Rivista "IBC" X, 2002, 1

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / editoriali

L'IBC si presenta alla nona edizione del Salone del restauro di Ferrara per continuare una tradizione di lavoro ormai consolidata, riproponendo problemi, verificando ipotesi, mettendo a confronto metodi e concetti: cosa tanto più importante nel momento in cui si ridiscute in Regione del ruolo e delle funzioni dell'Istituto.
Vedere la scienza

Ezio Raimondi
[italianista, presidente dell'IBC]

Anche quest'anno il nostro Istituto si presenta a Ferrara, nella nona edizione del Salone dell'arte e del restauro, con una serie di convegni, seminari, e mostre che vogliono continuare una tradizione di lavoro ormai consolidata, riproponendo problemi, verificando ipotesi, mettendo a confronto metodi e concetti.

Ancora una volta si tratta di coniugare insieme la riflessione e la prassi, la costruzione concettuale e la molteplice empiria, che per noi si rapporta sempre all'esperienza quotidiana del territorio emiliano-romagnolo, in un orizzonte di riscontri che si spera europeo. Una volta di più Ferrara vuole essere per noi un esercizio di prova, una presentazione critica di ciò che si è fatto o che si intende fare: cosa tanto più importante, e forse necessaria, nel momento in cui si ridiscute in Regione del ruolo e delle funzioni dell'Istituto per i beni culturali.

E poiché ogni anno i nostri programmi hanno sempre un tema principale, una sorta di "dominante", per il 2002 si è pensato di assegnare questa parte all'universo della museologia scientifica e naturalistica, nella convinzione che si tratta di una realtà costruita e interpretata a cui manca ancora un largo consenso di pubblico partecipe e interessato.

Così, il nostro proposito è anche quello di mostrare come nella nostra regione non manchino musei e occasioni che attestano la presenza radicata e operante di un solido spirito scientifico (oh glorioso illuminismo galileiano.): ciò che occorre ora è che anche questa mappa entri a far parte degli itinerari culturali della nostra regione e possa essere fruita da una comunità di cittadini più ampia e costante di quella attuale, e con i giovani in testa.

Il piacere della curiosità deve tornare a unirsi all'amore dell'esplorazione, all'abito di una intelligenza applicata, che anche dinanzi all'oggetto più spettacolare sa interrogarsi razionalmente sulla natura di un fenomeno o di una testimonianza, con un senso della natura che diviene insieme senso memorabile della storia.

Anche la scienza può costituire un teatro, un paesaggio, come si diceva un tempo, di "mirabilia"; ma lo stupore a cui essa si affida è quello della conoscenza, della ricostruzione paziente di un problema, del rapporto concreto con le cose e lo spazio vivente di cui esse sono parte.

Dall'arte alla scienza, componendo un itinerario che attraversa tutta la regione, si vorrebbe mirare a una visione unitaria, a un gusto dell'osservazione, della lettura consapevole e attenta di tutto ciò che ci circonda. Del resto, a Ferrara non si ignora che il restauro dei beni e delle forme culturali significa anche un restauro di noi stessi, una restituzione di interessi, una rinnovata volontà di apertura mentale.

 

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