Rivista "IBC" IX, 2001, 3

biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni, storie e personaggi

Il laboratorio di uno storico

Valeria Gilli
[catalogatrice presso la cooperativa "Le Pagine" di Ferrara]
Maria Pia Torricelli
[bibliotecaria presso la Biblioteca centrale "G. P. Dore" della Facoltà di ingegneria dell'Università di Bologna]

Il fondo "Carlo e Pia Zaghi", donato nel 1992 alla Biblioteca civica di Argenta dal proprio raccoglitore, contiene materiale bibliografico e documentario di ingentissimo interesse per contenuto informativo, per quantità e per varietà di tipologie. La donazione comprende infatti il carteggio privato del professor Zaghi, un'interessantissimo fondo documentario, e una cospicua biblioteca. Dei primi due e di quest'ultima, nelle pagine che seguono, si occupano rispettivamente Maria Pia Torricelli e Valeria Gilli.1

Documenti e materiale librario, tra loro inscindibilmente legati, hanno costituito e potranno continuare a costituire un vero e proprio laboratorio di ricerca, la cui dimensione dinamica emerge dall'intenso lavoro di analisi, raffronto, interpretazione e trascrizione di cui le fonti sono state oggetto, siano esse originali o copie di carte conservate presso archivi di tutto il mondo. Ne sono testimonianza i numerosissimi commenti, note e brevi regesti appuntati alle singole carte, il sistematico e puntualissimo ricorso alle fonti presente in tutte le opere di Carlo Zaghi, e i numerosissimi volumi di documenti di cui nel corso della sua carriera ha curato, e continua a curare, la pubblicazione.

Non si può non sottolineare con grande ammirazione la volontà di mettere a disposizione di altri studiosi fonti reperite durante anni di pazienti ricerche donando carte in alcuni casi ancora inedite.


L'archivio

La documentazione storica

A chi ha avuto il non facile compito di impostare l'inventario sommario della raccolta documentaria si è innanzitutto posto il problema di come definirla. Se il termine "archivio" poteva apparire improprio nella tradizionale accezione di "complesso delle carte, prodotte e acquisite, secondo uno spontaneo nesso originario di competenze e di contenuto, da un'amministrazione nell'esercizio dell'attività esplicata per il raggiungimento delle proprie finalità pratiche o per l'espletamento delle proprie funzioni",2 ciononostante si è scelto di utilizzarlo perché esiste un nesso tra le carte (frammenti originali o riprodotti di vari archivi pubblici e privati, frammisti a pubblicazioni a stampa, ritagli di giornale e moltissimi appunti), e questo nesso è rappresentato dal loro essere state acquisite, strutturate e organizzate in base alle esigenze di studio del loro raccoglitore.3

Carlo Zaghi ha raggruppato le carte in fascicoli, per lo più costituiti da carpette ricavate da giornali ripiegati (che sono stati conservati anche se non più a contatto diretto con i documenti), con apposta l'indicazione sommaria del contenuto. Si è ritenuto opportuno non intervenire sulla struttura ormai sedimentata dell'archivio, si sono pertanto mantenute le suddivisioni esistenti e si è proceduto ad accorpamenti solo nei casi più eclatanti di smembramento. Come, ad esempio, per il consistente frammento dell'archivio settecentesco di Ferdinando Marescalchi, le cui carte sono state rinvenute in vari fascicoli frammiste ad appunti di Zaghi e a copie di altri documenti dello stesso periodo.

Analogamente, quando presenti, sono state mantenute nel campo "descrizione" delle schede dell'inventario sommario le indicazioni di contenuto fornite dallo stesso Zaghi, aggiungendo specifiche solo nel caso risultassero troppo sintetiche.

Si è scelto inoltre di non separare la documentazione in copia da quella in originale dandone unicamente segnalazione in scheda, proprio per mantenere e valorizzare il carattere di "archivio-laboratorio" del fondo. Infatti secondo la logica che è alla base della raccolta non esiste distinzione gerarchica tra documenti in originale e documenti in copia (microfilm, fotografie, fotocopie, copie manoscritte e dattiloscritte), in particolare per le riproduzioni di fonti perdute quali le carte settecentesche di due importanti uomini politici del Regno di Napoli, Fabrizio Castelcicala e Antonio Micheroux, facenti parte dell'Archivio della Real Casa Borbonica distrutto durante la seconda guerra mondiale.4

Purtroppo per alcuni documenti in copia, che si presentavano confusi e senza indicazione di provenienza, oppure estremamente deteriorati, è risultato impossibile procedere a una seppur sommaria schedatura. È il caso di nove buste di documenti in riproduzione fotografica, relativi al periodo giacobino e napoleonico, che per il piccolo formato delle riproduzioni e la confusione delle varie serie, nonché la quasi assoluta mancanza di indicazione dell'ente di conservazione degli originali, non è stato per ora possibile suddividere in alcun modo.

Di grande importanza sono gli originali raccolti da Carlo Zaghi, generalmente in buone condizioni di conservazione: ricordiamo in particolare archivi privati come quello di Pietro Antonelli e Ferdinando Marescalchi che, a maggior ragione per la loro natura non pubblica, avrebbero potuto essere dispersi nel corso delle vicende private delle famiglie cui appartenevano, e che ora potranno essere adeguatamente tutelati e messi a disposizione degli studiosi.


Il fondo "Zaghi" è stato suddiviso in quattro sezioni, tre delle quali corrispondenti ai filoni di ricerca seguiti nel tempo dallo studioso. Le sezioni sono state raccolte in un centinaio di buste all'interno delle quali i documenti sono stati disposti mantenendo, tranne in casi eccezionali, la suddivisione in fascicoli predisposta dallo stesso Zaghi. Ad ogni fascicolo (contraddistinto da un numero progressivo) corrisponde una scheda dell'inventario sommario.5 La scheda fornisce l'indicazione sintetica del contenuto, generalmente formulata partendo dai titoli apposti da Zaghi ai vari fascicoli, gli estremi cronologici, l'indicazione di originale o copia, per le copie il luogo di conservazione degli originali (nei casi in cui è stato possibile individuarlo), eventuali notizie che si è ritenuto utile fornire (tipo di riproduzione, consistenza, ecc.) e lo stato di conservazione delle carte.

La prima sezione, contraddistinta dalla lettera "A", è composta di trentaquattro buste e raccoglie documenti relativi, prevalentemente, alla prima fase del colonialismo italiano in Africa Orientale, tra la fine degli anni Settanta del diciannovesimo secolo e l'inizio del ventesimo secolo: viaggiatori e esploratori italiani in Africa, la politica coloniale del ministro Pasquale Mancini, la nascita e lo sviluppo della colonia Eritrea, il trattato di Uccialli e il mancato protettorato dell'Italia sull'Etiopia, gli interessi delle potenze europee in Africa orientale, il commercio delle armi e la tratta degli schiavi. Inoltre, in minore quantità, documenti riguardanti la conquista fascista dell'Etiopia e le vicende coloniali di Tunisia, Congo, Marocco e Sudan.6

Sono moltissimi, come risulta dalle schede, i documenti originali (in molti casi ancora inediti): in particolare le carte e i diari di Pietro Antonelli, i carteggi privati e ufficiali di Leopoldo Traversi, Cesare Nerazzini, Giuseppe Tornielli, Pasquale Mancini, Vincenzo Ragazzi, Gustavo Bianchi e molti altri protagonisti del periodo.

Sono stati inoltre oggetto di catalogazione molti opuscoli a stampa presenti tra i documenti. La loro natura di pubblicazioni a limitatissima tiratura li riconduce nell'ambito della cosiddetta letteratura grigia: pertanto, anche alla luce delle considerazioni più sopra esposte, non si è voluto spostarli dalla loro originaria collocazione inserendoli tra le monografie. Tali pubblicazioni consistono prevalentemente in brevi trattati o raccolte di documenti di argomento coloniale, edite nella maggioranza dei casi dal Ministero italiano per gli affari esteri, e di pubblicazioni francesi, inglesi e tedesche di analoga natura ed edite o curate da organi statali.

La seconda sezione, contraddistinta dalla lettera "B", composta di quarantanove buste, raccoglie materiali relativi all'Italia preunitaria "giacobina" e "napoleonica": la risonanza politica e culturale della rivoluzione francese in Italia; le campagne italiane di Bonaparte, le Repubbliche giacobine del triennio democratico, i giacobini italiani, la Repubblica Italiana, il Regno d'Italia.7

Tra i documenti in originale è da segnalare un frammento dell'archivio privato di Ferdinando Marescalchi, importante uomo politico della Repubblica Cisalpina, della Repubblica Italiana (durante la quale fu ministro degli esteri), e del Regno d'Italia;8 si tratta di due buste di carte a cui si è dato un ordinamento cronologico e alle quali si affiancano logicamente numerosi documenti in copia provenienti dal fondo Marescalchi dell'Archivio di Stato di Milano.

Altrettanto interessanti sono, seppure numericamente molto esigue, alcune lettere originali del carteggio del marchese Mastrilli Gallo.

In questa sezione si raccoglie inoltre un'ampia documentazione in copia da archivi italiani, francesi, spagnoli e austriaci, a dimostrazione di come le indagini e le ricerche di Zaghi non si siano fermate al solo territorio nazionale e il suo interesse fosse rivolto alle vicende politiche e economiche di tutta la penisola e non alle sole aree di influenza francese.

Sono inoltre compresi in questa sezione alcuni documenti originali di ambito ferrarese di epoche molto diverse: due disposizioni, la più antica delle quali sicuramente ducale, datate rispettivamente 1576 e 1581, documenti relativi alle Valli di Comacchio del 1820 e le carte di Virgilio Estival datate 1860-1868.

Decisamente più limitata come consistenza, solamente due buste, è la terza sezione, contraddistinta dalla lettera "C", relativa al periodo fascista e bellico. Si tratta di documentazione in buona parte originale, molto varia; tra cui il memoriale dattiloscritto di Beltrami sull'assassino di don Giovanni Minzoni e documenti relativi alla carcerazione di Carlo Zaghi e al suo fortunato salvataggio dalla fucilazione grazie alla dedizione della moglie Pia. In questa sezione le grandi vicende storiche si intrecciano con la vicenda personale dello studioso, come si riscontra nell'opera autobiografica Terrore a Ferrara,9 a testimonianza di come Carlo Zaghi abbia saputo, oltre che studiare e descrivere la storia, anche viverla in prima persona.

L'ultima sezione, composta di ventiquattro buste, raccoglie documentazione varia, tra cui quattro buste di ritagli di giornale (contenenti articoli di Zaghi, recensioni a sue pubblicazioni e la cronaca delle vicende legate al duello con il giornalista Mario Alicata) e dattiloscritti di Il terrore a Ferrara.


Il carteggio

A distanza di circa due anni dalla sommaria inventariazione delle fonti storiche si è proceduto al riordino della corrispondenza che, cronologicamente compresa tra i primi anni Venti e l'inizio degli anni Novanta, è di fondamentale importanza per la ricostruzione della biografia privata e scientifica di Carlo Zaghi.

Il carteggio è ricchissimo: sono state registrate complessivamente 11.515 lettere, spedite da 2.834 mittenti tra cui figurano studiosi, letterati, giornalisti, storici, bibliotecari, archivisti, esploratori famosi o loro discendenti, amici, semplici conoscenti, collaboratori e familiari di Carlo Zaghi. In questa sede si possono citare solamente alcuni dei nomi più noti: Riccardo Bacchelli, Giorgio De Chirico, Giorgio Bassani, Nello Quilici, Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Guido Aristarco, Gerolamo Bassani, Gioacchino Volpe, Leopoldo Traversi, Giuseppe Galassi, Santi Muratori; ma sarebbe interessante citare i moltissimi collaboratori dell'Istituto per gli studi di politica internazionale, dell'Istituto per l'enciclopedia italiana e del "Mattino" di Napoli (di cui Carlo Zaghi fu direttore), i molti che con lui presero parte alle vicende intellettuali della Ferrara prebellica, e infine coloro che trascrissero per il professore intere serie di documenti da archivi storici italiani e stranieri, trascrizioni tuttora conservate nel fondo documentario.

Oltre alla corrispondenza personale di Carlo Zaghi sono state rinvenute lettere diversamente indirizzate, tra le quali è importante segnalare il vero e proprio carteggio della moglie del professore, Pia Tosi. L'epistolario si compone di 362 lettere provenienti da 48 mittenti ed è utilissimo ai fini della ricostruzione della vicenda umana di Carlo Zaghi; vi si conservano infatti 154 lettere di suo pugno scritte a partire dagli anni Venti.

Particolarmente significativi sono risultati essere alcuni documenti allegati alle lettere, quali articoli per i quali si auspicava la pubblicazione, fotografie e documenti antichi.

Fra questi ultimi è da segnalare una lettera datata 26 aprile 1796 firmata Bonaparte, allora generale dell'armata d'Italia, contenente le condizioni della resa della cittadina piemontese di Cherasco.10

 

Al momento della donazione le migliaia di lettere presenti nell'archivio risultavano assolutamente non consultabili perché ripiegate nelle loro buste e ammassate, senza alcun tipo di ordinamento, in una ventina di capsule, con evidenti rischi di danneggiamento a causa delle molteplici piegature delle carte.

In considerazione della grande quantità di materiale si è ritenuto opportuno procedere secondo due successive fasi di lavoro.

Nella prima fase si è aperta ogni singola lettera riducendo al minimo le piegature e eliminando eventuali fermagli metallici soggetti a ossidazione; ogni lettera è stata legata alla propria busta, se presente, utilizzando graffette plastificate. Alla corrispondenza aperta è stato dato un primo sommario ordine alfabetico per mittente tenendo conto solo della prima lettera del cognome. Si sono inoltre individuati tre grandi gruppi: le lettere indirizzate a Carlo Zaghi da persone fisiche, le lettere a lui indirizzate da enti e la corrispondenza indirizzata a destinatari diversi da Zaghi.

In questo terzo gruppo di lettere emerge per consistenza e interesse la già menzionata corrispondenza indirizzata alla consorte di Carlo Zaghi, Pia Tosi, documentazione particolarmente importante ai fini della ricostruzione della vicenda umana del professor Zaghi, perché vi sono conservate 154 lettere a firma del consorte a partire dalla fine degli anni Venti, epoca del loro incontro.

Sono state inserite in questa sezione anche le lettere indirizzate alle redazioni dei periodici diretti da Carlo Zaghi nei casi in cui non si è individuato nessun riferimento al suo nome.

Questa prima e sommaria suddivisione ha consentito, oltre che di isolare i carteggi non pertinenti, di individuare documentazione estremamente eterogenea frammista alla corrispondenza.

Si tratta di documenti personali di Carlo Zaghi, appunti, fotografie, memoriali, articoli manoscritti o dattiloscritti di vari autori, lettere cronologicamente non pertinenti alle vicende personali dello studioso, ecc., documenti apparentemente collocati casualmente tra la corrispondenza oppure allegati a una missiva.

Tutto ciò che è risultato essere allegato a una lettera, o per cui è stato possibile ricostruire il legame con una missiva, è stato mantenuto nell'epistolario e ne è stata data notizia nelle note dell'inventario. I documenti per i quali non si è potuto ricostruire un rapporto con alcuna lettera sono stati isolati in nove buste qualificate in inventario da una sommaria indicazione del contenuto.

Nella seconda fase di lavoro le lettere sono state ordinate secondo criteri rigorosamente alfabetici per destinatario e nel livello inferiore per mittente, mantenendo per comodità di consultazione, nell'ambito della corrispondenza indirizzata a Carlo Zaghi, la forzata divisione tra mittenti persona e mittenti enti.

In questo raggruppamento sono state inserite le lettere prive di firmatario, inteso come persona fisica, o firmate dal segretario o dal dipendente di un ente esprimente non la sua personale volontà, ma quella dell'istituto di appartenenza (convocazioni a riunioni, inviti, solleciti di pagamento, comunicazioni di editori, comunicazioni o solleciti di biblioteche o archivi, ecc.). Quando l'ente mittente è risultato essere la redazione di una rivista si è indicato il nome del periodico tra virgolette.

Nell'ambito di questa sezione si è infine deciso di non intestare una scheda dell'inventario agli editori stranieri con meno di tre lettere rispettive, con contenuto relativo all'invio di volumi in omaggio o in vendita e a solleciti di pagamento; analogamente si è proceduto per quanto riguarda fatture, pubblicità, cedole di commissione libraria, ecc.

Nel caso in cui un mittente, pur scrivendo a titolo personale, abbia usato con frequenza la carta intestata di un ente al punto da far pensare a un rapporto preciso con l'ente stesso, tale dato è stato segnalato in inventario a fianco del nominativo.

Ad ogni mittente corrisponde nell'inventario una scheda descrittiva composta da cognome, nome, indicazione di un ente di riferimento (se presente), numero delle lettere e eventuali note di allegati o altro. Nel caso di varianti al cognome, uso di pseudonimi, soprannomi, cognomi di donne coniugate o altro, si è indicizzata la forma più frequentemente utilizzata e sono state redatte schede di rimando per le varianti.

Per quanto riguarda i carteggi non indirizzati a Zaghi sono stati a loro volta separati in carpette per ordine di destinatario e all'interno di ognuno per ordine di mittente.

Nel caso non frequentissimo di lettere firmate da più persone si è indicizzato il nome dell'estensore fisico della lettera dando in nota notizia di altre firme.

Le firme di difficile lettura sono state sottoposte al professor Zaghi oppure è stato interpellato l'ente di appartenenza dell'autore, desunto a seconda dei casi dalla intestazione della carta, dal testo della lettera, dalla bibliografia disponibile.11 Le lettere firmate con il solo nome di battesimo alle quali non è stato possibile attribuire un cognome e quelle con firme non leggibili, anche per il loro antico e sempre disponibile destinatario, sono state collocate alla fine del carteggio in buste separate.


La biblioteca

Il progetto relativo alla sistemazione della sezione libraria del fondo "Pia e Carlo Zaghi", iniziato nel 1995, si è completato con la fine del 1999. La cooperativa "Le pagine" ha curato il riordino e la catalogazione automatizzata del fondo. In questo modo la biblioteca di Argenta si arricchisce di oltre 4.500 volumi, più diverse testate di riviste, a disposizione di studenti e ricercatori.

L'intero fondo librario, catalogato con l'utilizzo del programma SEBINA Produx già in uso, confluisce nella base dati della biblioteca, arricchendo inoltre l'archivio automatizzato del Centro provinciale di catalogazione di Ferrara (al quale aderisce la biblioteca). La banca dati è consultabile attraverso il catalogo in linea ESTE CAT, all'indirizzo www.provincia.fe.it.

La ricchezza e il valore storico e bibliografico del fondo hanno reso necessario un intervento particolarmente analitico, svolto attraverso scelte catalografiche dettagliate: si è fatto ricorso ai consueti strumenti di catalogazione e alle loro regole, applicandoli in maniera approfondita. Per quanto riguarda il trattamento semantico, ogni documento è stato sia indicizzato attraverso stringhe di soggetto stabilite dalle voci del Soggettario di Firenze e relativi aggiornamenti, sia classificato con l'uso della Classificazione decimale Dewey (ventesima edizione integrale). Tutti gli articoli scritti da Carlo Zaghi e presenti nelle riviste del fondo sono stati descritti e dettagliatamente indicizzati. Lo spoglio degli articoli ha contribuito a far emergere nell'archivio l'intero complesso degli scritti dello storico: dal confronto con la bibliografia delle sue opere pubblicate a cura di Pasquale Sarli è risultato che solo gli articoli scritti per quotidiani, quali "La Nazione" e "Il Corriere padano", non sono presenti nella biblioteca. I documenti, consultabili presso la Biblioteca comunale all'interno delle tre grandi librerie della sala di lettura, sono collocati secondo l'ordinamento della Classificazione decimale Dewey (dodicesima edizione ridotta).

L'intera biblioteca dello storico è confluita in un fondo librario che comprende oltre 4.500 tra monografie (incluse 24 opere antiche) ed estratti da periodici e da volumi; le testate di riviste sono oltre 200. Si tratta di documenti editi in vari paesi tra la seconda metà dell'Ottocento e gli anni Ottanta del nostro secolo; la metà è nelle più comuni lingue europee: consistente è la presenza di opere in lingua francese e inglese, ma anche in portoghese, spagnolo e tedesco. La biblioteca di Carlo Zaghi offre la testimonianza dei diversi ambiti sui quali si sono incentrati, nel corso di una settantennale attività, attenzione, ricerca e entusiasmo del suo raccoglitore. Interesse principale del fondo risiede nella documentata completezza di diversi temi storici, più che nella rarità delle opere; inoltre, anche solo da un breve esame della lista soggetti, si può notare la varietà degli argomenti presenti nella raccolta. Predominanti risultano i documenti relativi alla storia dell'Africa coloniale, al Risorgimento italiano, alla Rivoluzione francese e al periodo napoleonico, collegati sia all'insegnamento di storia dell'Africa, presso l'Istituto universitario orientale di Napoli, sia all'attività giornalistica del professor Zaghi.


Storia dell'Africa coloniale

Una delle sezioni più rappresentate raccoglie documenti relativi alla produzione coloniale "africana" dell'editoria italiana e straniera: studi sulla storia, l'economia e la cultura dell'Africa, relazioni di esploratori, biografie dei principali protagonisti delle vicende coloniali, rapporti degli organi amministrativi delle colonie. È particolarmente ricca e copre non solo tutte le tappe cronologiche del colonialismo italiano in Africa, ma ogni suo aspetto: dai primi solitari tentativi di esplorazione del bacino del Nilo e dalla scoperta delle sue sorgenti alla creazione delle società geografiche nazionali; dalla definizione degli obiettivi della politica espansionistica italiana ai densi avvenimenti che accompagnano le conquiste della colonia Eritrea (1890); dalla guerra d'Etiopia alla proclamazione dell'Impero, agli interessi delle potenze europee in Africa.

Sono inclusi gli scritti di Zaghi presenti in monografie, estratti, articoli, saggi sulla politica coloniale italiana dalle origini alla decolonizzazione. Carlo Zaghi è stato uno dei protagonisti di una storiografia innovatrice, tra i più originali ricercatori italiani, capace di affrontare il controverso argomento con rigore scientifico e costante ricorso alla documentazione originale. L'attenzione dello storico è stata particolarmente attratta dalle vicende di viaggiatori quali Cecchi, Nesbitt, Matteucci, Antinori, Sapeto, Castelbolognesi, Gessi, che nella prima fase del colonialismo contribuirono alla conoscenza del continente e diedero soluzioni a problemi geografici.

All'esploratore ferrarese Gustavo Bianchi, morto in Dancalia nel 1884, è dedicata l'opera di Zaghi del 1930 L'ultima spedizione africana di Gustavo Bianchi: diari, relazioni, lettere e documenti editi e inediti: la pubblicazione, basata su fonti originali pubblicate nel secondo volume, è uscita all'interno dell'importante e elogiata collana "Viaggi e scoperte di navigatori e esploratori italiani" dell'editore Alpes di Milano. Particolarmente ricche d'informazioni appaiono poi le recensioni e gli articoli di Zaghi dal 1931 al 1941 sulle rubriche intitolate Studi africani e Nel mondo coloniale apparsi sulla rivista "Nuova antologia".

Il fondo presenta una fitta serie di documenti scritti da e su esploratori, missionari, commercianti, pionieri, avventurieri e scienziati italiani che visitarono l'Africa dalla seconda metà dell'Ottocento; sono presenti memorie di viaggio dei "precursori dell'Impero", come li qualificò il mito fascista. Ne citiamo alcune: le famose relazioni, pubblicate solo nel 1941, dell'esploratore, geologo e etnologo lucchese Carlo Piaggia; All'Harar nel 1885: viaggio di Ferdinando Fernè e Umberto Romagnoli: cronaca del viaggio in Dancalia per recuperare i resti dell'esploratore Gustavo Bianchi, pubblicata nel 1938 con il patrocinio della sezione bolognese dell'Istituto fascista dell'Africa italiana; Nell'Harar del 1896 dell'esploratore pavesino Luigi Robecchi Bricchetti; Viaggio nel fiume delle gazzelle (Nilo bianco): 1856-1857 del commerciante e viaggiatore ferrarese Angelo Castelbolognesi, alla cui figura Zaghi dedicò due articoli apparsi su l' "Oltremare" e su la "Rivista di Ferrara"; la storia della fondazione della Stazione geografica ospitaliera di Let-Marefà (1877) di Leopoldo Traversi, pubblicata da Alpes con il patrocinio della R. Società geografica italiana nel 1931; Nell'Affrica italiana di Ferdinando Martini, primo governatore civile dell'Eritrea (1897-1907), interessante esempio di memorialistica prodotta all'interno dell'amministrazione coloniale; Di qua dal Mareb, memorie del maggiore Ruffillo Perini della sua permanenza in Eritrea dal 1888 al 1894.

Tra le guide geografiche si segnala l'Africa orientale italiana, importante guida turistica, naturalistica, e storica della Consociazione turistica italiana, pubblicata a Milano nel 1938.

Anche la stampa periodica, illustrata e no, costituisce una significativa presenza del fondo.

Le opere storiche sulle esplorazioni includono Gli esploratori italiani in Africa, testo in due volumi del geografo e esploratore fiorentino Giotto Dainelli, una storia inclusiva dei viaggi italiani nel continente dalla civiltà romana al colonialismo.

Collegati agli studi sui viaggi e le esplorazioni in Africa orientale sono i volumi dedicati a Arthur Rimbaud: si tratta di una vasta sezione che include le opere scritte dal poeta, nonché monografie, saggi, articoli, estratti di riviste italiane e francesi sul Rimbaud esploratore e commerciante per 13 anni, fino alla vigilia della morte, in Abissinia. Da ricordare: Un sieur Rimbaud se disant negociant di Alain Borer, Fonti per lo studio della vita africana di Rimbaud e l'articolo di "Nuova antologia" Rimbaud in Affrica e le sue relazioni coi viaggiatori italiani, entrambi di Carlo Zaghi; sono inoltre da segnalare alcuni fascicoli editi dal 1949 al 1951 di "Le bateau ivre", rivista pubblicata a cura della Societè des amis de Rimbaud.

Dalla seconda fase di studi sulla politica coloniale, quella prodotta durante il fascismo (dagli anni Venti al 1941, anno del crollo dell'Impero in Africa orientale), provengono varie testimonianze, quali la ricostruzione storica della battaglia di Adua del 1939 di Carlo Conti Rossini, studioso dell'Etiopia, funzionario dell'amministrazione coloniale e fondatore della rivista "Rassegna di studi etiopici", e Le origini della colonia Eritrea di Carlo Zaghi (1934).

Anche la terza fase di studi coloniali, quella del dopoguerra, è presente nel fondo a partire dalla puntuale ricostruzione di Zaghi sulla politica di Pasquale Stanislao Mancini in Africa e Mediterraneo (1955) e dai due volumi del 1972-1973 sul Trattato di Uccialli e su Adua.


Rivoluzione francese e impero napoleonico

Notevole visibilità presentano questi temi, costituendo oltre un terzo delle pubblicazioni presenti. All'interno di tali ambiti un filone di ricerca rilevante è rappresentato dal contesto storico italiano: il triennio giacobino delle repubbliche italiane, le campagne napoleoniche in Italia, i giacobini italiani, il Regno d'Italia, le relazioni diplomatiche tra Francia e Italia fino al 1815. Gettano luce su questi temi anche diversi scritti di Carlo Zaghi: per citarne solo alcuni, Potere, chiesa e società: studi e ricerche sull'Italia giacobina e napoleonica, Napoleone e l'Italia, La prima repubblica italiana, La rivoluzione francese e l'Italia, oltre alla importante opera di sintesi presente nella Storia d'Italia diretta da Giuseppe Galasso.

Caratteristica saliente di questa sezione è la completezza dei temi, coperti da ricerche a carattere nazionale, regionale e locale, bibliografie, atti di convegno, epistolari e memorie, fonti documentarie, biografie. Particolare sottolineatura merita la ponderosa opera in sette volumi curata da Zaghi sulla corrispondenza di Francesco Melzi d'Eril, duca di Lodi, estensore della Costituzione della Repubblica cisalpina e suo vicepresidente, guardasigilli della corona (1805).12 Sono conservate inoltre, purtroppo in mediocre stato, fonti documentarie quali Gli atti del Terzo congresso cispadano di Modena, a cura di Zaghi, I verbali delle sedute della municipalità provvisoria di Venezia (1797),le Assemblee della Repubblica cisalpina e le Assemblee della Repubblica romana (1798-1799).

Sono presenti poi più di un centinaio di opere sulla figura di Napoleone, inclusa un'edizione del 1818 della sua corrispondenza ufficiale e personale.13

Tra le riviste, una delle più rappresentate sono le "Annales historique de la Revolution francaise", con 142 fascicoli che coprono quarant'anni a partire dal 1949.


Risorgimento italiano e altri temi

Il fondo offre una vasta panoramica dell'interpretazione storica del Risorgimento italiano attraverso ricerche nazionali e locali, economiche, politiche quali Alle origini del Risorgimento: i testi di un "celebre" concorso (1796) di Armando Saitta; sono presenti anche alcune pubblicazioni di convegni internazionali: Il Risorgimento e l'Europa (convegno tenuto a Roma nel 1961) e gli atti del XXXI e XXXII congresso di storia del Risorgimento italiano (1952, 1953). Tra le testate segnaliamo la "Rassegna storica del Risorgimento".

Nella raccolta del fondo sono presenti inoltre documenti relativi a altri temi storici:

- la storia nazionale e locale del periodo fascista e della Resistenza, incluse monografie su protagonisti quali Gaetano Salvemini, Piero Gobetti, Italo Balbo, Galeazzo Ciano;

- l'opera e la figura del religioso spagnolo Bartolomé de Las Casas;

- la formazione e la storia del Regno del Congo, inclusa la descrizione scritta da Filippo Pigafetta e Duarte Lopes, in una riproduzione facsimilare dell'edizione originale del 1591;

- la storia di Spagna e Portogallo quali potenze marittime e coloniali e la presenza della chiesa cattolica in Africa, con studi monumentali quali: Monumenta henricina, in quattordici volumi, Monumenta missionaria africana, Africa occidentale, storia delle missioni in Africa occidentale dal 1342 al 1646 del padre Antonio Brasio, Documents on the portuguese in Mozambique and Central Africa (1497-1840), edizione bilingue portoghese/inglese in otto volumi;

- la storia delle relazioni internazionali, inclusa la Histoire des relations internationales, a cura di Pierre Renouvin (1953-1958).

Anche la letteratura, in particolare francese e italiana, è rappresentata con oltre 250 volumi di autori quali Stendhal, Rimbaud, Baudelaire, Bassani. Ricca è la sezione di opere di Riccardo Bacchelli: essa include Mal d'Africa (considerato uno dei rari romanzi "coloniali" della nostra letteratura e tratto dalle memorie del capitano Gaetano Casati, alla cui stesura collaborò Carlo Zaghi) e La congiura di don Giulio d'Este (romanzo storico steso con l'aiuto di Zaghi sulla congiura di Giulio d'Este contro Alfonso d'Este e il cardinale Ippolito nel 1505-1506).

Questa sintetica descrizione della biblioteca di Carlo Zaghi, del quale sono presenti 394 opere consultabili, si conclude con la segnalazione degli scritti giornalistici giovanili dello studioso, che compaiono su alcuni periodici a partire dal 1928. In particolare, nella rivista "Il diamante", edita dal 1928, Zaghi pubblica studi e ricerche su personaggi, aspetti storici e culturali ferraresi condotti su documenti inediti d'archivio. Argomenti ferraresi, ma non solo, anche in articoli dei primi anni Trenta pubblicati ne "La stirpe", diretta da Edmondo Rossoni. Recensioni letterarie, articoli su personaggi politici e storici risorgimentali, ferraresi e non, studi sui loro epistolari sono presenti nei fascicoli degli anni Trenta di "Nuovi problemi di politica, storia e economia", diretta da Nello Quilici e Giulio Colamarino (da segnalare, a esempio, un Ricordo di Nello Quilici storico e colonialista del giugno-gennaio 1940).

 

Note

(1) Un caloroso ringraziamento a Valeria Buscaroli per la paziente e costante disponibilità e per gli utilissimi consigli di metodo, forniti durante i lavori di riordino e catalogazione.

(2) Cfr. G. Plessi, Avvio all'archivistica, Bologna, La Fotocromo Emiliana, 1983, p. 66.

(3) Cfr. M. Dall'Acqua, L'archivio di Widar Cesarini Sforza, in Il fondo Widar Cesarini Sforza, a cura di M. Dall'Acqua, Bologna, Analisi, 1989, pp. 311-312.

(4) La notizia mi è stata comunicata dal professor Zaghi.

(5) Ad ogni scheda dell'inventario è stata attribuita una segnatura che consente il reperimento del fascicolo descritto: tale segnatura si compone di una lettera A, B, C, D, che individua la sezione di appartenenza del fascicolo, del numero della busta in cui il fascicolo e contenuto e infine, tra parentesi, del numero progressivo del fascicolo; ognuna delle sezioni ha una propria sequenza numerica.

(6) Ai fini di una corretta inventariazione si è consultata la seguente bibliografia. C. Zaghi: Le origini della Colonia Eritrea, Bologna, Cappelli, 1934; C. Zaghi, Fonti per lo studio della vita africana di Rimbaud, estratto dalla "Nuova Antologia", XVIII, 1940; C. Zaghi, La spartizione dell'Africa, Napoli, Cymba, 1968; C. Zaghi, La conquista dell'Africa. Studi e ricerche I-II, Napoli, Istituto universitario orientale, 1984, con in appendice l'intera bibliografia di Carlo Zaghi a cura di Pasquale Sarli. Inoltre: R. Battaglia, La prima guerra d'Africa, Torino, Einaudi, 1958; G. Carocci, Storia d'Italia dall'unità a oggi, Milano, Feltrinelli, 1975; G. Candeloro, Storia dell'Italia moderna, VI, Milano, Feltrinelli, 1990; G. Candeloro, Storia dell'Italia moderna, VII, Milano, Feltrinelli, 1991.

(7) Ai fini di una corretta inventariazione si è consultata la seguente bibliografia: C. Zaghi, Potere chiesa e società. Studi e ricerche sull'Italia giacobina e napoleonica, Napoli, Istituto universitario orientale, 1984, con in appendice l'intera bibliografia di Carlo Zaghi a cura di Pasquale Sarli; C. Zaghi, L'Italia giacobina, Torino, UTET, 1989; C. Zaghi, L'Italia di Napoleone, Torino, UTET, 1989; C. Zaghi, Il Direttorio francese e la Repubblica Cisalpina, I-II, Roma, Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, 1992. Inoltre G. Candeloro, Storia dell'Italia moderna, I, Milano, Feltrinelli, 1989.

(8) T. Muzzi, Vita di Ferdinando Marescalchi patrizio bolognese, Milano, 1932.

(9) C. Zaghi, Terrore a Ferrara durante i 18 mesi della Repubblica di Salò, Bologna, Istituto Regionale Ferruccio Parri per la storia della liberazione e dell'età contemporanea in Emilia-Romagna, 1992

(10) Ringrazio il professor Angelo Varni che mi ha confermato l'autenticità del documento.

(11) Particolarmente utili sono risultate le seguenti opere: Dizionario di storiografia, [Milano], Bruno Mondadori, 1996; E. Serra, Tempi duri, Bologna, il Mulino, 1996; C. Zaghi, Terrore a Ferrara, cit.

(12) F. Melzi D'Eril, La vicepresidenza della Repubblica italiana, Milano, Museo del Risorgimento e raccolte storiche del Comune di Milano, 1958-1964.

(13) Correspondance inedite officielle et confidentialle de Napoleon Bonaparte, Paris, Panckroucke, 1819.

 

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