Rivista "IBC" XXV, 2017, 2

Dossier: Piccoli luoghi crescono

territorio e beni architettonici-ambientali, dossier / itinerari

Il turismo che verrà

Ottavia Ricci
[consulente esperto per le politiche del turismo sostenibile, MiBACT]

La fragilità del nostro territorio ha portato l’attenzione sull’immenso patrimonio umano, paesaggistico e artistico che lo caratterizza; oggi più di prima è necessario concentrarci su questi valori per costruire insieme un percorso di messa in sicurezza, innovazione, valorizzazione e condivisione di progetti che evidenzino la grande qualità di vita, l’autenticità e le grandi possibilità che la nostra terra propone.

Il lavoro avviato dal Ministro Franceschini nel 2014 – impostando la vocazione italiana del turismo sui temi della sostenibilità – si è concentrato su un percorso di tutela e valorizzazione di moltissime località, ancora poco conosciute, che custodiscono l’anima della nostra cultura con un considerevole potenziale per creare innovazione e sviluppo nei prossimi anni. Nella giusta visione del Ministro, l’Italia è un “museo diffuso”; cultura, patrimonio, creatività attraversano il nostro territorio rendendolo un luogo unico al mondo.

La sostenibilità nel turismo non è quindi solo una tematica legata all’ambientalismo, ma assume la caratteristica di strategia di sviluppo per il nostro Paese di cui le risorse del capitale umano, la qualità dell’habitat e la sensibilizzazione alla responsabilità rappresentano i capisaldi. Il turismo sostenibile è dunque una strategia di sviluppo economico e sociale che ha come fine e come prassi, la tutela e la riproposizione innovativa di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che caratterizzano il nostro Paese come un circuito di bellezza straordinariamente diffuso lungo tutto il suo territorio fisico, e lungo l’arco di secoli di civiltà.

Il Piano Strategico del Turismo 2017-22 individua le azioni per i prossimi 6 anni basandole su rinnovamento e ampliamento dell’offerta turistica e sulla valorizzazione di nuove mete e nuovi prodotti con l’obiettivo dell’accrescimento del benessere economico, sociale e sostenibile dei territori e del rilancio della leadership dell’Italia sul mercato turistico internazionale. Nel Piano quindi risulta cruciale la scelta di valorizzare le destinazioni turistiche culturali meno note della nostra nazione caratterizzata per l’appunto dalla presenza di borghi e città di piccole dimensioni, che proprio per il loro vasto patrimonio storico-culturale di grande valore sono in grado di sviluppare nuove forme di esperienza di visita uniche ed autentiche e dare vita a nuovi processi di sviluppo e occupazione.

Sostenendo la linea sostenibile del Turismo Italiano, dopo l’anno dei cammini 2016, il Ministro Franceschini ha dato vita all’anno dei Borghi 2017 avviando una serie di azioni coordinate per la realizzazione di progetti, approfondimenti e iniziative finalizzati alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale associato ai borghi; sono tra gli obiettivi lo sviluppo e l’implementazione di modelli di fruizione e gestione adeguati di tale patrimonio favorendo ogni azione volta a garantire la più ampia integrazione delle componenti ambientali, paesaggistiche con le attività agricole, artigianali e turistico-culturali.

Finalmente il piccolo si fa grande e diventa strategia di sviluppo per il paese. Non più quindi realtà subordinate ma complementari ed essenziali in una visione di sviluppo di sistema del paese.

Sembra dunque giunto il momento di capovolgere una visione che vede nelle aree interne e nei suoi borghi dei luoghi secondari o subordinati ai centri cittadini. Bisogna piuttosto dar vita a un processo di innovazione culturale, già in parte avviato con la Strategia delle Aree Interne – che però non tocca tutto il Paese –, che metta da subito in evidenza il grande potenziale che questi luoghi racchiudono partendo dalla qualità della vita. Una qualità che deve comunque essere migliorata con servizi quali ad esempio l’intermodalità, la banda larga, la formazione attenta alle caratteristiche del territorio e alle comunità bilingue, alla creazione di laboratori creativi che stimolino i giovani a restare e a fare di quei luoghi delle officine di produzione di idee che creino sviluppo e occupazione.

I borghi dunque diventano laboratori per il coinvolgimento diretto delle comunità (portatrici di tradizione, storia, stili di vita), per la produzione di nuovi turismi attraverso modelli innovativi, creativi e competitivi, quali i turismi smart e esperienziali, mirati al mantenimento e alla promozione di quei luoghi, innescando tra chi ancora ci vive il riconoscimento della propria identità.

 

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