Rivista "IBC" XXVIII, 2020, 1

Dossier: CRATERI. Rigenerare il territorio

Il contributo giuridico al progetto

Paola Capriotti
[Dottore di ricerca in Pianificazione Territoriale e Politiche pubbliche del territorio, Università IUAV, Venezia]
Elia De Caro
[Avvocato, Bologna]

La ragione del coinvolgimento di competenze giuridiche nell’ambito del progetto Crateri risiede nella volontà di rendere “l’azione possibile” ( 1), contribuendo alla costruzione delle regole del gioco per la riattivazione territoriale e stimolando così l’iniziativa individuale e collettiva.
Il diritto, tanto a livello nazionale quanto regionale, sta prestando un’attenzione crescente al tema dei vuoti urbani, e più in generale alla rigenerazione urbana, elaborando innovativi strumenti di governo del territorio e gestione di immobili pubblici e privati inutilizzati che tendono alla ri- attivazione territoriale.
Strumenti di cui le amministrazioni locali si sono fatte spesso promotrici in prima persona per far fronte a due istanze complementari: l’ingente fenomeno della dismissione immobiliare, che produce importanti esternalità sul metabolismo urbano e territoriale, e la crescente domanda di protagonismo nei processi di riuso espressa dalle comunità locali.

L’attività svolta all’interno del progetto Crateri ha inteso in prima battuta valorizzare l’importante produzione normativa in questo senso per poi accompagnare le amministrazioni locali coinvolte nell’individuazione degli strumenti più idonei al loro specifico contesto per garantire un’efficace rivitalizzazione dei contenitori dismessi.
Nella convinzione che non sia auspicabile imporre dall’alto strumenti innovativi ma che occorra costruirli insieme alle istituzioni e agli stakeholders locali affinché vedano una loro proficua implementazione, l’attività non ha potuto prescindere dal dialogo con queste e dall’osservazione di quanto emerso dal percorso partecipato previsto dal progetto.
In primo luogo, sono quindi stati realizzati incontri tecnici a Medolla e Concordia con i funzionari dell’area tecnica e di quella sociale per analizzare, da un lato, gli strumenti di governo del territorio e di mappatura degli spazi in disuso esistenti e, dall’altro, le realtà associative presenti sul territorio, il fabbisogno di spazi da queste manifestato e le attuali modalità di assegnazione degli immobili gestiti da entrambi i Comuni.
È stato poi organizzato un incontro formativo dedicato ai funzionari comunali per illustrare loro gli strumenti che il diritto offre per il censimento degli immobili inutilizzati e per la loro amministrazione condivisa.

In particolare, sono stati valorizzati gli strumenti che la Legge regionale ER n. 24/2017 offre in questo senso, quali:

  •          l’art. 15 che impegna le amministrazioni locali a istituire l’albo degli immobili resi disponibili per la rigenerazione urbana al fine di promuovere la realizzazione degli interventi di addensamento o sostituzione urbana;
  •          l’art. 16 che contempla la possibilità per i Comuni di consentire usi temporanei per la realizzazione di iniziative di rilevante interesse pubblico in deroga alle destinazioni d’uso;
  •          l’art. 22, comma 6, che impone ai Comuni, nella predisposizione del quadro conoscitivo, il censimento degli edifici che presentino una scarsa qualità edilizia, non soddisfacendo innanzitutto i requisiti minimi di efficienza energetica e sicurezza sismica, e delle aree dismesse, non utilizzate o abbandonate e di quelle degradate.

Sono stati poi illustrati possibili strumenti collaborativi per la gestione dei beni comuni, come il regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni urbani, gli usi civici, il baratto amministrativo.
Parallelamente, nell’ambito del percorso partecipato, sono state verificate le istanze dei cittadini, singoli e associati, in termini di spazi, attività da svolgere al loro interno e modalità di gestione.
A valle della costruzione del quadro giuridico e della raccolta delle istanze delle comunità è stato quindi possibile proporre un iter di coprogettazione per la gestione di alcuni beni individuati nella fase della mappatura per cercare di realizzare le finalità e le proposte avanzate dalle realtà del terzo settore e della cittadinanza attiva.
Il frutto del lavoro giuridico è contenuto in un report pubblicato nel sito del progetto contenente:

  •        la ricostruzione del quadro giuridico relativo al riuso alla riattivazione urbana e della gestione in chiave collaborativa degli immobili, che attinge a fonti nazionali e regionali;
  •        la descrizione del quadro esistente nei Comuni interessati dal progetto cercando di dare prime indicazioni evolutive alla luce delle esperienze ripercorse nella prima parte;
  •         una rassegna giurisprudenziale e alcuni esempi di prassi applicative volte a mostrare l’ampiezza delle modalità di assegnazione e gestione dei beni pubblici e privati, riportando alcuni elementi essenziali e necessari delle convenzioni così come di altre forme di affidamento quali il contratto di comodato d’uso;
  •        un possibile iter di coprogettazione per la gestione di alcuni beni individuati nella fase della mappatura e per cercare di realizzare le finalità e le proposte avanzate dalle realtà del terzo settore e della cittadinanza attiva tutta ed emerse nel corso di tali incontri;
  •        il verbale degli incontri realizzati con i funzionari comunali;
  •        la presentazione illustrata nel corso dell’incontro formativo.

L’attività non ha portato alla modifica degli strumenti regolatori dei Comuni interessati poiché richiede tempi lunghi, non compatibili con la durata del progetto. Tuttavia, senza dubbio, il contributo giuridico ha consentito alle amministrazioni coinvolte di prendere coscienza delle numerose possibilità normative offerte dal quadro giuridico vigente che va nella direzione di valorizzare l’importante vivacità del tessuto locale.

In questo senso ci auguriamo che vi sia la possibilità di sperimentare, in una eventuale fase 2, l’iter di coprogettazione ipotizzato.

 

1 A. Bourdin , M.P. Lefevre , P. Melé, Les regles du jeu urbain. Entre droit et confiance, Descartes & Cie, 2006, p. 49.

 

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