Rivista "IBC" VIII, 2000, 4
musei e beni culturali / pubblicazioni
La Storia delle arti del Disegno presso gli antichi di Winckelmann - scrive Carlo Fea nell'edizione italiana da lui tradotta e data alle stampe nel 1783 - "di tante materie spettanti all'antiquaria [...] tentava la prima di abbozzarne un sistema onde appianare la via a chi ne fa studio e professione". Vi si delinea un nuovo modo di concepire la storia dell'arte antica, per la prima volta sistematizzata, così come richiedeva la moderna cultura dei Lumi.
La storia dello studioso tedesco - elusi per la prima volta i temi della mitologia, lo studio dei riti e dei costumi poco noti, e in genere le tematiche care all'antiquaria cinque-secentesca - sancisce lo studio dell'opera e della sua esecuzione, scompone e analizza i periodi, i popoli, le scuole, gli stili, fermando l'attenzione sui particolari e la loro resa stilistica. In una parola si attende ad una moderna nozione di storia dell'arte destinata ad avere una profonda e rivoluzionaria influenza sui secoli successivi. Ne risentono non solo il mondo degli studi archeologici, ma anche e fortemente il mondo della produzione artistica. L'opera diviene uno dei fondamenti della formazione dei giovani artisti e opera indispensabile per comprendere l'estetica ed il gusto neoclassico.
Infatti la rielaborazione artistica si trova a poter disporre di una serie di tipi razionalmente organizzati. La diffusione dei principi elaborati da Winckelmann è tale da essere oggetto di vere e proprie riduzioni e volgarizzazioni ad uso delle accademie. È il caso - ad esempio - del libretto di Gaetano d'Ancona, professore di lingua ed erudizione greca all'Università di Napoli, che nel 1804 pubblica una sorta di breviario iconografico ad uso delle accademie e degli artisti rifacendosi puntualmente all'opera del tedesco.
Alla ricostruzione del pensiero di Winckelmann, attraverso la paziente rilettura dei testi e la ricomposizione del tessuto storico e filosofico del contesto culturale, è dedicato il volume di Fausto Testa. L'autore, con filologica precisione e piacevolezza narrativa, riconduce alla riflessione dello studioso tedesco un ruolo complesso e al tempo stesso imprescindibile - tra bellezza ideale e sviluppo storico dell'arte - all'interno del pensiero estetico europeo degli ultimi secoli.
F. Testa, Winckelmann e l'invenzione della storia dell'arte. I modelli e la mimesi, Bologna, Minerva Edizioni, 1999, 409 p., L. 50.000.
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