Rivista "IBC" XXV, 2017, 1
biblioteche e archivi / convegni e seminari, interventi, leggi e politiche
Archivi storici e piano regionale. Strumenti e opportunità di valorizzazione
In occasione dell’ incontro organizzato dall’IBC, l’Istituto regionale per i beni culturali, con i bibliotecari e gli archivisti dell’Emilia-Romagna il 17 gennaio scorso, l’intervento sugli archivi storici ha inteso fare il punto su strumenti e opportunità che l’IBC mette a disposizione del territorio per la loro valorizzazione e promozione.
Si è fornito dapprima un sintetico quadro di riferimento rappresentato dalle richieste pervenute per il piano regionale 2016, allo scopo di condividerne i dati salienti e farne argomento di confronto e riflessione in vista della presentazione di nuovi progetti per il 2017. Sono infatti trascorsi quattro anni dal piano 2012, ultimo ad essere stato elaborato sulla base della prassi tradizionale (che prevedeva gli incontri preliminari sul territorio e l’istruttoria congiunta con le province) e il piano 2016, il primo nato con le nuove modalità dell’avviso pubblico, previste dal Programma regionale degli interventi in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali per il triennio 2015-2017. A seguire sono stati presentati i dati sintetici sullo stato dell’arte degli interventi e delle attività coordinate sul territorio da IBC negli ultimi anni, in stretta collaborazione con gli archivisti, gli amministratori e gli operatori di comuni e istituzioni culturali, nonché degli strumenti di lavoro che con modalità e procedure “partecipate” il sistema regionale utilizza e mette a disposizione per la conoscenza degli archivi storici.
Si è entrati quindi nel merito di specifiche esperienze sia nell’ambito dell’inventariazione e realizzazione di risorse informative, sia della valorizzazione tra didattica e promozione degli archivi storici, con approfondimenti ed esempi di progetti realizzati o in corso.
Per quanto concerne nello specifico la valorizzazione e promozione, dopo un breve richiamo al quadro normativo regionale, è stata offerta una panoramica sulle principali opportunità e iniziative a supporto degli enti locali.
La valorizzazione è annoverata tra i principi fondanti della Legge regionale 18/2000 Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali, in cui si sottolinea al contempo la funzione educativa e formativa degli istituti culturali che perseguono fini di informazione, documentazione e formazione permanente di tutti i cittadini.
La Direttiva sugli standard e obiettivi di qualità per biblioteche, archivi storici e musei (Delibera di Giunta Regionale n. 309/2003) considera poi tra gli obiettivi operativi raccomandati nell'erogazione del servizio al pubblico “le iniziative di valorizzazione del patrimonio archivistico, in particolare rivolte alle scuole, mediante attività didattiche e divulgative, predisposte in base alle caratteristiche dell'utenza e condotte da personale qualificato”. La scelta di non ritenere tali attività uno standard di servizio già acquisito bensì un elemento altamente qualificante cui tendere, trae origine dal fatto che, allora come oggi, esse non rientrano nelle azioni prioritarie dei servizi archivistici, seppure diverse realtà in regione possono vantare una lunga tradizione e risultati qualitativamente altissimi specie nel campo delle attività di didattica in archivio. D’altro canto l’opera di promozione e valorizzazione del patrimonio archivistico rappresenta una componente significativa ai fini di una conservazione non passiva, e anche una forma di tutela, in quanto l’utilizzo dell’archivio da parte di un’utenza esterna induce solitamente gli enti a intervenire per adeguare sedi e servizi al pubblico ( 1).
IBC ha quindi inteso rafforzare il supporto agli enti locali nell’organizzazione di tali attività sia tramite l’erogazione di contributi – elemento innovativo del Programma regionale degli interventi in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali 2015-2017 – sia favorendo l’avvicinamento di giovani e giovanissimi al patrimonio culturale grazie a iniziative quali Io amo i beni culturali e Quante storie nella Storia, sia attraverso il sistema informativo regionale IBC Archivi.
IBC Archivi rappresenta lo strumento principale a disposizione di enti che conservano archivi storici (in primo luogo comuni e province cui si affiancano istituti culturali di diversa natura e tipologia) per diffondere la conoscenza dei servizi archivistici e del patrimonio documentario verso fasce diversificate di utenza, su diversi livelli di comunicazione.
In esso infatti confluiscono informazioni circa il patrimonio archivistico di ogni ente conservatore e gli strumenti di ricerca che lo descrivono, le sedi e le modalità di accesso, i servizi erogati, le attività svolte, dati che gli enti conservatori censiti sono invitati ad aggiornare annualmente. È stata messa a punto una procedura per l’utilizzo di link stabili a queste informazioni, che possono in tal modo arricchire i siti istituzionali degli enti, spesso privi di qualunque riferimento al proprio servizio archivistico e in particolare all’archivio storico ( 2). Inoltre attualmente circa un quarto degli enti conservatori censiti presenta in IBC Archivi risorse informative sul proprio patrimonio documentario già consultabili o che verranno rese disponibili in un futuro prossimo, e con oltre 620 inventari online il portale si configura già oggi come una fondamentale risorsa per la ricerca. Può essere utilizzato per indagini specialistiche quali ricerche storiche o amministrative oppure per l’ideazione di percorsi didattici: è possibile infatti accedere direttamente alla consultazione delle descrizioni archivistiche ed effettuare ricerche su uno o più archivi e sui relativi soggetti produttori.
Un’altra opportunità è data da Quante storie nella Storia. Settimana della didattica in archivio, che l’IBC promuove dal 2002 in collaborazione con ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana) Sezione Emilia Romagna e Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna: si tratta di un appuntamento annuale, giunto alla XVI edizione, che costituisce per gli istituti culturali che conservano archivi storici una preziosa occasione con cui dare ampia visibilità e diffusione alle esperienze già consolidate di didattica in archivio rivolta sia alle scuole che a un pubblico adulto, e nel contempo per diffondere la conoscenza degli istituti archivistici presso un'utenza non specialistica attraverso iniziative di natura divulgativa. Inoltre nell’ambito della manifestazione gli enti promotori organizzano annualmente seminari di formazione rivolti ad archivisti e docenti, nell’intento di offrire spunti di riflessione ed esempi di utilizzo delle fonti documentarie, che costituiscano nuovi punti di partenza per realizzare percorsi didattici, laboratori, mostre e altre iniziative di divulgazione o approfondimento. Occorre sottolineare che la realizzazione di tali iniziative non sarebbe possibile senza una stretta collaborazione con tutti gli enti e gli operatori che si sono resi via via disponibili a fornire supporto logistico, a tenere docenze e a condurre presso i loro archivi le attività laboratoriali ( 3).
In anni più recenti un notevole impatto nel più ampio contesto dell’educazione al patrimonio culturale è stato ottenuto grazie a Io amo i beni culturali, concorso di idee per la realizzazione di iniziative di valorizzazione dei beni culturali, caratterizzate dal coinvolgimento diretto dei ragazzi. Avviato nell’anno scolastico 2011-2012, è rivolto alle scuole secondarie di I e II grado invitate a presentare progetti in partenariato con musei e archivi dell’Emilia-Romagna. Nelle scorse edizioni vi hanno preso parte centinaia di scuole, istituti culturali, associazioni e altre realtà territoriali coinvolgendo migliaia di studenti. I progetti selezionati si contraddistinguono, oltre che per la partecipazione attiva dei ragazzi nelle varie fasi di progettazione e realizzazione, per l’esteso (in numero e varietà) partenariato di istituti scolastici e culturali, sia per il coinvolgimento di associazioni e istituzioni locali con diffusione capillare sul territorio. Da segnalare la presenza di una nutrita quantità di progetti volti alla valorizzazione del territorio rurale e dei prodotti agroalimentari regionali, stimolata anche dalla collaborazione con l’Assessorato all’agricoltura caccia e pesca. Molto significativa è la ricca documentazione a supporto: schede progetto, documentazione fotografica e audiovisiva, oltre alle schede-progetto contenute nell’area documentazione del MOdE, Museo Officina dell’Educazione dell’Università di Bologna, con affondi sugli aspetti pedagogici particolarmente interessanti per i docenti ( 4).
Allargando lo sguardo alle opportunità offerte direttamente dalla Regione Emilia-Romagna va ricordato innanzitutto il pluriennale impegno dell’Assemblea Legislativa per la promozione e diffusione di una cultura dei diritti, della legalità e della cittadinanza attiva: numerose sono le attività intraprese volte a rendere protagonisti i giovani, fornendo loro occasioni di apprendimento e di esercizio attivo dei diritti di cittadinanza, nonché a creare e consolidare una rete di relazioni stabili con tutti i soggetti in tal senso impegnati. Particolarmente interessante risulta il percorso progettuale conCittadini , che si rivolge alle realtà scolastiche e di aggregazione giovanile, agli enti locali, alle associazioni e istituzioni del territorio emiliano-romagnolo: accanto alle tradizionali aree tematiche di azione – Memoria, Diritti e Legalità – si è affiancata dal 2014-15 anche l’area Patrimonio (6).
Per concludere citiamo la recente Legge regionale n. 3 del 3 marzo 2016 Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna, che istituisce bandi annuali rivolti a comuni ed unioni di comuni, Istituti storici presenti sul territorio regionale associati o collegati alla rete INSMLI, istituzioni, associazioni ed enti morali senza fine di lucro a sostegno di iniziative culturali, didattiche e formative sulla memoria e la storia del Novecento in Emilia-Romagna nonché della valorizzazione dei luoghi della memoria e dei percorsi regionali collegati, onde mantenere viva, approfondire e divulgare “la memoria degli avvenimenti, delle persone e dei luoghi, dei processi storici e delle transizioni, affinché dalla storia si possano trarre insegnamenti per le generazioni attuali e future e sviluppare cittadinanza attiva e senso civico”. (M.C.)
1 Quadro normativo di riferimento:
- D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio e s.m.
- L.R. 18/2000 Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali e s.m.
- Programma regionale degli interventi in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali 2015 – 2017
- Direttiva sugli standard e obiettivi di qualità per biblioteche, archivi storici e musei (del. GR n. 309/2003)
2 Procedura per l'utilizzo dei link stabili di IBC Archivi a scheda conservatore, complesso archivistico e inventario online
3 Quante storie nella Storia: consulta i programmi delle edizioni 2002-2016 e i programmi e i materiali dei seminari
4 Io amo i beni culturali: La storia, i progetti, la documentazione
Biblioteche e piano regionale. Profili progettuali e di servizio
La legge regionale n. 18 del 2000 in materia di archivi storici, biblioteche, musei e beni culturali prevede che la Giunta regionale approvi annualmente, su proposta dell’Istituto per i beni culturali dell’Ente, la suddivisione dei fondi annuali per la programmazione degli istituti culturali, che si concretizza in due atti amministrativi, il “piano bibliotecario” e il “piano museale”. Gli obiettivi prioritari sono il potenziamento, lo sviluppo e la qualificazione dei servizi, la predisposizione di nuovi servizi e allestimenti, l’adeguamento delle sedi e delle dotazioni tecnologiche, il miglioramento degli spazi, la valorizzazione del patrimonio e la realizzazione di iniziative culturali.
In questa sede esporremo sinteticamente alcuni elementi riguardanti la progettazione degli interventi nelle biblioteche, emersi dall’esame istruttorio delle proposte presentate dagli enti locali per la formazione del piano bibliotecario 2016, con particolare riferimento ai progetti per le strutture e i servizi (relativi alla scheda “A”: sedi, arredi, attrezzature) e per la valorizzazione e la promozione (scheda “B”).
Poiché il “Programma regionale degli interventi in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali (Legge regionale 24 marzo 2000, n. 18). Obiettivi e azioni prioritarie, strumenti e modalità di intervento per il triennio 2015–2017” (le cosiddette “linee triennali”, che orientano i vari livelli del processo di pianificazione) prevede che la verifica del raggiungimento degli obiettivi prioritari che concorrono al miglioramento dell’organizzazione bibliotecaria regionale avvenga mediante l’utilizzo di alcuni indicatori (impatto, prestito, circolazione), ci si soffermerà preliminarmente a fornire il quadro dei principali risultati di servizio finora raggiunti dalle biblioteche degli enti locali della regione, al fine di delinearne una sorta di “carta d’identità”, sulla base degli ultimi dati disponibili, relativi al triennio 2012-2014.
Profili di servizio
Di seguito, dunque, vengono esposti alcuni dati, aggregati a livello regionale, relativamente agli indicatori sopra citati – aggiungendovi, per un quadro più esaustivo, l’indice del patrimonio – estrapolati e/o elaborati a partire dal Sistema informativo biblioteche della Regione Emilia-Romagna (SIBIB) e riferiti alle biblioteche generali e per ragazzi di ente locale (denominabili in ambito biblioteconomico, a seconda degli autori, “biblioteche di base” o di “pubblica lettura” o d’“informazione generale”), premettendo che sono il risultato di calcoli effettuati avendo come riferimento la popolazione complessiva, non solo quella riferita ai comuni con biblioteca, ritenendo infatti che la responsabilità di servizio delle biblioteche pubbliche di base sia da rivendicare nei confronti dell’intero bacino d’utenza potenziale.
L’indice della dotazione documentaria (cioè il numero di documenti per abitante) è in leggero aumento: dai 2,9 del 2012 ai 3,1 del 2014 (passando il totale dei documenti a disposizione del pubblico nelle biblioteche di base della regione da poco più di 13 ad oltre 13,6 milioni), quindi ben oltre lo standard obiettivo regionale, pari a 1,5 documenti/abitante; va tuttavia evidenziato che questi dati si riferiscono alla dotazione complessiva e che considerazioni diverse potrebbero dedursi commentando estrapolazioni più circoscritte riferite al patrimonio posseduto pubblicato negli ultimi 15 anni, in relazione al concetto di “freschezza delle collezioni”, la cui applicazione risulta condizionata dai tagli generalizzati ai bilanci delle biblioteche, in particolare agli acquisti per il rinnovo (o anche solo il mantenimento) delle dotazioni librarie e documentarie. Stabile appare anche l’indice di impatto (il numero di iscritti attivi in rapporto alla popolazione): poco oltre i 13 iscritti attivi ogni 100 abitanti nel triennio considerato (lo standard obiettivo è di 15); empiricamente, emerge la percezione che una porzione significativa degli utenti sia attiva contemporaneamente in più biblioteche, nella stessa provincia o in province contigue (fenomeno questo legato alla mobilità degli utenti, in particolare se trattasi di studenti, di lavoratori pendolari, etc.). In leggero aumento l’indice di prestito (numero di prestiti per abitante), da 1,4 del 2012 a 1,5 nel 2014, in linea con lo standard regionale, a fronte di un dato complessivo imponente: oltre 6.700.000 prestiti nel 2014 effettuati dalle biblioteche di base, a cui bisognerebbe aggiungere, per una valutazione globale del servizio svolto dall’organizzazione bibliotecaria regionale, il prestito delle biblioteche universitarie, scolastiche, specializzate, etc. L’indice di circolazione (relaziona il n. dei prestiti con la dotazione documentaria), riferito al patrimonio documentario totale, risulta inalterato a 0,5 prestiti per documento (in assenza di uno standard regionale, come termine di paragone essere assunto quello del dato medio derivante dall’indagine AIB del 2000, oscillante da 0,7 a 1,5).
Il quadro di servizio che emerge dall’esame di questi indicatori appare quindi, nel triennio, sostanzialmente stabile, nonostante il difficile contesto finanziario e amministrativo in cui si trovano ad operare le pubbliche amministrazioni nel nostro Paese. Inoltre, nonostante la loro essenzialità, le statistiche illustrate dovrebbero rendere evidente come sia auspicabile la piena collaborazione dei bibliotecari nelle fasi di rilevamento e aggiornamento dei dati nel sistema informativo, al fine di assicurare la continuità del monitoraggio e quindi la possibilità di lettura dei dati in serie storiche.
Profili progettuali
Le 151 domande delle schede “A” e “B”, presentate sul piano bibliotecario 2016 da 110 enti locali emiliano-romagnoli, evidenziano una notevole vitalità progettuale da parte delle biblioteche e delle relative amministrazioni comunali, pur in un contesto di forte difficoltà finanziaria e di una sempre più manifesta carenza di risorse umane professionalmente dedicate alla mission della biblioteca. Si sottolinea in particolare la volontà di rinnovamento delle strutture, di adeguarle alle nuove esigenze dei vari pubblici (reali, potenziali o anche solo “latenti”), di vivacizzarle e di renderle maggiormente fruibili.
Azzardando una sorta di classificazione tipologica degli interventi a partire dai 94 progetti di tipo “A” – sedi, arredi e attrezzature – (proposti da 88 enti), si nota come questi siano stati finalizzati a riqualificare spazi e servizi esistenti e ad aprire nuove sedi (anche in complessi monumentali, previo restauro), mediante acquisizioni di arredi e attrezzature, la predisposizione di nuovi allestimenti (comprensivi di segnaletica di orientamento, anche in lingue straniere) e il potenziamento delle dotazioni tecnologiche. Sempre in questo ambito, le proposte denotano un deciso orientamento all’utenza e alla fruizione dei servizi, con particolare impegno per l’allestimento di aree user-friendly per l’accoglienza del pubblico, il reference e l’esposizione di novità, di spazi di socializzazione e di “decantazione” (con lo scopo di assicurare più elevati livelli di benessere ai frequentatori che permangono in biblioteca per molte ore), di nuove sezioni tematiche, di zone internet e multimediali (con relativo rinnovamento delle dotazioni tecnologiche: reti wi-fi, postazioni informatiche e audiovisive, sistemi di gestione della navigazione in rete, strumentazioni per utenti diversamente abili, pc, tablet, nuove tecnologie e contenuti digitali); non è mancata l’attenzione verso le più “tradizionali” sale di studio, di consultazione, le sezioni locali, le emeroteche, i depositi, gli spazi per i ragazzi e gli angoli morbidi per i più piccini, i servizi di prestito (tecnologie Rfid, sistemi di auto-prestito e varchi antitaccheggio); in contesti di ristrutturazione o di riallestimento degli spazi e per nuove sedi, sono stati inseriti importanti adeguamenti strutturali per l’eliminazione delle barriere architettoniche e l’adeguamento degli impianti (finalizzati in particolare al miglioramento dell’illuminazione e al risparmio energetico e non solo opere destinate meramente alla certificazione e alla messa a norma).
Anche le 57 domande di tipo “B” (valorizzazione e promozione) si caratterizzano per una notevole vivacità progettuale. Attraverso l’organizzazione di mostre, eventi, narrazioni e letture, spettacoli, laboratori, incontri, presentazioni, visite guidate, proiezioni, vetrine tematiche, festival, etc., i 51 enti proponenti (singoli istituti e sistemi bibliotecari) hanno inteso focalizzare l’attenzione del pubblico sulle peculiarità delle strutture e le attività in esse svolte, sulle dotazioni documentarie possedute e sui servizi erogabili. Senza pretese di esaustività e in via esemplificativa, si può evidenziare come la qualità progettuale delle domande pervenute si sia espressa mediante proposte di mostre documentarie riguardanti i diversi segmenti del patrimonio documentario posseduto (antico, moderno e contemporaneo), rivelando un’attenzione particolare per la valorizzazione e la promozione delle nuove dotazioni documentarie (libri elettronici e digitali, videogiochi, libri per la comunicazione aumentativa alternativa); di attività per la promozione delle biblioteche in rapporto ai luoghi, alla storia e alla natura del proprio territorio di appartenenza; iniziative didattiche su particolari materie (di norma, legate ai propri patrimoni o al territorio) come arte, astronomia, filosofia; di promozione della lettura (laboratori di lettura e sul libro, tornei e maratone di lettura, festival di letteratura, incontri e interviste con gli autori, presentazioni di opere e generi letterari, consigli di lettura, recensioni, etc.), anche mediante proposte “speciali” per i vari pubblici (primissima infanzia, bambini, ragazzi, adolescenti, genitori) o su particolari tematiche (legalità, ambiente, sentimenti, viaggi, gastronomia, storia locale, etc.) e generi letterari (giallo, noir, horror …).
Al fine di rendere complessivamente compatibili gli interventi proposti dai Comuni con le risorse a disposizione – a fronte di richieste così cospicue e articolate – si è resa indispensabile operare una valutazione selettiva, effettuata sulla base di una serie di criteri: il livello qualitativo delle proposte (coerenza rispetto alle azioni prioritarie delle linee triennali, l’organicità, la definizione e la delimitazione degli interventi, la rilevanza del progetto anche in un’ottica di equilibrio territoriale), il grado di esecutività (livello della progettazione e cronoprogramma adeguati ad assicurare la cosiddetta “cantierabilità” degli interventi), il grado di sostenibilità finanziaria (copertura finanziaria dell’ente proponente e livello di onerosità della richieste, in modo che l’intervento possa essere realizzato indipendentemente dall’entità del contributo assegnato), la rispondenza delle strutture proponenti alla normativa (rispetto dei princìpi fondamentali dell’organizzazione bibliotecaria regionale e grado di rispondenza agli standard e agli obiettivi di qualità regionali).
A seguito della selezione, il “profilo medio” dei 52 progetti di tipo “A” beneficiari del contributo regionale è risultato attestarsi su proposte dal costo di circa 37.500 euro, finanziate dalla Regione per una quota di €. 11.400 circa (30,4% del costo medio dei progetti, per un importo complessivo di contributi assegnati di oltre 596.000 euro); quello dei 37 progetti di tipo “B” finanziati, invece, si è aggirato su progetti dal costo medio di 17.300 euro, sostenuti da €. 7100 di contributo regionale (41% sul costo medio del singolo progetto, per un totale di €. 264.300 di contributi assegnati).
Si può quindi concludere che il corretto dimensionamento dei progetti, la delimitazione e la finalizzazione dell’oggetto degli interventi, la quantificazione realistica dei costi e delle richieste di contributo – e la conseguente valutazione prudenziale della sostenibilità finanziaria complessiva – abbiano rappresentato gli elementi determinanti al fine dell’assegnazione e della quantificazione dei contributi, la cui entità è stata commisurata alla disponibilità finanziaria assegnata all’IBACN, anche in rapporto alla necessità di sostenere una rete bibliotecaria territorialmente ampia e articolata. (G.V.)
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