Rivista "IBC" XXV, 2017, 4

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Museo internazionale e biblioteca della Musica di Bologna

Cesare Mari
[Architetto e progettista, Panstudio]

“I manoscritti di Padre Martini occupano da soli tutta una stanza: altre due stanze ospitano i libri a stampa, di cui egli possiede tutte le edizioni disponibili; una quarta è dedicata ai libri di musica pratica, di cui conserva una simil prodigiosa quantità di manoscritti. Si può calcolare che la sua collezione raggiunga i 17.000 volumi, e la sta tuttora incrementando con nuovi arrivi da tutte le parti del mondo”.

Così scriveva Charles Burney in The History of music, pubblicato nel 1770.

Nel 2003, quando con i colleghi del Panstudio Architetti associati,Paolo Capponcelli e Mauro Dalloca, abbiamo iniziato la progettazione dell’allestimento del Museo internazionale e biblioteca della Musica di Bologna, la biblioteca musicale e la quadreria costituite da Padre Giovanni Battista Martini nella seconda metà del ‘700 (poi donate dal suo discepolo Stanislao Mattei al Liceo Musicale di Bologna che continuò ad arricchire la collezione) comprendevano circa 110.000 volumi e documenti e oltre 300 quadri. Ad essi andava aggiunta la collezione di strumenti musicali, allora in deposito presso il Museo Civico Medievale.

Palazzo Aldini Sanguinetti
Il palazzo che ospita il museo è il risultato di numerose trasformazioni avvenute nei secoli. Il nucleo più antico, di origine medievale, venne profondamente trasformato e ampliato nella seconda metà del Cinquecento. Alla fine del Settecento divenne di proprietà del conte Antonio Aldini, fiduciario di Napoleone a Bologna e Ministro Segretario di Stato nel Regno d’Italia, che diede incarico all’architetto Giovanni Battista Martinetti di rimodernare il palazzo adeguandolo al nuovo gusto neoclassico. Nel 1870 l’edificio fu acquistato dalla famiglia Sanguinetti: nel 1986 l’ultima erede di questo casato ha donato al Comune di Bologna la parte più consistente del palazzo “perché fosse destinato a museo musicale e biblioteca”.

Dal 1999 al 2003 il Settore Edilizia storica monumentale del Comune di Bologna ha sottoposto il Palazzo ad un’intensa attività di restauro architettonico per liberare i locali dalle strutture incongrue e per inserire la dotazione impiantistica e tecnologica indispensabile per rendere la sede accessibile al pubblico.

Gli interventi sono stati sostanzialmente di ordine conservativo e hanno interessato il risanamento delle strutture e le partiture architettoniche originali. Oltre alla realizzazione di un ascensore, l’innovazione tecnologica dell’intervento ha riguardato l’impiantistica elettrica e speciale e il controllo del clima.

Il progetto dell’allestimento
L’intervento museografico è stato progettato e realizzato con il duplice obiettivo di consentire sia la lettura storico-artistica dell’assetto originale del palazzo, che l’individuazione distinta e compatibile di un nuovo apparato espositivo.

Le soluzioni adottate per collocare i materiali del museo secondo una scansione tematica e temporale sono state pensate per essere inserite all’interno delle sale in modo compatibile e rispettoso delle testimonianze storiche e artistiche esistenti.
Il percorso espositivo, con la quadreria dei ritratti, gli strumenti musicali e i documenti librari antichi, ripercorre sei secoli di storia della musica europea.

Le vetrine e le pannellature, che foderano parzialmente le pareti di alcune sale, sono state posizionate a ridosso delle sole superfici lasciate volutamente neutre nell’apparato decorativo originale. Dove la composizione ornamentale si estende su tutta la superficie parietale, l’impossibilità di disporre elementi di arredo ha imposto l’utilizzo di vetrine centrali. La forma e la dimensione di queste vetrine, isolate al centro delle sale, trovano origine nel disegno delle trame geometriche delle pavimentazioni alla veneziana.

La scelta di realizzare elementi di arredo funzionali e minimali nella loro definizione formale ha portato a privilegiare l’utilizzo del vetro come materiale principale dell’allestimento, in risposta sia alla necessità di non sovraccaricare uno spazio architettonico già fortemente caratterizzato, che alle esigenze di protezione e trasparenza, di facilità di manutenzione, pulizia e accessibilità delle vetrine e delle opere in esse contenute. Per l’esposizione della quadreria e l’appoggio delle vetrine sono stati realizzati pannelli in legno laccato installati a ridosso delle pareti. 

Le vetrine e le teche a parete sono state progettate per consentire la visione più estesa e continua del piano espositivo, cercando di eliminare le interruzioni dovute ai montanti strutturali e ai telai dei tradizionali sistemi di apertura: si è perseguita la più grande trasparenza e leggerezza, ottenuta grazie a un vano espositivo inteso come unica grande teca in vetro, apribile o sollevabile verso l’alto con un sistema meccanico a scomparsa. Nelle basi sottostanti alle vetrine sono stati inseriti dei cassetti, con dispositivo automatico di rientro, che il visitatore può aprire direttamente per vedere ulteriore materiale documentario. Le basi contengono i sistemi e le tecnologie impiantistiche per un preciso e costante controllo del microclima e dell’illuminazione del vano espositivo, realizzata con l’impiego di fibre ottiche.

L’illuminazione delle sale del museo si ispira alla tipologia originaria che prevedeva grandi lampadari a sospensione e in parte sfrutta la possibilità di contenere i corpi illuminanti offerta dai pannelli a parete. Nelle sale con punto luce centrale, sono stati installati dei lampadari tecnologici multi-reflex: apparecchi, appositamente progettati dal light designer Giuseppe Mestrangelo, che valorizzano, con l’utilizzo prevalente della luce indiretta, sia l’apparato decorativo delle sale che la quadreria.

La biblioteca
Il progetto distributivo ha posto in stretta connessione funzionale la Biblioteca musicale con il Museo internazionale della Musica.
La biblioteca occupa l’ala interna del piano nobile del palazzo, opposta, rispetto al cortile, a quella del museo. Le sale sono decorate con maggiore semplicità e questo ha consentito l’inserimento intensivo di arredi e librerie, progettate appositamente.

In posizione baricentrica fra il museo e la biblioteca, è stata allestita la Sala eventi, che ha capienza di circa cento posti, accessibile dal foyer della biblioteca ma, all’occorrenza, anche dall’ultima sala del percorso museale.

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