Rivista "IBC" XXV, 2017, 2

territorio e beni architettonici-ambientali / progetti e realizzazioni

Si è svolta con successo la nuova edizione di A scena aperta. Incontri nei teatri storici dell’Emilia-Romagna.
Tra Ovidio e Pirandello

Lidia Bortolotti
[IBC]

Il progetto di valorizzazione dei teatri storici promosso e coordinato dall’Istituto per i beni culturali (IBC) fin dal 2012, nel tempo ha assunto una fisionomia ben definita. Un titolo, A scena aperta, e un logo progettati ad hoc a cura di un gruppo di lavoro interno all’istituto, donano all’iniziativa una forte identità visiva. Inoltre è stato individuato nel secondo week end di aprile la cadenza temporale periodica più adatta per proporre l’evento.

L’obiettivo di avere un’ampia adesione da parte dei teatri invitati è stato raggiunto anche in questa edizione con 34 sedi che hanno aperto i battenti l’8 e il 9 aprile, alcune presenti anche nelle precedenti edizioni, altre invece per la prima volta. Come di consueto i teatri invitati sono stati lasciati liberi di proporre le iniziative culturali più opportune, garantendo almeno un giorno di apertura al pubblico nel week end stabilito, proponendo visite guidate, intrattenimenti musicali, di prosa o di danza, tutti a ingresso gratuito. Laddove ci fosse stata la possibilità, sono stati invitati a coordinarsi con le locali scuole e i laboratori di musica, recitazione, danza per allestire spettacoli, concerti ed eventi consentendo a giovani allievi e partecipanti a stage e corsi, di calcare le scene e misurarsi con il pubblico una volta di più.

Anche se in forma non vincolante, è stato suggerito un motivo conduttore dell’iniziativa nella figura del grande drammaturgo e narratore Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura nel 1934, nel centocinquantesimo anniversario della nascita. Ben 11 teatri hanno quindi tratto ispirazione dall’opera e dalla cultura del grande drammaturgo e della sua epoca per dare vita a significative performance; oltre alla messa in scena di drammi (a Fontanellato, San Giovanni in Persiceto, San Giovanni in Marignano). A Bologna, il Comunale, ha offerto una lettura di brani scelti da La Pasqua di Gea, un testo poetico giovanile di Pirandello, con gli allievi della Scuola di Teatro ‘Galante Garrone’ alternati alle musiche di Elgar, Mascagni e Puccini eseguite dall’orchestra d’archi del teatro. Lo spettacolo del Manzoni ha invece esplorato un’inedita passione di Pirandello per il jazz, ricordandoci che lo scrittore produsse anche un libretto per un musical solo di recente scoperto. Si sono ispirati inoltre all’opera di Pirandello la lezione-narrazione del Comunale di Fiorenzuola indirizzata agli studenti del polo scolastico superiore, inoltre narrazioni per tutte le età a Castelnuovo Monti, e ancora il concerto spettacolo a Morciano ispirato ad alcune figure femminili pirandelliane, il percorso animato a Russi culminato con uno spettacolo di burattini del Teatro del Drago e la visita animata condotta a Sant’Agata Bolognese seguita dal concerto con la Sonic Uke Orchestra. Meldola ha offerto una mostra di locandine, manifesti e pubblicazioni pirandelliane oltre alla visita del teatro.

Altri teatri, quali quelli di Vigoleno, Guastalla, Gualtieri, Rubiera, Carpi, Castello d’Argile, Pieve di Cento, Faenza, Brisighella, Cesena, Longiano, Montescudo e Sant’Agata Feltria hanno offerto visite, concerti, incontri con attori, registi e musicisti e messe in scena di spettacoli e commedie.

In questa edizione si sono inoltre aperti alle visite i tre teatri storici di Modena: il Pavarotti, lo Storchi e il Teatro del Collegio San Carlo, il solo settecentesco ancora esistente in città posto all’interno di un complesso architettonico di grande pregio. Poi l’Arena del Sole di Bologna, il Verdi di Forlimpopoli, l’Alighieri di Ravenna e i teatri di Bagnacavallo, Lugo. Le visite guidate, sempre più apprezzate, hanno visto la partecipazione di un numero crescente di visitatori cui, ancora una volta, hanno dato modo di far conoscere a fondo questi spazi, coglierne sia gli aspetti estetici che funzionali, entrare anche nelle zone di norma precluse al pubblico quali ad esempio palco e graticciate, comprenderne la storia e gli aneddoti.

Il “Teatrin”di Goro ha aderito all’iniziativa per la prima volta con un programma tra storia e cultura sviluppato su due giorni, che ha visto la presentazione del video-racconto della storia di questo piccolo teatro di fine Ottocento, voluto dalla locale cooperativa pescatori, e un concerto; inoltre i ragazzi goresi del laboratorio teatrale sono stati padroni di questo spazio per una notte di narrazioni.

Unico fra tutti il Consorziale di Budrio, aperto in entrambi i giorni, alla domenica ha proposto Teatromorfosi, uno spettacolo inedito e suggestivo ispirato a Ovidio, a duemila anni dalla morte, che si è svolto in diversi spazi del teatro, dal sottopalco alla cupola sopra la platea, tranne che sul palco, occupato per la messa in scena programmata.

 

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