Rivista "IBC" VIII, 2000, 4
territorio e beni architettonici-ambientali / restauri, pubblicazioni
Finalmente un libro dedicato alla seconda delle Due Torri di Bologna, quella più tozza e pendente, nell'immaginario collettivo da sempre relegata al ruolo di comprimaria della sua vicina ed ingombrante - verticalmente parlando - torre Asinelli. Precaria seconda dall'inquietante strapiombo, che per un soffio scampò all'abbattimento e se la cavò rinunciando a una dozzina di metri. Indispensabile seconda, senza cui la prima certo non sarebbe quello che è: segno nella città, simbolo della città.
Ci volevano l'occasione di "Bologna 2000" e i lavori di restauro da poco conclusi perché fosse pubblicata questa interessante monografia sulla torre Garisenda. Curato in prima persona dal direttore dei lavori architettonici Francisco Giordano, La torre Garisenda raccoglie gli interventi degli storici che ne hanno studiato le vicende e dei tecnici che si sono occupati dei lavori. Nelle intenzioni degli autori il volume "non è certo il solito testo che si stampa per celebrare un avvenimento: è un libro vero, frutto di ricerche che studiosi attenti ed appassionati hanno svolto con scrupolo e con pazienza". Ed in effetti esso è ben approfondito e ci offre una visione a trecentosessanta gradi di quella che è una delle più rappresentative torri di Bologna.
Ricca e documentata la prima parte, dedicata alla storia della torre, del suo intorno e dei suoi proprietari. Gli autori non si risparmiano nelle citazioni delle fonti e negli accenni alle questioni ancora aperte - in primis quella dell'anteriorità della Garisenda rispetto all'Asinelli - e a quelle già risolte. A questo proposito è curioso il dibattito sulla pendenza della torre, talmente accentuata da essere scambiata da alcuni per una scelta architettonica: lo stesso Goethe nel 1786 teorizzò che "a poco a poco se ne fece una questione di passatempo e di puntiglio; ognuno voleva primeggiare anche con la sua torre, e quando le torri diritte cominciarono a diventare comuni, vi fu chi ne costruì una pendente". Accantonata l'aneddotica - in realtà la torre cominciò ad inclinarsi già in fase di costruzione per un cedimento del terreno - i testi si soffermano a lungo sulla sua tormentata vicenda: dalla scampata demolizione in età medievale all'incendio del 1398, dal "taglio" che le valse l'appellativo di "torre mozza" all'installazione del corridore di collegamento con la vicina Asinelli, per finire con la breve vita della chiesetta intitolata alla Beata Vergine delle Grazie che le fu accorpata nel Settecento.
Al termine della sezione storica del volume si passa ai discorsi prettamente tecnici riguardanti i lavori di restauro che, finanziati dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e da Rolo Banca 1473, hanno interessato l'edificio dal 1998 al 2000. Redatta personalmente dai tecnici che dei lavori si sono occupati da vicino - lo stesso Francisco Giordano e il gruppo di studio "Torre Garisenda" coordinato da Claudio Ceccoli, la seconda sezione del libro affronta passo dopo passo lo svolgersi delle operazioni: dapprima il restauro dei paramenti murari esterni affiancato dalla campionatura dei materiali stessi, e in seguito il consolidamento della struttura, lavoro che ha richiesto un certo impegno progettuale nonostante la buona stabilità complessiva della torre stessa - considerata ovviamente l'entità dello strapiombo, che è di quasi quattro metri.
Tutti gli interventi sono corredati da un considerevole numero di immagini: fotografie scattate durante e dopo il restauro, stampe ed immagini d'epoca, rilievi antichi ed attuali, modelli virtuali per lo studio del comportamento statico della struttura.
La torre Garisenda, a cura di F. Giordano, Bologna, Costa Editore, 2000, 205 p., L. 30.000.
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