queste foto sono state oggetto di una esposizione intitolata "Terra e Materia", promossa dalla Provincia di Rimini, dal Comune di Saludecio e dall'IBC. Prossimamente è prevista una puntata riminese e per l'occasione è in corso di pubblicazione un volume fotografico per i tipi di Federico Motta Editore.

I modelli critici ed estetici dichiarati di entrambe le ricerche sono gli stessi della maggior parte dell'opera di Fanti: dalla fotografia americana anni Trenta della Farm Security Administration alle analisi sui "volti dell'epoca" del tedesco August Sander, fino alle campagne condotte da Paolo Monti negli anni Sessanta e Settanta. Al centro della fotografia, incrocio insolubile di realtà e interpretazione, di creazione e di documentazione, sta il paesaggio, incrocio a sua volta insolubile di natura e cultura, di spirito e di materia.

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