Rivista "IBC" XXVII, 2019, 3
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / mostre e rassegne, pubblicazioni
ViVi il Verde. Intelligenza della natura e progetto umano, la rassegna curata dall’Istituto Beni Culturali con eventi e manifestazioni su tutto il territorio regionale, ha voluto consolidare a Modena un'iniziativa già sperimentata nell'edizione 2018 a Bologna con Tessere Giardini. Itinerario floreale al Museo del tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”. In entrambi i casi l'IBC ha pubblicato un piccolo volume nel quale, attraverso l'analisi delle collezioni tessili, si è creato un percorso che dagli antichi tessuti dei due musei ha portato ai giardini della città: piante e fiori rappresentati nelle stoffe offrono infatti uno sguardo interpretativo, così come la natura composta artificialmente in un giardino esprime un pensiero progettuale. Il Museo “Zironi” aveva proposto tale legame tra le proprie collezioni, le decorazioni pittoriche di villa Spada - la settecentesca dimora che lo ospita - e il grandioso parco con giardino all'italiana che la circonda. A Modena sono stati l'antico cortile della Spezieria del monastero di San Pietro, il cortile di Borso del Palazzo dei Musei, il Giardino Ducale e l'Orto Botanico dell'Università, ad affiancare e sostenere con la loro storia un itinerario tutto descritto dalle trame e dagli orditi delle oltre 3000 stoffe della Collezione Gandini. L'occasione ha visto poi l'intervento del Garden Club modenese che, nel cortile di Borso, ha recuperato quattro grandi vasi ottocenteschi di terracotta nei quali sono stati messa a dimora piante di alloro con la chioma a sfera, richiamando così l' ars topiaria che domina sull'impianto delle aiuole.
La pubblicazione intitolata
Trame floreali. Itinerario tra i tessuti della Collezione Gandini dei Musei Civici di Modena insegue la fortuna del motivo floreale nelle sue infinite varianti lungo tutto l'arco cronologico della Collezione Gandini, una delle tante possibili letture che offre la raccolta. L'intramontabile successo del tema vegetale nel campo della decorazione tessile è certamente un argomento indiscutibile poiché, tutto sommato, si svela facilmente anche agli occhi di un visitatore distratto. Semplici corolle a cinque petali e rametti fogliati si rincorrono nel tempo, si trasformano e si evolvono in simbolici serti di vite, alloro e ulivo, si dispongono in complessi mazzi di fiori, si spartiscono lo spazio in elaborate e simmetriche composizioni, talvolta stilizzate fino ad una ieratica astrazione. I fiori e i frutti si riversano in cascate o si inerpicano in tortuosi cammini scanditi dall'oro e dalla porpora, oppure sono descritti con attenzione botanica esplodendo, turgidi di linfa, come nei
Florilegia seicenteschi.
Nei testi del volume si analizza la presenza di diverse essenze nell'arte tessile tra Rinascimento e Ottocento, si delinea il profilo storico e botanico di un frutto come la melagrana, da sempre portatrice di profondi significati simbolici.
Infine, a sottolineare la continuità del motivo, solidamente sospeso fra passato e presente, il Museo d'Arte ha organizzato nelle sue sale una piccola mostra intitolata
Fiori vintage. Abiti e accessori 1920-1980. Il motivo floreale, che non ha mai perso di attualità, è senza dubbio una costante presenza nella moda dove riappare sotto le più inaspettate fogge. Dalla spilla a forma di fiore di loto che completa uno scintillante abito anni '20, fino alle spampanate rose di seta appuntate in cintura o su una spalla, utilizzate a fermare morbidi drappeggi, a sottolineare una scollatura profonda o lo sbuffo di un abito a palloncino. Tenere corolle ricamate sul piquet candido degli abiti infantili, preziose infiorescenze di perle e strass, mazzolini di fiori di campo per i cappelli di paglia, tessuti stampati di Pucci e Valentino, gonne rigonfie che evocano la forma di un tulipano. Sessant'anni di costume e cronaca raccontati dai cocktail, dai ricevimenti, dal debutto in società al ballo dell'Accademia Militare, visti con gli occhi di questi muti protagonisti usciti nuovamente dagli armadi dopo anni di inattività.
Piccoli capolavori impalpabili e delicati, costruiti tuttavia con un solido mestiere sartoriale, interessanti tanto per la linea, il colore, la qualità del tessuto, quanto per la perfetta esecuzione; ogni dettaglio, ogni finitura rivela una sapienza e una cura inestimabile, mentre la precisione del taglio rispecchia la conformazione del corpo, e solo di quello della proprietaria. Un valore aggiunto che si esplica, inoltre, nella scelta di sartorie di prestigio: Maria Baldi di Modena o Bettini di Bologna.
Il testo di Katia Fieni che accompagna il pieghevole della mostra così illustra la sequenza di abiti, quasi tutti appartenenti a collezioni private:
Alcuni ispirati dalle creazioni dei grandi sarti, mai in maniera banale, ma piuttosto declinando quel “su misura” che oltre al corpo considerava anche le abitudini, il luogo e lo stile di vita e dava voce in capitolo, fosse solo per la scelta d’un bottone, a chi l’abito l’avrebbe indossato e interpretato.
Ci si commuove alla vista delle scrupolose lavorazioni a mano, insieme agli echi di un’eleganza ancora praticata su base quotidiana perché ogni giorno merita d’essere celebrato e reso unico.
Le suggestioni sono innumerevoli e si coglie l’eco d’un bijoux da sogno o la citazione d’un film che ha fatto la storia del nostro immaginario collettivo: il gioco della moda è derivativo in maniera scoperta o ammiccante e rintracciare questi indizi sparsi è una sfida e un piacere
.
Ci sono il lampo colorato di Schiaparelli, i volumi scultorei di Balenciaga, Givenchy-via Audrey nelle versioni cocktail e ingenua, Lesage e la sua sapienza decorativa, l’immancabile Chanel, il fremito della
Swinging London.
Mostra:
Fiori vintage. Abiti e accessori 1920-1980
Musei Civici di Modena, 21 settembre - 17 novembre 2019
a cura di Lorenzo Lorenzini con la collaborazione di Rosalba Caffo Dallari
Volume:
Trame floreali. Itinerario tra i tessuti della Collezione Gandini dei Musei Civici di Modena, a cura di Carlo Tovoli, Lorenzo Lorenzini, Bologna, IBC 2019.
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