Rivista "IBC" IX, 2001, 3
musei e beni culturali / convegni e seminari
Il secondo convegno nazionale di etnoantropologia, tenutosi il 7 e 8 giugno, in una località nuova alle esperienze congressuali, Mondaino, sulle pendici collinari di Rimini, tra la Valle del Conca e quella del Tavollo, ha offerto l'opportunità ai partecipanti di ascoltare anche alcune interessanti dati sul recupero del patrimonio storico artistico, in particolare quello archeologico, da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico.
Il dettagliato intervento, che ha aperto l'incontro degli etnoarcheologi, tenutosi all'interno della rocca e promosso dall'Associazione Italiana di Etnoarcheologia, dal Comune di Mondaino e dal Museo delle Culture Extra Europee "Dinz Rialto" di Rimini con la curatela organizzativa di Monica Barogi e Cristina Ravara, si muoveva su cifre piuttosto rilevanti: ad esempio, ben 1.958 reperti di età classica sono stati recuperati nei primi mesi del 2001. Nel 2000 i carabinieri hanno ritrovato ben 3.055 oggetti provenienti da scavi clandestini. Altro dato, che porta riflettere sull'importanza dei sistemi antifurto, e di una catalogazione capillare, dal 1970 a tutto il 2000 sono 15.267 le chiese da cui sono state trafugate opere d'arte.
La relazione tenuta a Mondaino costituiva per il Comando Carabinieri il preambolo al settimo Convegno internazionale "Traffico illecito dei reperti archeologici. Globalizzazione del fenomeno. Problematiche di contrasto", svoltosi a Roma, dal 25 al 28 giugno, e realizzato con il Ministero per i beni le attività culturali.
Il convegno di etnoarcheologia ha avuto, dunque, anche il merito di spaziare oltre lo specifico dei suoi temi e di focalizzare l'attenzione su un problema di complessa gestione, da sempre sotteso, in modo particolare, alla ricerca e alla conservazione nell'ambito dell'archeologia.
Ma soffermiamoci sull'etnoarcheologia. Questa costituisce un nuovo tipo di ricerca, che si è affermata, già a partire dai primi anni Novanta e che, anche in Italia, dà voce a tante esperienze condotte, spesso in modo isolato, da studiosi e gruppi di lavoro che operano in varie regioni della penisola.
Tale disciplina tende, attraverso le indagini che svolge, "ad interpretare il passato per mezzo delle analogie che è possibile tracciare tra le forme che assumono i caratteri delle culture antiche e quelle dei tratti culturali che si rivelano oggi". Tra i molti interventi si segnalano, in modo esemplificativo, quelli che hanno riguardato la comparazione di tecniche tradizionali in uso in Nepal e Pakistan, ma anche in alcune località della Calabria e di altre regioni, con quelle antiche. Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, si segnala il progetto di ricostruzione di una nave del III millennio a.C., in collaborazione con il Centro Etnografico della Civiltà Palustre di Ravenna.
Gli atti del convegno, che ha avuto il patrocinio dell'Istituto per i beni culturali, verranno pubblicati. Per informazioni: cravara@yahoo.it; francescalugli@libero.it.
Azioni sul documento