Rivista "IBC" XXVI, 2018, 1

Dossier: Le parole del restauro. La conservazione del patrimonio culturale in Emilia-Romagna

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier / didattica, restauri

Dall’aula al laboratorio: educare, formare, informare

Silvia Ferrari, Valentina Galloni, Fiamma Lenzi, Antonella Salvi
[IBC]

Il tema della formazione ha contrassegnato da sempre l’attività dell’IBC, assumendo una molteplicità di interpretazioni che, nell’avvicendarsi delle soluzioni applicate e delle tipologie di destinatari, ne sottolinea il valore primario per la crescita della persona, delle professioni, delle competenze.

Fin dagli esordi, le attività dell’Istituto in questo settore hanno privilegiato soprattutto l’aggiornamento dei professionisti della conservazione, inteso nel senso di rinnovamento dei saperi tecnici, nonché di trasmissione di metodologie e innovazioni teorico-pratiche. Negli ultimi due decenni l’azione formativa è stata declinata anche come educazione delle giovani generazioni al patrimonio culturale, arricchimento del percorso di studi, diversificazione del loro bagaglio di conoscenze.

In partnership con la scuola e gli organismi dell’istruzione superiore, gli enti del territorio, le realtà che presidiano la tutela del patrimonio, ha preso vita un ampio ventaglio di proposte: dai cantieri-scuola destinati agli allievi di Istituti d’Arte, Accademie di Belle Arti, Università per avvicinarli ai diversi aspetti del loro futuro professionale, a progetti di alternanza scuola-lavoro, ove si orientano le aspirazioni dei giovani, dai concorsi di idee rivolti alle scuole secondarie, incentivate a stringere collaborazioni con musei, archivi, biblioteche, ai progetti che invitano i giovani a riappropriarsi del territorio e dunque a preservarlo e a mantenerlo nella sua integrità.

I cantieri scuola di restauro archeologico

In collaborazione con i musei locali, le Soprintendenze e diversi Atenei, l’IBC ha applicato le metodologie del cantiere-scuola a una serie di offerte formative incentrate sul patrimonio dell’antichità finalizzandole al recupero e musealizzazione di materiali provenienti da scavi recenti. Perfettamente idonei alle necessità interpretative dei multi sedimentati beni archeologici, i progetti si sono mostrati in grado di trasformarsi per i giovani in preziose opportunità di potenziamento e qualificazione del loro background. Esperienze a "tutto tondo" che hanno consentito a studenti e specializzandi in archeologia di prendere contatto concreto con i processi di gestione dei beni archeologici; sono coloro che in qualità di futuri conservatori, tecnici delle pubbliche amministrazioni oppure liberi professionisti dovranno attuare la sorveglianza e la manutenzione del patrimonio, valutarne le necessità conservative, stendere progetti, commissionare lavori, sovrintendere l’operato di restauratori e aziende specializzate.

Facendoli interagire direttamente con gli istituti museali, e dunque con le realtà professionali alle quali i loro studi li indirizzano, la formula del cantiere-scuola si è rivelata la più appropriata per offrire un “laboratorio” esperienziale privilegiato in cui le pratiche collegate alla conservazione si affiancano a stage di apprendimento per acquisire consapevolezza e padronanza delle diverse procedure relative allo studio, monitoraggio e musealizzazione del patrimonio.

Giova infine ricordare che i cantieri-scuola sono stati costantemente innestati in progetti culturali e interventi complessi di valorizzazione, fra i quali menzioniamo quello imperniato sul pozzo romano di S. Lazzaro di Savena che ha dato luogo alla mostra Aqva fons vitae. Identità storia memoria di una comunità (2016), primo nucleo dell’istituendo museo della città, oppure il progetto Alle radici di Castenaso (2016-2017) per il restauro e la preparazione a fini museali dei corredi funerari villanoviani della nuova Chiesa. (f.l.) 

Laboratori didattico-formativi di restauro realizzati con Accademia di Belle Arti di Bologna

È ormai acquisita l’esigenza di una cultura partecipata fra istituzioni del territorio, si tratta di una modalità operativa indispensabile, oltre che opportuna. In questa direzione si muovono l’Accordo quadro pluriennale e la collaudata esperienza di collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna per costruire progetti speciali di restauro, manutenzione e valorizzazione del patrimonio. Sono progetti che ricevono un sostegno concreto da IBC per essere realizzati nella forma del cantiere-scuola con l’attivazione di laboratori didattici-formativi e il coinvolgimento di studenti e docenti dei corsi di restauro e dei corsi di grafica; la finalità è anche quella di ideare una comunicazione integrata e favorire la valorizzazione dei beni e del lavoro svolto. Spetta all’IBC individuare, di volta in volta, il segmento di patrimonio idoneo da sottoporre a questa pratica conservativa, predisporre un programma generale che consenta ai giovani allievi di operare in parallelo sul piano del restauro e della comunicazione, coordinando le fasi di realizzazione del progetto che di norma coincide con la durata dei corsi accademici.

Dalla donazione all’esposizione: la collezione Mizzau-Contento è l’ultimo progetto sviluppato e completato nell’anno accademico 2016-2017. Nasce dalla donazione alla Biblioteca Amilcar Cabral di Bologna di un’importante collezione di circa 70 oggetti di cultura materiale e simbolica africana: maschere, statue, pugnali, cesti, gioielli e amuleti. Un patrimonio inedito per la regione, che necessitava di sostegno per essere fruibile. Il progetto si è articolato nel lavoro di studio, identificazione, schedatura conservativa e operazioni di restauro dei manufatti ed è stato accompagnato da eventi di promozione e comunicazione della collezione con un ciclo di conferenze dal titolo “ Terra, Paglia e Fuoco”, nonché con presentazioni sugli esiti raggiunti tenute dai ragazzi nel corso di iniziative pubbliche. Una trentina i giovani coinvolti, coordinati da quattro docenti. Una pubblicazione in corso di stampa, in cui trovano spazio le relazioni e le esperienze dei ragazzi, documenta le attività svolte.

Nell’anno accademico 2017-18 un nuovo progetto, avviato in partenariato con la Cineteca di Bologna, vede impegnati gli allievi dell’Accademia per realizzare un delicato intervento di conservazione riguardante un nucleo di manifesti, carte e fotografie di cinema. In relazione alla tipologia dei materiali, sono coinvolti studenti e docenti dei corsi specifici di Restauro dell’Accademia, ma l’impianto è il medesimo. Anche in questo caso si procede con lo sviluppo di strumenti di comunicazione coordinata per imparare a comunicare e coinvolgere la collettività, per raccontare, in corso d’opera, le fasi di studio e di cantiere, per valorizzare in parallelo le opere e il lavoro complessivo. (a.s.)

Studenti sui libri

Tra le esperienze più significative messe in campo dall’IBC sul piano della formazione vanno ricordate anche le attività destinate agli studenti specializzati nel restauro di beni librari e documentari.

La collaborazione tra la Soprintendenza regionale competente e l’Accademia di Belle Arti di Bologna, qualificata come scuola di alta specializzazione per le figure professionali nell’ambito del restauro, conservazione e tutela del patrimonio culturale, si è sviluppata in due direzioni, entrambe connesse all’attività di progettazione e co-progettazione di interventi di manutenzione sui beni. Da una parte si è promosso un lavoro didattico nelle classi dei corsi specifici sui materiali di carta, pelle e di disegni e stampe: si sono strutturati incontri periodici di carattere seminariale con i futuri restauratori dove si sono discussi e confrontati numerosi progetti per interventi su antichi volumi e stampe, valutate le soluzioni e portati a termine i lavori di conservazione e recupero. Il fatto che il patrimonio selezionato provenisse dalla Biblioteca dell’Accademia ha inoltre favorito un’azione programmatica di ripristino e di valorizzazione di beni di grande valore restituiti alla collettività grazie all’operato degli studenti. Dall’altra parte invece si è sviluppata una modalità più individuale riguardante beni singoli, identificati come casi studio ideali per essere analizzati e lavorati nei termini di tesi di laurea; questa esperienza, fondata sulla profonda conoscenza dei beni del territorio, maturata grazie all’attività di tutela dell’IBC sul patrimonio librario, scaturiva dal cogliere le opportunità di analisi comparate su più ambiti di studio, offerte dai corsi accademici, per affrontare particolari caratteristiche di degrado presentate dai libri. Esemplare è il caso del Graduale Romanum de Tempore et Sanctis, un volume del 1680 stampato a Venezia, che presentava le problematiche tipiche dei volumi con assi lignee la cui frattura ha comportato diverse ipotesi risolutive prima dell’intervento deciso.

Questo tipo di azioni ha consentito agli studenti l’acquisizione di capacità interpretative sulle necessità di conservazione degli oggetti, l’esperienza nello sviluppo dei progetti, la possibilità di disquisire e dibattere con interlocutori professionisti sui casi studio, confrontarsi al contempo con gli enti proprietari dei beni, gli organi di tutela e i docenti della materia, oltre a praticare direttamente la competenza tecnica realizzando in prima persona gli interventi, sotto la responsabilità e direzione tecnica dei docenti dei corsi. (s.f.)

Concorsi e progetti di educazione al patrimonio

Io amo i beni culturali è il concorso di idee per la valorizzazione di beni culturali, rivolto alle scuole secondarie di I e II grado, ai musei, alle biblioteche e agli archivi dell’Emilia-Romagna.

Avviato nel 2011, il concorso prevede che le scuole si uniscano in partenariato con le istituzioni culturali per presentare un progetto congiunto, da realizzare con il coinvolgimento attivo degli studenti. Nelle sue sette edizioni, l'iniziativa è arrivata a coinvolgere migliaia di studenti, che hanno lavorato con centinaia di istituzioni culturali, enti e associazioni, capillarmente diffusi in tutta la nostra regione, riappropriandosi del patrimonio culturale del loro territorio e diventando protagonisti della sua valorizzazione.

Tanti, diversi, e in molti casi innovativi, i prodotti messi a punto da ragazze e ragazzi nel corso dei progetti: ebook, audioguide, video, mappe interattive ed emotive, bassorilievi, oggetti di design, percorsi didattici, siti web, progetti di promozione turistica, ricostruzioni virtuali, cataloghi ed esposizioni. Significative anche le esperienze nelle quali i giovani studenti, accompagnati dai professionisti delle istituzioni culturali, si sono cimentati in piccoli interventi conservativi del patrimonio culturale, come ad esempio la pulitura delle lapidi conservate nel Museo della Città di Rimini nel progetto Le pietre raccontano o la spolveratura di antichi libri della Biblioteca provinciale dei Frati minori cappuccini di Bologna nel progetto De inquisitione librorum prohibitorum: rispolveriamo i libri proibiti. (v.g.)

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