Rivista "IBC" IX, 2001, 3

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Fuori dall'ombra

Claudia Collina
[storica dell'arte contemporanea]

Dopo anni di lavoro alle collezioni della Galleria d'Arte Moderna di Bologna, è un vero piacere poter godere di ciò che si è studiato e conservato. La mostra permanente allestita al secondo piano dell'Istituzione del Comune di Bologna offre al pubblico la possibilità di fruire di opere che coprono l'arco cronologico del XX secolo, dalla fine dell'Ottocento all'attualità, e di documentarsi attraverso un agile catalogo a cura di Claudio Poppi e Peter Weiermair.

L'ordinamento museologico a fini didattici esprime un periodo importante della storia dell'arte ed affida alla cronologia lo scandire stilistico degli artisti che hanno dato vita a questo periodo della contemporaneità. La statura di Morandi ha rischiato di ottenebrare l'attività figurativa che ha avuto, nel Novecento locale, dignità più o meno incisiva, ma che ha comunque rispecchiato un tipo di ricerca legata al proprio tempo. Aver coscienza che l'artista bolognese è stato l'apice di studi durati dalla fine del XVIII secolo ai suoi giorni significa valorizzare il percorso di chi l'ha preceduto e di chi ne ha raccolto la suggestione, così forte e determinante e difficile da eludere, ma contestualizzare idealmente il grande bolognese all'interno del percorso espositivo della GAM è necessario affinché si completi un tassello del complesso mosaico della storia dell'arte.

In apertura di catalogo i curatori sottolineano il significato simbolico di Alba e tramonto di Flavio Bertelli, quadro che riassume l'alternarsi delle fasi di un giorno e, per via di metafora, della vita. Così è anche per l'arte e le correnti stilistiche che determinano l'ossatura della sua storia: sono cicli che si aprono e si chiudono, espressioni culturali che si sovrappongono, elidono o recuperano, in un alternarsi di rimandi a seconda delle metamorfosi che l'attualità scientifica determina sulla collettività.

Le tensioni sociali, le ansie e le paure dei primi anni del secolo, tra Verismo e Simbolismo, sono rappresentate da opere di Emilio Notte e Ferruccio Ferrazzi, mentre un Liberty aggiornato alle tendenze mitteleuropee è godibile nelle Figure allegoriche di Adolfo De Carolis e nei quadri di Augusto Majani; influenze lineariste sono ravvisabili anche nella serie dei Ragazzi di Lorenzo Viani.

Un'attenzione particolare merita Athos Casarini, talento precoce, la cui vita e pittura sono state determinate da precise e radicali scelte ideologiche associate al movimento futurista: la sua voglia di novità l'ha portato ad essere protagonista nella New York del primo ventennio, ma misconosciuto, o quasi, in patria.

Come si è già accennato, l'arte è lo specchio della società: il post impressionismo intimista e borghese emiliano è interpretato da Garzia Fioresi, Alfredo Protti e Carlo Corsi; e se la scelta iconografica predilige temi legati al quotidiano, quella stilistica riflette l'assimilazione di stilemi d'oltralpe, in particolare quelli fauves.

Il ritorno formale ad un naturalismo, ed al suo opposto, il primitivismo, non interrompe la predilezione per i soggetti minuti della vita; sarà l'arte di regime che vedrà riaffiorare nuove istanze espressioniste, interpreti dei nuovi fatti che scuotevano il paese: Ilario Rossi, Giuseppe Zigaina e Alberto Sughi sono i protagonisti di questo lungo periodo.

Le ricerche artistiche d'oltreoceano segnavano radicalmente quelle europee del secondo dopoguerra: l'informale stimolava Mattia Moreni, Pompilio Mandelli, Sergio Romiti, Ennio Morlotti, Bruno Pulga, Sergio Vacchi e Leoncillo Leonardi, che davano corso a quella straordinaria e vitalistica corrente, riassunta da Gaetano Arcangeli come "ultimo naturalismo"; e che sarebbe poi sfociata nel movimento informale di matrice emiliana, con una ricaduta che perdurerà anche nel momento di un ritorno al figurativo per una nuova espressività.

La Pop Art investe la cultura degli anni Sessanta e Settanta con un concettualismo formulato attraverso la selezione degli aspetti più assimilabili, in particolare con riferimenti ai prodotti industriali, oggetto di pubblicità. La serialità diventa simbolo di ciò che la società consuma, dalle immagini di attrici alle lattine ed alle scatolette; ciò che è popular incanta e diverte e denuncia con grazia. È in quel periodo che le collezioni della Galleria d'Arte Moderna hanno iniziato ad arricchirsi di opere d'artisti non solo emiliani: Mario Schifano, Giosetta Fioroni, Titina Maselli e Mimmo Rotella usano tecniche tradizionali, la pittura, o neo avanguardistiche, la fotografia ed il collage, per rivelare la loro poetica.

Il recupero dell'arte del passato rappresenta per il movimento della Transavanguardia degli anni Ottanta il punto di partenza per nuovi sperimentalismi artistici e sollecita diverse correnti, concettuali o decorative, che, a tutt'oggi, hanno fatto della palese rievocazione una ricerca continuamente in fieri, sempre più spesso riferita alla tecnologia ed ai sistemi della comunicazione, dai più sofisticati ai più consueti. Le insegne al neon di Maurizio Nannucci accolgono il visitatore della Galleria con il suo uso delle parole, semplice ma incisivo, ricordandoci che esiste Another notion of possibility, ma soprattutto che tutta l'arte è stata contemporanea.


Fuori dall'ombra. Opere del XX secolo dalle collezioni della GAM, a cura di C. Poppi e P. Weiermair, Bologna, Edizioni Pendragon, 2001, 15 p., L. 3.000.

 

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