Rivista "IBC" XXVI, 2018, 3
Dossier: La città in prima visione. Nasce I-Media-Cities, il portale che raccoglie i patrimoni delle cineteche europee
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier / media, mostre e rassegne
Lo statuto della FIAF stabilisce che il termine “film” indica una qualsiasi registrazione di immagini in movimento, con o senza accompagnamento sonoro, qualunque ne sia il supporto, senza distinzioni di genere. Il progetto I-Media-Cities è perfettamente in sintonia con questo assunto fondamentale che conferisce uguale dignità a tutti i documenti filmici oltre allo statuto di beni culturali da preservare, divulgare e valorizzare.
Sulla piattaforma di I-Media-Cities sono infatti a disposizione i più svariati materiali filmici, sia documentari che di finzione, provenienti da registi professionisti come da operatori amatoriali, che hanno restituito la fisionomia delle città europee nel secolo scorso, in ogni loro aspetto più o meno noto.
Oltre ai film, la Cineteca di Bologna, come altri archivi europei, ha messo a disposizione parte del suo immenso patrimonio fotografico, rendendo ancora più ricca la piattaforma e aumentando le possibilità di ricerca sul materiale relativo al capoluogo emiliano. Trovandosi di fronte a questo importante corpus di opere da catalogare, il metodo è stato costruito work in progress: esso si è infatti adattato alle diverse versioni della piattaforma rilasciate man mano e, in certi casi, si è dovuto intervenire nuovamente su qualche documento per completare la catalogazione in conseguenza dell’aggiornamento dei tools. L’approccio ha avuto quindi un carattere in parte sperimentale, coerentemente alla natura altamente innovativa del progetto.
Per rendere accessibile il patrimonio e facilitare la ricerca sulla piattaforma digitale, una lunga fase del progetto è dedicata al lavoro di indicizzazione dei materiali filmici e fotografici. Nella catalogazione l’approccio utilizzato è stato inizialmente di tipo “generalista”: l’attenzione si è rivolta infatti a svariati ambiti dell’aspetto della città di Bologna, attraverso l’assegnazione di tutti i termini (tag) relativi ad oggetti, veicoli, arredo urbano, infrastrutture riconosciuti all’interno di ogni inquadratura (shot), compresi insegne di negozi, fabbriche, pompe di benzina, cartellonistica stradale e mezzi di trasporto. Poi in una successiva fase di etichettatura, maggior interesse è stato posto su focus di interesse specifici dell’IBC, ampliando i relativi tag agli stili architettonici, alle tipologie di costruzione, alle sezioni di edifici e al riconoscimento di strade e piazze.
Essendo il progetto volto a documentare le trasformazioni architettoniche e urbanistiche delle città, è fondamentale la definizione di una mappatura accurata. Quello che si vuole fare è identificare i luoghi con la precisione più alta possibile attraverso una geolocalizzazione viaria curata, cercando talvolta di segnalare il numero civico (grazie a strumenti Google quali Maps o Earth). È stata, e continua ad essere una sfida avvincente che stimola molto la memoria visiva e il senso di orientamento del catalogatore e che può offrire uno sguardo nuovo su Bologna: emozionante, ad esempio, è scoprire il vecchio aspetto di Piazza Trento Trieste in film del 1919 e nel 1954 e poi cercare sul posto di riposizionare virtualmente gli edifici non più esistenti. Si auspica che la geolocalizzazione compiuta possa essere una discreta base di partenza per gli utenti futuri che potranno implementare la piattaforma inserendo luoghi che non si è stati in grado di riconoscere.
La seconda fase di analisi sta riguardando l’approfondimento su personaggi, luoghi e fatti, condotto attraverso la ricerca bibliografica su OPAC Sebina, riferimenti ad altri film presenti sulla piattaforma e collegamenti ai Link Open Data. Questa fase altrettanto interessante, sta portando a scoprire tante storie della città di Bologna, personaggi più o meno famosi, luoghi ora scomparsi, usi e costumi dei vari decenni del secolo scorso.
Un contributo per arricchire questo progetto può arrivare da competenze specifiche in ambito cinematografico, legate sia alla storia del cinema che all’aspetto produttivo. Grazie ad esse, è possibile porre maggiore attenzione su alcune caratteristiche strettamente cinematografiche dei titoli analizzati. Ad esempio, indicare anche gli aspetti tecnici come i movimenti di macchina, i tipi di inquadratura o gli effetti di transizione può essere molto utile dato che la storia del cinema si basa anche sulle trasformazioni nel linguaggio tecnico e potrebbe essere oggetto di ricerca.
Anche approfondire, attraverso bibliografia e siti, la storia delle piccole e medie società di produzione segnalate per ogni titolo, rappresenta un’opportunità per nuovi studi ancora da percorrere nella loro interezza e che nella piattaforma potrebbe trovare un significativo strumento di indagine. Queste notizie andrebbero ad integrare i contributi testuali imprescindibili forniti dagli archivi e riportati sulla piattaforma nelle General e Technical Info, cioè quell’insieme di informazioni che appartengono alla categoria dei metadata. Tra questi, ad esempio segnalare la situazione relativi ai diritti di un titolo, cioè se è di pubblico dominio o protetto da copyright, può rappresentare un elemento interessante per una società di produzione che utilizza materiale d’archivio nei propri film, in quanto questo è un dato utile da sapere nella fase di stesura del budget.
L’approccio adottato ha comunque sempre tenuto conto che la piattaforma sarà aperta a diverse tipologie di utenti con differenti esigenze (l’urbanista, il geografo, l’architetto, lo studioso locale, lo storico dell’arte, il sociologo, ecc) e della necessità quindi di mettersi nei panni di chiunque si trovi ad accedere ad I-M-C, qualsiasi interesse, formazione o motivazione abbia.
Per rendere veramente la ricerca sulla città di Bologna libera, aperta a tutti e in movimento.
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