Rivista "IBC" VIII, 2000, 4
biblioteche e archivi / didattica, progetti e realizzazioni
Di storia in storia
Contestualmente è emersa l'esigenza, da parte dell'Amministrazione, di intraprendere una politica di valorizzazione del proprio patrimonio documentario rivolta alla città. In quest'ottica la biblioteca ha individuato come referente privilegiato la scuola, cercando anche di mettere a frutto esperienze di didattica già consolidate sul versante bibliotecario.
Dopo alcune esperienze episodiche avute con le scuole in archivio negli anni scorsi, la Biblioteca comunale di Imola ha avviato una prima riflessione sulla didattica negli archivi e, valutate le diverse possibilità di avvicinare le classi ai documenti d'archivio, ha deciso di sperimentare la formula del laboratorio di didattica in archivio.
Si è pensato pertanto di proporre un corso d'aggiornamento costituito da una parte teorica, per presentare agli insegnanti un percorso metodologico per condurre una ricerca storica utilizzando le fonti documentarie, e una parte pratica, per fornire la possibilità agli studenti e agli insegnanti di percorrere le tappe fondamentali della ricerca.
Per l'anno scolastico 1999-2000 è stato così realizzato il corso "Quante storie in archivio", riconosciuto dall'Istituto regionale di ricerca sperimentazione e aggiornamento educativi (IRRSAE) dell'Emilia-Romagna. Organizzato con la consulenza di Franca Baldelli, coordinatrice della sezione didattica Emilia-Romagna dell'Associazione nazionale archivistica italiana, il corso è stato coordinato da Marina Baruzzi, responsabile del Settore biblioteche e archivi del Comune di Imola. Il corso si è articolato in tre conferenze rivolte alla città, in tre incontri rivolti agli insegnanti e in laboratori di didattica negli archivi per le classi.
Tra marzo e maggio di quest'anno è stata realizzata la fase operativa con i laboratori di didattica negli archivi, rivolti alle classi e curati direttamente dall'Ufficio Archivi della biblioteca attraverso la figura del tutor. Nel tipo di laboratorio proposto il tutor - che può anche essere l'archivista e in tal caso esce dalla sua attività tradizionale - è figura di particolare risalto, quale raccordo e mediazione tra l'archivio e la scuola.
Sotto la direzione di Franca Baldelli e con il supporto della professoressa Giuliana Zanelli di Imola sono stati attivati i seguenti laboratori: "La piazza a Imola nel Medioevo" (Quarta A della Scuola elementare "Sante Zennaro"); "Imola e la peste del 1630" (Quarta classe della Scuola elementare "Pulicari"); "Sanità e igiene a Imola dalla fine del Settecento alla metà dell'Ottocento" (Seconda B della Scuola media "L. Orsini"); "Tempo libero a Imola negli anni del regime: l'opera nazionale dopolavoro" (Terza E della Scuola media "A. Costa"); "Viaggiatori e pellegrini a Imola tra Cinque e Seicento" (Prima A dell'Istituto professionale "L. Ghini").
Dopo un lavoro preliminare sui fondi documentari e l'individuazione di possibili piste di ricerca sugli argomenti dei laboratori, il tutor ha incontrato gli studenti in archivio. A questo punto gli alunni sono diventati loro stessi protagonisti di una vera indagine storica. Come giovani investigatori alla ricerca di carte negli archivi, i ragazzi hanno seguito un itinerario metodologico che prevedeva la lettura preliminare di saggi storici e una ricerca archivistica. Guidati dal tutor, hanno imparato a utilizzare gli inventari, hanno individuato i fondi funzionali alla loro ricerca e infine hanno consultato, analizzato e interrogato i documenti in originale. Per facilitare l'approccio ai documenti, a seconda delle difficoltà di lettura incontrate, sono state fornite trascrizioni e regesti di documenti. Pur senza trascurare i problemi di conservazione che può presentare la consultazione degli originali, non si è voluto privare i ragazzi del gusto della scoperta e del fascino di toccare con mano documenti originali. Così il tutor ha istruito gli studenti su come si dovevano comportare durante la consultazione dei documenti. Si è trattato quasi di un percorso di iniziazione per accedere all'officina dello storico. Il contatto diretto con le carte ha incuriosito gli studenti, che con rispetto hanno consultato i documenti affascinati dalla grafia talora incomprensibile. Uno di loro ha così commentato il suo lavoro in archivio: "Mi è piaciuto consultare i documenti, aprire per la prima volta le buste, sfogliare delicatamente, leggere i documenti che a volte erano scritti con lettere diverse dalle nostre".
I ragazzi infine hanno dato concretezza all'esperienza laboratoriale con la realizzazione di un prodotto finale: si è trattato di un opuscolo, che alcune classi hanno presentato alla fine dell'anno scolastico in occasione della festa di fine anno e, a seconda dei casi, insieme a una mostra, una drammatizzazione teatrale e un ipertesto.
A corso concluso è stato opportuno un momento di riflessione, che tenesse conto anche dei suggerimenti e delle richieste degli insegnanti e degli elementi scaturiti dal rapporto con le classi. È emerso infatti che la fase laboratoriale è risultata impegnativa per alunni e insegnanti, non solo per le ore impiegate ma soprattutto per l'organizzazione di un modo diverso di fare storia in archivio e in classe. L'impegno è stato notevole anche per il tutor, con una ricaduta significativa sulle attività dell'Ufficio Archivi della biblioteca. Inoltre alcuni insegnanti avevano espresso il desiderio di poter accedere a incontri di lettura dei documenti per poter utilizzare le stesse metodologie anche nell'attività scolastica. Questi elementi hanno sollecitato l'individuazione di una nuova proposta didattica rivolta direttamente agli insegnanti e incentrata sull'uso diretto del documento da parte loro.
Alla luce di queste considerazioni, per l'anno scolastico 2000-2001 la Biblioteca comunale ha organizzato la seconda edizione del corso d'aggiornamento "Quante storie in archivio" (ottobre-novembre 2000), rivolto agli insegnanti. Nei sei incontri operativi previsti, saranno presentate modalità diverse di analisi e di lettura dei documenti e gli iscritti si accosteranno alla ricerca in archivio attraverso esercitazioni pratiche. Gli insegnanti potranno usufruire di percorsi didattici preselezionati, fondati sull'uso dei documenti e organizzati in modo da essere utilizzati in classe con gli alunni. Alla fine del corso saranno proprio gli insegnanti a eseguire una ricerca sulle fonti imolesi e a individuare, con il supporto del tutor, i documenti da proporre alle loro classi. Gli insegnanti potranno pertanto presentare agli alunni una proposta di lettura di documenti, che loro stessi potranno analizzare in copia stando in classe, ma che potranno consultare anche in originale andando in archivio. Le esperienze di analisi del documento proposte durante il corso potranno così essere ripercorse in classe con gli studenti.
In questo contesto la vera scommessa per la scuola e per gli insegnanti è quella di riuscire ad appassionare gli alunni e a trovare una strategia di comunicazione per sollevare in loro l'interesse verso la storia. Consultando le carte l'alunno potrà ampliare le sue conoscenze da una parte, ma soprattutto potrà volgere uno sguardo alla dimensione umana della storia, discorrendo degli uomini e delle donne che hanno scritto quelle carte.
Dal punto di vista dell'Archivio storico, chiarite le finalità di promozione e valorizzazione delle proprie raccolte documentarie, un primo risultato potrà essere quello di sollecitare piccole curiosità che potranno in futuro consolidarsi fra i ragazzi. Come è successo per una alunna della scuola media "Orsini" di Imola che ha così commentato la sua esperienza sulle carte d'archivio in occasione del laboratorio di didattica in archivio: "Toccare con mano documenti di duecento anni fa è stato grandioso: un'esperienza che non dimenticherò. Credetemi, è stato bellissimo! Era come essere catapultata nel passato. Guardavo i documenti e pensavo a chi li aveva scritti, a chi erano passati di mano in mano...".
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