Rivista "IBC" XXVI, 2018, 3

Dossier: La città in prima visione. Nasce I-Media-Cities, il portale che raccoglie i patrimoni delle cineteche europee

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier / media, progetti e realizzazioni

Un ponte digitale fra patrimonio culturale e città

Roberto Balzani
[Presidente IBC]

Il progetto europeo I-Media-Cities, che si inserisce all’interno del programma europeo Horizon 2020 con un finanziamento di oltre 3 milioni di euro complessivi, ha per oggetto la condivisione di contenuti digitali, da parte di centri di ricerca e di istituzioni europee, selezionati sulla base di un tema unificante: le città europee dalla fine del XIX secolo, da quando, cioè, esse sono state destinatarie e committenti di immagini fotografiche o cinematografiche, di documentazione illustrata, ecc. Realtà maggiori o capoluoghi regionali, capitali e nodi urbani in via di sviluppo, sedi di expo universali o nazionali, esse hanno precocemente prodotto materiale in parte identitario, in parte generato dalle idee, dal mercato, dai flussi di transito. Lo hanno fatto precocemente, in larga misura prima di altri nodi dell’urbanesimo mondiale (il fenomeno antropico più imponente dell’età contemporanea), e perciò meritano – in prospettiva comparata – un riguardo del tutto particolare. I-Media-Cities non è uno spazio virtuale d’intrattenimento, ma di conoscenza. Se fosse un sito per voyeurs in cerca di scatti seppiati del buon tempo andato , l’Unione avrebbe buttato il suo denaro; ma qui, invece, i percorsi esibiscono orgogliose radici scientifiche. Anzitutto, quelle delle istituzioni della rete, che sono reputate realtà di conservazione, catalogazione, restauro e valorizzazione delle immagini, dal Belgio al Mediterraneo. In secondo luogo, quelle dei curatori, che tengono a distinguere una vocazione sensibile alla public history, sorvegliata tuttavia da rigorosi criteri di serietà analitica, da una, pure presente, di raccolta ad uso pressoché esclusivo dei ricercatori. In terzo luogo, quelle intrinseche alla natura della piattaforma, immaginata per generare, attraverso un’imprevedibile ars combinatoria, flussi ulteriori di idee e di riflessione sui metadati. L’Istituto regionale per i beni culturali ha partecipato e partecipa convintamente al progetto, così come il Consorzio Interuniversitario Cineca e la Fondazione Cineteca di Bologna, a testimonianza del rilievo assunto dall’Emilia-Romagna, in campo internazionale, in seno a questo contesto.

Il digitale, del resto, è un ambito frequentato da tempo dall’Istituto, sia nella sua veste di centro di conservazione dei documenti prodotti dalle amministrazioni (regionali, ma non solo), sia in quanto sede di una catalogazione ad hoc, a beneficio degli enti detentori dei beni ed in una prospettiva di fruizione più larga. I-Media-Cities incrementa la qualità della sfida, identificando un oggetto privilegiato di ricerca/valorizzazione (le città europee e la loro immagine) e tentando, intorno ad esso, di sviluppare una galassia di contenuti a vari livelli di accesso. Si tratta, naturalmente, di un’opportunità aperta: solo l’effetto centripeto, magnetico del programma rispetto agli utilizzatori finali, ci darà una misura del suo successo effettivo; e tuttavia, di fronte ad una domanda crescente di contenuti non generici ma accreditati, accertati, frutto di attenta catalogazione, stimolare la qualità delle indagini rappresenta un obiettivo significativo e meritevole di essere perseguito.

I-Media-Cities si pone a metà strada fra la valorizzazione dei beni e la patrimonializzazione dell’elemento urbano in Europa: un processo che ha radici antiche e che, proprio per questo, esige un lavoro culturale accurato ed un’accurata restituzione al grande pubblico.

 

In copertina:

Aldo Ferrari, Traffico urbano: regolamentazione, 1951-1952, courtesy Fondazione Cineteca di Bologna

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