Rivista "IBC" IX, 2001, 4

Dossier: GOT in progress

biblioteche e archivi, dossier /

Il secondo Censimento delle biblioteche biomediche della regione Emilia-Romagna

Laura Cavazza
[IBC, coordinatrice del GOT - Gruppo operativo per il trasferimento dei risultati della ricerca bibliografica nei servizi sanitari]
Chiara Bassi
[responsabile della Biblioteca del Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria dell'Azienda sanitaria locale di Modena, membro del GOT]

Il secondo Censimento delle biblioteche biomediche della regione Emilia-Romagna è stato realizzato nel contesto del progetto "Network informativo per il trasferimento dei risultati della ricerca bibliografica nei servizi sanitari" ed è stato condotto nel corso del 2000 in collaborazione con il gruppo Bibliotecari documentalisti sanità (BDS) all'interno dell'iniziativa del primo Censimento nazionale dei bibliotecari e documentalisti della sanità, che ha ricevuto il patrocinio del Ministero della sanità.

Il primo censimento regionale risale al 1988; l'attività di censimento rispondeva alle competenze istituzionali della Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna ai sensi della legge regionale 42/1983 e le rilevazioni, effettuate sulla base di questionari, erano state impostate per ottenere una fotografia il più possibile ampia e fedele di una realtà come quella delle biblioteche medico-sanitarie ed ospedaliere, di cui all'epoca non si sapeva quasi nulla.

La necessità di disporre di dati aggiornati per far fronte alle esigenze del progetto consortile complessivo ha reso necessario e improrogabile un nuovo censimento che ricomponesse in un quadro organico gli sviluppi colti dagli aggiornamenti parziali effettuati dalla Soprintendenza nel corso degli anni Novanta.

 

METODOLOGIA

a) Metodologia del censimento

La stretta collaborazione con il gruppo BDS ha portato all'adozione del questionario nazionale anche per le rilevazioni in Emilia-Romagna. Ad esso sono state aggiunte alcune parti più specifiche che rispondevano alle esigenze conoscitive necessarie a realizzare il progetto di network informativo e a garantire la confrontabilità con i dati del 1988.

Inoltre, contrariamente a quanto è avvenuto nell'ambito del Censimento nazionale, la Soprintendenza ha deciso di effettuare le rilevazioni direttamente sul campo e non per via telefonica. A questo scopo è stata appositamente incaricata della rilevazione una censitrice che si è recata presso ogni biblioteca per la compilazione del questionario. In questo modo si è garantita l'uniformità nella raccolta dei dati, raccolta che è stata preceduta nel tempo da una fase di pre-censimento, intesa a testare lo "strumento" questionario nelle varie realtà bibliotecarie regionali.

Le rilevazioni regionali sono state effettuate contemporaneamente a quelle nazionali nel corso della primavera-estate del 2000 e sono proseguite successivamente alla chiusura delle rilevazioni nazionali per approfondire gli aspetti specifici legati alle realtà locali.

Sono state interpellate tutte le diciotto aziende ospedaliere e aziende USL presenti sul territorio regionale, le sedi ospedaliere e di distretto territoriale, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, le sedi delle agenzie regionali prevenzione ambiente (ARPA) e naturalmente tutte le biblioteche censite nel 1988 per un totale di settantaquattro contatti.

b) Metodologia dell'elaborazione dei dati

Nell'elaborazione dei dati si è deciso di concentrare l'attenzione sulle biblioteche rilevate che presentavano caratteristiche passibili di sviluppo dei servizi. La prima analisi dei dati ha confermato la sostanziale validità dei cosiddetti "requisiti minimi" studiati e approntati nel 1988 per la definizione di un servizio di biblioteca.1 Anche per il censimento del 2000, quindi, i requisiti che consentono di definire una biblioteca come tale sono:

  1. una sede
  2. uno staff dedicato
  3. un nucleo di servizi offerti all'utenza, oltre, ovviamente, alla presenza di materiale bibliografico-documentario.2

Si è derogato da questa impostazione di fondo solo per le biblioteche appartenenti a sistemi o coordinamenti aziendali, in virtù del fatto che il sistema/coordinamento può - almeno in parte - surrogare alcune insufficienze anche di base. Di conseguenza i dati relativi a collezioni di documenti e materiali bibliografici privi dei sopracitati requisiti, per così dire "organizzativi", sono stati raccolti ma non elaborati, e non vengono presentati in questa sede in ragione della loro scarsa rilevanza sul piano dell'organizzazione bibliotecaria regionale.3

 

RISULTATI

a) Strutture, finanziamenti e dotazione di personale

Dal 1988 al 2000 si è riscontrata una forte crescita quantitativa nel numero delle biblioteche: si è passati da diciotto sedi bibliotecarie nel 1988 alle trenta del 2000. Inoltre emerge la crescita netta dei sistemi e dei coordinamenti aziendali (da uno nel 1988 a tre oggi) e del numero delle biblioteche che ne fanno parte.

La presenza di nuove biblioteche tende a coprire le province più periferiche della regione (Piacenza e Ferrara), ma colma anche le lacune di aree interne (come il modenese) e rafforza il sistema bolognese del S. Orsola - Malpighi. In realtà in quest'ultimo caso si tratta di una crescita di carattere qualitativo, in quanto fra le undici biblioteche che attualmente raggiungono i requisiti minimi solo tre erano presenti anche nel 1988. Il parmense resta invece privo di servizi bibliotecari aziendali che superino la soglia minima. Quindi se da un lato si verifica una crescita portatrice di benefici effetti su aree regionali che erano sprovviste di servizi bibliotecari, dall'altro questo evento tende a incrementare una situazione di "polverizzazione" delle sedi bibliotecarie sul territorio. Tale caratteristica si conferma nel tempo come un dato di fatto dell'organizzazione bibliotecaria regionale in ambito biomedico, nonostante si sia verificata in parallelo una crescita dei sistemi e dei coordinamenti aziendali. Questo processo di concentrazione è ancora in atto ed è stato senza dubbio favorito anche dall'accorpamento delle numerose USL presenti negli anni Ottanta in un numero limitato di aziende, a seguito della riforma dei primi anni Novanta.

Le biblioteche prese in considerazione nell'analisi che segue sono ventisette fra le trenta sedi complessivamente individuate.4 Lo scarto è dovuto al fatto che mentre i sistemi aziendali sono stati considerati nelle statistiche riportando il numero complessivo delle biblioteche che ne fanno parte (un sistema con undici biblioteche), i due coordinamenti aziendali rilevati - comprendenti cinque sedi decentrate - sono stati computati come se fossero ciascuno una sola biblioteca (per esempio: un coordinamento con tre sedi bibliotecarie figura come un'unica biblioteca). Ciò a motivo del fatto che un sistema prevede una biblioteca centralizzata e un "corredo" di biblioteche specializzate, che hanno per certi aspetti vita autonoma, oltre che una serie di attività in comune, mentre un coordinamento bibliotecario si potrebbe definire come un'unica biblioteca di carattere generale che copre più sedi ospedaliere aziendali decentrate grazie a "punti di servizio" anch'essi decentrati. A questo proposito si veda la Tabella 1.

Una novità importante rispetto al 1988 è costituita dalla presenza nel 2000 della voce d'analisi relativa all'autonomia amministrativa della biblioteca. Le biblioteche amministrativamente autonome sono dieci (3% del totale) e due di queste fanno parte di sistemi o coordinamenti aziendali. Com'è noto l'autonomia amministrativa consente alla biblioteca la gestione diretta del proprio budget all'interno del bilancio aziendale. In questa situazione la biblioteca rappresenta un centro di costo. Ciò conferisce alla biblioteca maggiore sicurezza nella spesa e meglio la garantisce contro tagli indiscriminati di fondi. Inoltre le biblioteche centrali all'interno di un sistema o di un coordinamento sono responsabili del budget delle sedi bibliotecarie ad esse collegate.

I dati raccolti relativamente al budget appaiono in crescita e non solo perché è aumentato il numero delle biblioteche. Le diciotto biblioteche ricevettero nel 1988 un finanziamento complessivo pari a poco più di un miliardo (lire 1.108.300.000), mentre nel 2000 i finanziamenti per le ventisette biblioteche hanno sfiorato i quattro miliardi (lire 3.996.000.000). Si veda il Grafico 1.

L'immediato confronto fra i due dati fa già intuire un certo incremento dei finanziamenti nel corso dei dodici anni che separano i due censimenti, ma rivalutando la cifra del 1988 secondo i coefficienti di rivalutazione ISTAT, si ottiene l'effettiva attualizzazione - pari a lire 1.798.549.240 - del finanziamento di allora.5 È evidente quindi che le biblioteche sono diventate più "ricche" di quello che erano dodici anni fa, raddoppiando di fatto le proprie disponibilità economiche.

I dati relativi ai finanziamenti delle singole biblioteche riportati nel Grafico 2 mostrano che la maggior parte delle biblioteche si attesta su budget medio-alti (tra i 100 e i 500 milioni) e inoltre sottolineano che la dimensione sistemica è più economica rispetto a quella della biblioteca che potremmo definire stand alone.

Se il numero delle sedi bibliotecarie appare quasi raddoppiato in dodici anni, lo staff degli addetti che le gestiscono è cresciuto appena del 50%, il che in generale non depone a favore di un miglioramento della qualità del servizio. La componente amministrativa nelle qualifiche degli operatori - peraltro ancora oggi, come nel 1988, non riconosciuti come bibliotecari professionali all'interno del Sistema sanitario nazionale - rimane preponderante, anche se il personale delle aree sanitarie e tecniche risulta nel 2000 assai più numeroso che nel 1988. Il personale esterno impiegato in biblioteca attraverso contratti temporanei, che nel 1988 non esisteva e nel 2000 diventa invece la categoria più rappresentata dopo quella degli amministrativi, costituisce la vera novità - anche se non sempre in positivo - di questi anni. Il ricorso all'outsourcing infatti non sempre e necessariamente ha comportato l'impiego di personale con una professionalità specifica nel settore. A questo proposito si deve aggiungere che nel complesso gli operatori delle biblioteche sono laureati nel 45% dei casi e diplomati nel 37%, mentre un solo operatore in tutta la regione ha un titolo di studio specifico in biblioteconomia. Ciò conferma che, ancora oggi come dodici anni fa, gli operatori si formano "sul campo" e che - come in un circolo vizioso - il mancato riconoscimento del ruolo professionale del bibliotecario all'interno del SSN non fa che favorire l'assunzione di personale senza un titolo specifico. Si vedano al riguardo il Grafico 3 e la Tabella 2.

b) Patrimonio bibliografico e trattamento della documentazione

Le ventisette biblioteche considerate sono nel 37% dei casi di carattere clinico-generale e nel 63% di tipo specialistico.6 Un terzo delle biblioteche serve un'utenza interna all'ente compresa fra i cinquanta e i trecento utenti mensili, mentre l'afflusso di utenza esterna è molto più basso (il 44,4% delle biblioteche dichiara un massimo di venti utenti mensili).

I patrimoni bibliografico-documentari non sono particolarmente ingenti quanto a monografie correnti (il 22,2% delle biblioteche censite ospita fra i 2.000 e i 5.000 volumi), anche se alcune istituzioni hanno fondi antichi di notevole rilevanza.7 Il patrimonio dei periodici nel suo complesso sembra non aver subìto incrementi nell'intervallo fra i due censimenti, anzi in alcuni casi ha accusato addirittura qualche contrazione a seguito delle impennate dei prezzi dei periodici;8 il totale rilevato assomma a 5.621 titoli per i periodici correnti e 3.255 per i cessati. A parte le biblioteche specialistiche più piccole che hanno meno di cinquanta titoli (33,7%), undici biblioteche (40,7%) ospitano collezioni comprese fra i 100 e i 400 periodici correnti, mentre il numero dei titoli di sei biblioteche (22,2%) è compreso fra i 400 e i 700. A questi si aggiungano i periodici online che ammontano nel complesso a 741 titoli, di cui tuttavia solo una minima parte sono in abbonamento (98% acquisiti con fornitura "print+online").

Questo patrimonio è controllato solo parzialmente attraverso strumenti catalografici: solo il 63% delle biblioteche ha almeno un proprio catalogo, cartaceo o in linea. I cataloghi informatizzati sono otto (29,6%), ma solo cinque biblioteche utilizzano software accreditati idonei alla catalogazione. La mancanza dei cataloghi è sentita soprattutto per quanto riguarda le monografie, perché, almeno nei sistemi e coordinamenti aziendali, l'assenza di cataloghi propri per ogni sede è compensata dai cataloghi collettivi interni.

Gli standard internazionali per la descrizione bibliografica sono applicati dalla maggioranza delle biblioteche nella redazione dei cataloghi dei periodici: il 55,6% delle biblioteche utilizza le norme ISO/UNI 6392-76 e solo due (7,4%) applicano gli ISBD(S).9 Si veda al proposito la Tabella 3.

Il trattamento semantico della documentazione, effettuato utilizzando gli strumenti appropriati e accreditati in tutto il mondo, non è ancora adeguatamente diffuso nelle biblioteche dell'Emilia-Romagna. L'uso dei descrittori provenienti dal Medical Subject Headings (MeSH)10 nella soggettazione è stato verificato in quattro biblioteche (14,8%), mentre in altre due (7,4%) si soggetta ancora secondo descrittori creati dalla biblioteca medesima. Anche la classificazione NLMC11 viene utilizzata in quattro biblioteche (14,8%), laddove CDU e CDD12 sono adottate in altre due sedi. Una sola biblioteca utilizza uno schema di classificazione creato ad hoc.

c) Servizi offerti all'utenza

La portata innovativa delle nuove tecnologie in biblioteca - che pure non hanno avuto un'applicazione "spinta" fino ad ora,13 se non in alcuni casi - è stata tale da scardinare quasi completamente un tessuto di servizi che nel 1988 appariva limitatamente diffuso, ma abbastanza variegato e assai consolidato. Alcuni tipi di servizi sono completamente scomparsi, altri sono assolutamente inediti. Il confronto con i servizi rilevati nel 1988 viene quindi ridotto, ma rimane pur sempre di un certo interesse.

A questo proposito, nell'elaborazione dei dati, l'attenzione si è appuntata sui servizi a valore aggiunto rilevabili attraverso alcuni indicatori. Questi permettono di individuare lo stato dei servizi di reference, che rappresentano senza dubbio quelli più avanzati del settore. Un primo incrocio dei dati provenienti da questi indicatori ha permesso di circoscrivere un'area abbastanza omogenea di tredici biblioteche (48,1%) che offrono un apprezzabile range di servizi collegati al reference. Gli indicatori utilizzati in questa prima fase di incrocio sono stati: la ricerca bibliografica su banche dati in abbonamento e remote attraverso Internet, nonché la presenza di servizi di informazione bibliografica e orientamento dell'utente. La seconda fase di incrocio dei dati ha prodotto un'ulteriore selezione che restringe il numero delle biblioteche ad un gruppo di quattro (14,8%). L'indicatore discriminante introdotto questa volta è stato l'attivazione da parte delle biblioteche di corsi di istruzione per gli utenti. Questo si caratterizza come uno dei servizi più "evoluti" e richiedenti un'alta professionalità da parte degli operatori bibliotecari che lo svolgono.

Il confronto 1988-2000 per i soli indicatori presenti in entrambi i censimenti evidenzia una fortissima crescita nel numero di biblioteche che utilizzano banche dati: da cinque (27,8%) nel 1988 si passa a diciassette (63%). In proporzione la crescita dell'attivazione di corsi per l'utenza appare molto meno rimarchevole (da tre a quattro biblioteche).

Le preferenze delle biblioteche in termini di banche dati si appuntano su Medline nel 2000 (33,3%) - come nel 1988 (27,7%). A conferma di ciò si dovrebbe tenere conto della possibilità di consultare la versione gratuita PubMed per tutte le biblioteche che accedono a Internet (diciannove, cioè il 70,3%). Altrettanto ampia risulta l'utilizzazione delle banche dati legate all'Evidence Based Medicine - The Cochrane Library e Best Evidence - a cui sono abbonate rispettivamente otto (29,6%) e due (7,4%) biblioteche. Embase è in abbonamento in una sola biblioteca. Banche dati giuridiche risultano presenti in sei biblioteche (22,2%), mentre solo alcune biblioteche si abbonano a banche dati disciplinari molto specialistiche o ai servizi di un'information service provider. Si vedano la Tabella 4 e la Tabella 5.

L'accesso a riviste online è presente in sedici biblioteche (59,3%). Il servizio di circolazione degli indici cartacei dei periodici è comprensibilmente crollato dal 1988 ad oggi (solo una biblioteca lo effettua ancora come tale). Solo in un caso questo tipo di servizio è stato modificato e decisamente migliorato attraverso l'introduzione in biblioteca di Current Contents, potenziando così in modo considerevole la "portata" dell'informazione offerta in rete.

Le biblioteche che offrono servizi in rete sono dieci (37%), ma la maggioranza di esse (sette, cioè il 25,9%) si limita a garantire alla propria utenza interna l'accesso alle banche dati e alle riviste online. Solo due biblioteche (7,4%) escono dai confini delle rispettive Intranet e offrono ad un pubblico più vasto presente su Internet un pacchetto di servizi che include pagine informative e cataloghi.

Lo stesso numero di biblioteche - per l'esattezza quattordici - svolge nel 2000 (51,2%) e svolgeva nel 1988 (77,7%) il servizio di fornitura dei documenti non posseduti. Dieci biblioteche si rivolgono all'estero per la fornitura di documenti a pagamento.14 Fotocopie del posseduto vengono effettuate da ventuno biblioteche.

 

CONCLUSIONI

Nel complesso la situazione delle biblioteche in Emilia-Romagna è cambiata ma non in modo sostanziale:

  • le biblioteche sono più diffuse nel territorio in generale, ma appaiono oltremodo numerose in alcune aree urbane; sistemi e coordinamenti, debitamente potenziati e integrati, potrebbero essere il punto di partenza per creare un'effettiva copertura in termini di servizi bibliotecari in rete anche per gli ospedali decentrati e per il territorio dei distretti;

  • le biblioteche hanno oggi maggiori disponibilità economiche rispetto a dodici anni fa, ma il costo delle risorse informative e delle attrezzature è in continua ascesa. Per ottimizzare l'effetto delle non poche risorse finanziarie in loro possesso, e accrescerne la portata in maniera sinergica, è necessario che le aziende si orientino verso politiche di razionalizzazione e integrazione delle risorse informative e dei servizi, politiche cioè che si concretizzino in acquisti di tipo consortile, a fronte di servizi erogati in forma cooperativa fra le biblioteche stesse;

  • il personale qualificato è ancora insufficiente e non riconosciuto quanto a profilo professionale;

  • i servizi a valore aggiunto sono circoscritti ad un ambito di poche biblioteche come pure il trattamento della documentazione secondo gli standard.

 

La Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna in questi anni ha mantenuto un costante e forte interessamento verso le biblioteche biomediche, indirizzando la propria attività del settore verso:15

  • la formazione e l'aggiornamento dei bibliotecari con corsi specifici, convegni, giornate informative, allo scopo di favorire il più possibile la qualificazione degli operatori e la diffusione di modelli avanzati di gestione della biblioteca e di erogazione dei servizi;

  • la diffusione degli standard di trattamento della documentazione e dell'informatizzazione in un'ottica di sistema, con l'obiettivo della cooperazione regionale;

  • interventi e sostegno diretto alle fasce bibliotecarie più "deboli".

 

Cionondimeno negli ultimi due anni la Soprintendenza ha sperimentato nuove sinergie e modalità d'intervento mediante l'attivazione di nuove e più dirette forme di collaborazione con le aziende sanitarie. Il progetto "Network informativo per il trasferimento dei risultati della ricerca bibliografica nei servizi sanitari" e il grosso contributo della Soprintendenza al GOT, illustrato nelle pagine precedenti, è l'espressione di questo rinnovamento dell'impegno diretto a favore della cooperazione in tema di servizi e di razionalizzazione e integrazione delle risorse.

Ci auguriamo che questo impegno continui a dare buoni frutti.

 

Note e Bibliografia

 

(1) Nel 1988 a tale scopo si era adottato il concetto di requisiti minimi stabiliti dalla legge regionale 42/1983. Con la nuova legge regionale in materia di biblioteche (LR 18/2000), promulgata nel marzo dello scorso anno, il concetto di standard di qualità soppianta ed estende quello dei requisiti, aprendo così nuove prospettive verso la valutazione della qualità dei servizi anche nel settore delle biblioteche. All'epoca del censimento 2000 - in assenza di tali standard, per l'individuazione dei quali la legge fissa un termine di un anno - si è preferito mantenere i requisiti minimi già fissati in occasione del precedente censimento, garantendo in questo modo la massima confrontabilità fra i dati delle due rilevazioni. L. Cavazza, Servizi di informazione e ricerca bibliografica nelle biblioteche delle Unità Sanitarie Locali dell'Emilia-Romagna, "IBC Informazioni", 1988, 5, pp. 45-49.

(2) La non contemporanea presenza di tutti e tre i requisiti indica un cosiddetto fondo bibliografico, cioè un insieme di materiali bibliografico-documentari sulla cui base, non essendo effettuato alcun trattamento di carattere catalografico, i servizi forniti all'utenza sono di rilevanza biblioteconomica minima.

(3) I fondi censiti sono undici. Alcuni sono costituiti da biblioteche ormai chiuse da molti anni; altri sono biblioteche prive dell'insieme dei requisiti minimi. Due sono invece le biblioteche che non hanno fornito i dati in tempo utile e che di conseguenza sono state escluse dal censimento insieme con una biblioteca in allestimento. È stata esclusa dall'analisi anche la tipologia della biblioteca di conservazione in quanto materiali e servizi, di generi troppo diversi da quelli trattati in questo articolo, costituiscono materia a sé stante.

(4) Le ventisette biblioteche sono:

biblioteche con un'unica sede: * Biblioteca Azienda USL, Piacenza; * Biblioteca C. Livi - Azienda USL Reggio Emilia; * Biblioteca dell'Arcispedale S. Maria Nuova - Azienda ospedaliera, Reggio Emilia; * Biblioteca distretto di Correggio - Azienda USL, Reggio Emilia; * Biblioteca centro documentazione CEVEAS - Azienda USL, Modena; * Centro regionale documentazione per la salute - Azienda USL Città di Bologna e Ravenna; * Biblioteca sanità e politiche sociali - Regione Emilia-Romagna, Bologna; * Biblioteca G. Minguzzi - Provincia di Bologna; * Biblioteche scientifiche - Istituti ortopedici Rizzoli, Bologna; * Biblioteca ARPA Emilia-Romagna, Bologna; * Biblioteca Azienda USL, Imola (Bologna); * Biblioteca centralizzata multimediale - Azienda ospedaliera universitaria Arcispedale S. Anna, Ferrara; * Biblioteca S. Solieri - Azienda USL, Forlì; * Biblioteca Ospedale Bufalini - Azienda USL, Cesena;

sistemi bibliotecari: Azienda ospedaliera di Bologna - Policlinico S. Orsola - Malpighi (sedi bibliotecarie: * Biblioteca centralizzata - Coordinamento biblioteche aziendali; * Biblioteca servizio tecnologie biomediche; * Biblioteca servizio fisica sanitaria; * Biblioteca direzione generale; * Biblioteca diploma universitario di fisioterapista; * Biblioteca servizio chirurgia plastica; * Biblioteca di medicina del lavoro; * Biblioteca servizio immunoematologia trasfusionale; * Biblioteca istituto di oncologia S. Orsola; * Biblioteca direzione medico-ospedaliera; * Biblioteca farmacia S. Orsola);

coordinamenti bibliotecari aziendali: Azienda USL Città di Bologna (sedi bibliotecarie: * Biblioteca G. Laschi - Ospedale Maggiore; * Biblioteca - Ospedale Bellaria); Biblioteca tecnico-scientifica - Azienda USL, Ravenna (sedi bibliotecarie di Ravenna, Faenza e Lugo).

(5) Per il calcolo sono stati usati gli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati indicati in: Coefficienti per moltiplicare valori espressi in lire ... per tradurli in lire 2000, http://www.istat.it/Anotizie/Acom/precon/indiceistat/2000.htm, 24/09/2001.

(6) Le specialità individuate sono diciassette: chirurgia plastica, epidemiologia, farmacologia, fisica sanitaria, legislazione sanitaria / area giuridico-amministrativa, immunoematologia, medicina del lavoro, nursing, oncologia, ortopedia, prevenzione e ambiente, psichiatria e psicologia, radiologia, riabilitazione, sanità pubblica, tecnologie biomediche e tossicologia.

(7) Alcune biblioteche hanno fondi antichi di rilevanza e pregio. In totale si tratta di oltre 11.000 volumi tra manoscritti, incunaboli, cinquecentine e materiali pubblicati fino a tutto il 1800.

(8) L. Cavazza - R. Iori, Retrenchment and cost-effectiveness in the reduction of serials subscriptions: a strategy and practice in an Italian hospital library, in Health information management: what strategies. Proceedings of the 5th Conference of Medical and Health Libraries, Coimbra, Portugal, September 18-21, 1996, Dordrecht, Kluwer, 1997, pp. 69-70. L. Locche - L. Cavazza - S. Bettini, Bisturi nella biblioteca ospedaliera: tagli dei periodici senza rischi operatori, "Biblioteche Oggi", 1997, 7, pp. 24-29. L. Cavazza - L. Locche, Towards an integrated policy of acquisitions of serials in the libraries of a hospital, in Libraries without limits: changing needs - changing roles. Proceedings of the 6th European Conference of Medical and Health Libraries, Utrecht, 22-27 June 1998, Dordrecht, Kluwer, 1999, pp. 220-223. L. Locche - A. Morselli Labate - L. Cavazza - A. Stanzani - A. De Pietro, Sharing the acquisition of electronic journals: a co-ordinated management and upgrading of the journal collections in a hospital, http://pacs.unica.it/alghero2001/proceedings/064.htm, 03-10-2001.

(9) Norma ISO/UNI n. 6392-76, Documentazione e riproduzione documentaria, cataloghi alfabetici di periodici. International Federation of Library Association and Institutions (IFLA), ISBD(S), International Standard Bibliographic Description for Serials, revised ed., London, IFLA, 1988.

(10) National Library of Medicine, Medical Subject Headings, Bethesda (MD), National Library of Medicine, 1975- .

(11) National Library of Medicine, National Library of Medicine Classification: a scheme for the shelf arrangement of library materials in the field of medicine and its related sciences, 5th ed., Bethesda (MD), National Library of Medicine, 1994.

(12) Classificazione decimale universale, edizione completa italiana, Roma, 1972- ; Classificazione decimale Dewey. Edizione 21, edizione italiana a cura del Gruppo di lavoro della Bibliografia nazionale italiana, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2000.

(13) Nel complesso le ventisette biblioteche possiedono sessantadue personal computer, ma sei sedi ne sono completamente prive (22,2%). Di conseguenza solo ventuno biblioteche (77,8%) accedono a Internet.

(14) The British Library Document Supply Service, Institut de l'Information Sciéntifique et Technique (INIST) e Canada Institute for Scientific and Technical Information (CISTI).

(15) Si veda in merito una sintesi degli interventi della Soprintendenza negli ultimi quindici anni nel settore biomedico: L. Cavazza in Interventi dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali in I patrimoni culturali delle Aziende sanitarie in Emilia-Romagna, conoscenza e valorizzazione. Atti del seminario, 3 marzo 2000, Bologna, supplemento di "IBC. Informazioni, commenti, inchieste sui beni culturali", IX, 2001, 3, pp. 14-18.

 

Tabella 1: Biblioteche e sistemi/coordinamenti aziendali nel 2000

  Numero Numero sedi
Biblioteche 14 14
Sistemi/coordinamenti bibliotecari aziendali 3 16
Totale 171 30
 
Tabella 2: Biblioteche per numero di addetti nel 2000 e nel 1988
Numero addetti Biblioteche nel 2000 % Biblioteche nel 1988 %
1 15 55,6 9 50,0
2 2 7,4 5 27,8
3 5 18,5 0 0,0
4 1 3,7 2 11,1
5 2 7,4 1 5,6
6 2 7,4 1 5,6
TOTALE 27 100,0 18 100,0
 
Tabella 3: Standard applicati nella catalogazione dei periodici nel 2000 e nel 1988
Standard applicati: 2000 1988
Biblioteche % Biblioteche %
ISBD (S) 2 7,4 0 0,0
UNI/ISO 15 55,6 6 33,3
Altro /proprio 0 0,0 7 38,9
Nessuna risposta 0 0,0 3 16,7
 
Tabella 4: Servizi per tipologia nel 2000 e nel 1988
Servizi 2000 1988
Biblioteche % Biblioteche %
Fotocopie

21

77,7

18

100
Document delivery

14

51,2

14

77,8
Informazione bibliografica e orientamento utente

16

59,3

ÿ

ÿ
Ricerca bibliografica

17

63,0

ÿ

ÿ
Istruzione e formazione utenti

4

14,8

3

16,7
Accesso a Internet

19

70,4

ÿ

ÿ
Accesso a banche dati in abbonamento

17

63,0

5

27,8
Accesso a banche dati remote

15

55,6

ÿ

ÿ
Accesso a riviste online

16

59,3

ÿ

ÿ
Circolazione indici Current Contents

1

3,7

ÿ

ÿ
Circolazione indici periodici

1

3,7

6

33,3
Sommari Gazzetta Ufficiale Europea

1

3,7

ÿ

ÿ
Servizi offerti in rete:

10

37,0

ÿ

ÿ
a) - homepage informativa

4

14,8

ÿ

ÿ
b) - catalogo dei periodici

4

14,8

ÿ

ÿ
c) - catalogo monografie, cd, audiovisivi

3

11,1

ÿ

ÿ
ÿ: dati non rilevati
 
Tabella 5: Banche dati utilizzate dalle biblioteche nel 2000 e nel 1988
Banche dati 2000 1988
Biblioteche % Biblioteche %
Medline

9

33,3

5

27,8
Current Contents

1

3,7

--

--
Banche dati giuridiche

6

22,2

--

--
The Cochrane Library

8

29,6

--

--
Best Evidence

2

7,4

--

--
ADAM Interactive Psychology

1

3,7

--

--
Dialog Datastar

1

3,7

--

--
OVID

1

3,7

--

--
Embase (OVID)

1

3,7

2

11,1
Micromedex

1

3,7

--

--
Nessuna

5

18,5

--

--

 

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