Rivista "IBC" VIII, 2000, 4

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni

Per l'archeologia dell'Adriatico

Fiamma Lenzi
[IBC]

Fra i progetti relativi al patrimonio dell'antichità ora al nastro di partenza in Emilia-Romagna si segnala per la sua vastità di respiro la recente costituzione di un Centro di studi per l'archeologia dell'Adriatico, che avrà sede a Ravenna. L'associazione trae origine da una lodevole iniziativa del Dipartimento di archeologia dell'Università di Bologna ed ha fra le sue principali finalità non solo la promozione delle conoscenze sui documenti archeologici e sulle civiltà fiorite sulle sponde di uno dei più significativi "luoghi della storia" del mondo antico, ma soprattutto l'incentivazione degli studi scientifici concernenti la varietà di rapporti storici, sociali, culturali ed economici intrecciati intorno al bacino adriatico.

Vi hanno aderito il Ministero per i beni e le attività culturali con parecchi dei suoi Uffici periferici, numerosi atenei e centri di ricerca, enti ed organizzazioni a carattere nazionale specialisti nelle scienze e nelle discipline dell'antichità, singoli studiosi di chiara fama. In ragione del ruolo centrale rivestito a partire dai tempi più remoti proprio dall'area emiliano-romagnola nell'ottica dei collegamenti e delle relazioni sostanziati dalla mediazione adriatica, anche l'IBC ha aderito al Centro, nella convinzione di favorire, con la condivisione di alcuni obiettivi programmatici e di opportune forme di cooperazione, lo sviluppo del sistema museale regionale e una migliore fruizione del patrimonio storicoarcheologico locale.

L'organizzazione di incontri scientifici, l'avvio di indagini e ricognizioni a carattere archeologico, il sostegno a progetti di tutela e valorizzazione territoriale, la pubblicazione di studi, atti e monografie, tutti incentrati su tematiche adriatiche e perseguiti attraverso sinergie e strategie operative fra i diversi enti pubblici e privati coinvolti, costituiranno nel tempo un solido tessuto di collaborazioni non occasionali, tali da collegare in modo permanente ambiti e paesi che in questa importante realtà geofisiografica riconoscono un formidabile elemento di comunanza.

Fra le prime iniziative del Centro, inserite in calendario nei mesi di novembre e di dicembre, sono da segnalare due incontri pubblici a Ravenna, presso Casa Matha, condotti da Giuseppe Sassatelli dell'Università di Bologna e da Sergio Rinaldi Tufi dell'Ateneo di Urbino, sulle vicende storiche e sulle testimonianze antropiche dell'Adriatico collegate rispettivamente all'età preromana e all'epoca del dominio di Roma. A questi appuntamenti si è aggiunta una tavola rotonda incentrata sugli aspetti della tutela, della ricerca e della valorizzazione della città di Classe e del suo porto, forse la più importante struttura adriatica di questo tipo nell'antichità: vi hanno partecipato i soprintendenti ai beni archeologici e dei beni ambientali e architettonici, i membri del Dipartimento di archeologia di Bologna e della Facoltà di conservazione dei beni culturali di Ravenna, i rappresentanti della Curia arcivescovile, della Fondazione Flaminia, del Comune e della Provincia di Ravenna.

Per la primavera del 2001 è inoltre in programma il primo convegno internazionale di archeologia adriatica con lo scopo di addivenire, attraverso l'esplorazione di diversi ambiti tematici e cronologici, alla ricostruzione di uno "stato dell'arte" sulla questione adriatica, in vista di futuri approfondimenti e sviluppi della ricerca scientifica.

 

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