Rivista "IBC" XXVI, 2018, 4
musei e beni culturali / pubblicazioni
Sono 312 i ritratti della quadreria di padre Giambattista Martini (1706-1784) conservati dal 2004 nel Museo della Musica di Bologna; una raccolta straordinaria. La formò il francescano. Genio musicale, compositore e teorico, didatta (ebbe il privilegio di insegnare a Mozart), fu un erudito, e un uomo curioso. Dalla sua cella nel convento dei frati minori, nella zona ovest della città, intrecciava contatti con l’Europa. Li voleva vedere, i suoi interlocutori, per dare un volto alle personalità che componevano un universo costellato di relazioni. Chissà cosa avrebbe fatto se fosse vissuto nell’età di internet. Allora, però, questi mezzi non c’erano, e così pensò di mettere insieme una collezione che oggi costituisce un nucleo d’eccezione. I bolognesi se la ricordano quell’esposizione di dipinti, quando decorava le pareti della Sala Bossi nel Conservatorio di Musica di Bologna senza lasciare libera una porzione di muro. Ci si andava per ascoltare i concerti, o per assistere ai saggi degli allievi. Poi, nel 2004, i quadri furono trasferiti in gran parte nel Museo della Musica, in palazzo Sanguinetti in strada Maggiore, per integrare, e commentare figurativamente, l’allestimento. Del resto, la passione collezionistica del minorita aveva finalità di documentazione. Non tutte le opere della sua quadreria sono capolavori, e nemmeno le integrazioni successive. Certo, non scarseggiano i pezzi di grande pregio: “basti ricordare, tra quelli universalmente noti, gli splendidi ritratti di Johann Christian Bach, allievo del Francescano – è l’unico Gainsborough posseduto da un museo italiano – e di Carlo Broschi detto il Farinelli, in amicizia col frate, fastosa opera del pittore di corte di Madrid, Corrado Giaquinto, nonché le ante di libreria di Giuseppe Maria Crespi” (Mazza), uno dei più splendidi trompe l’oeil italiani e, si può dire, una “natura morta” sorprendente.
Con l’istituzione del Liceo Musicale, nel 1804 l’iconoteca passava alla città di Bologna e di lì a due secoli si arricchiva con acquisti mirati e aggiunte di prestigio che aggiungevano alle fisionomie degli accademici filarmonici i volti dei docenti del liceo e di musicisti famosi; così, arrivavano nella raccolta i ritratti di Gioacchino Rossini e di Isabella Colbran, già attribuito al Palagi, e poi ancora altre tele che raffigurano personalità illustri o dimenticate testimoniate da opere di Gaspare Landi, dell’Albéri, di Giuseppe De Sanctis e di Felice Casorati.
Oggi, dopo un lavoro di trent’anni, la quadreria ha finalmente un catalogo. Edito dalla Olschki, il volume è a cura di Lorenzo Bianconi, Maria Cristina Casali Pedrielli, Giovanna degli Esposti, Angelo Mazza, Nicola Usula e Alfredo Vitolo. Chiara la struttura della rassegna. Si comincia con il saggio sulla quadreria (Mazza) e sui carteggi del francescano (Mazza, Vitolo) e si continua con l’inventariazione della raccolta (Vitolo). Seguono due contributi dedicati alle ante del Crespi (Mazza) e al ritratto del Farinelli (Bianconi, Casali) e si arriva poi a una panoramica ampia sulle acquisizioni post martiniane e sulla ritrattistica bolognese tra Otto e Novecento (Degli Esposti). Completa il percorso un apparato di schede denso che oltre a fornire una documentazione iconografica completa si integra con le biografie dei compositori e degli strumentisti rappresentati.
Un repertorio vastissimo, quindi, e un punto di partenza insostituibile per una ricerca documentaria da integrare con la consultazione del catalogo
on line del museo, strumento indispensabile per rintracciare l’ubicazione dei quadri e distinguere tra la raccolta distribuita nelle sale museali e il nucleo collezionistico rimasto al Conservatorio.
Di questo contributo importante ha reso conto la giornata di studi sulla ritrattistica musicale organizzata il 25 ottobre scorso dal Museo della Musica, dal Comune di Bologna e dall’Assessorato alla Cultura, con la partecipazione dell’Editrice Olschki e del Saggiatore Musicale. Intitolata Voci e suoni, matite e pennelli, l’iniziativa, introdotta da Jenny Servino, ha passato in rassegna argomenti fondamentali affrontati dai curatori del catalogo per quanto riguarda la storia dell’iconoteca martiniana e da Florence Gétreau e Mauro Natale per le caratteristiche e le varianti di questo tipo di ritratti. Le riflessioni di Arnaldo Morelli sulle raccolte in casa dei musicisti e di Paolo Delorenzi in merito all’iconografia musicale veneziana, intervallate da visite guidate alle raccolte del museo, hanno preceduto la presentazione ufficiale del catalogo a un vasto pubblico.
Catalogo:
I ritratti del Museo della Musica di Bologna. Da padre Martini al Liceo Musicale, Firenze, Olschki, 2018.
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