Rivista "IBC" XXII, 2014, 1
Dossier: Pane e Internet in biblioteca
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Questa breve introduzione vuole dare qualche cenno sulle modalità con cui, in questi anni, la Regione Emilia-Romagna ha tradotto il proprio impegno per contribuire come territorio all'innovazione dei sistemi di rete, un settore particolarmente rilevante, che nel prossimo futuro farà sicuramente la differenza sul valore competitivo di questa nostra comunità.
La Regione ha investito nell'ultimo decennio risorse, tempo e professionalità per costruire una rete regionale di cui si è fatta promotrice, insieme alle autonomie locali, per superare il divario digitale di base connettendo alla banda larga tutti i territori e le comunità locali.
La cooperazione territoriale è stata ed è un punto di forza dell'Emilia-Romagna e ha determinato la differenza dal punto di vista dell'esperienza e del metodo, coinvolgendo tutti gli attori fin dall'inizio e responsabilizzandoli a vicenda su una scommessa: riuscire in tempi ragionevolmente brevi a tenere il passo con l'innovazione tecnologica, sapendo che proprio la pubblica amministrazione deve essere la prima a introdurre innovazione, verso sé stessa e verso i cittadini.
Da questo punto di vista possiamo dire che alcuni risultati significativi sono stati messi a segno. Con la rete regionale e attraverso "Lepida" abbiamo connesso tutti i territori e le comunità, e con il 2014 dovremmo esaurire il divario digitale di base connettendo anche i territori più marginali. Un obiettivo che è stato raggiunto perché lo abbiamo fatto insieme alle autonomie locali e, negli ultimi anni, anche con la forte collaborazione finanziaria del governo.
Ovviamente annullare il divario digitale di base significa porsi nuovi problemi: quelli connessi alla continua evoluzione tecnologica che comporta l'uso di una sempre maggiore connettività, e conseguentemente una maggiore domanda di banda e una più ampia capacità di risposta della rete. Capacità di risposta nei confronti di tutto il nostro sistema economico e sociale, in particolare del nostro sistema imprenditoriale, costituito principalmente da piccole e medie imprese che hanno difficoltà e diffidenze nell'accedere a questo tipo di servizi.
In questo contesto va da sé che una rete è tanto più efficace ed efficiente quanto più in essa circolano contenuti e servizi di qualità e quanto più è alto il loro grado di utilizzo. Affinché ciò avvenga è necessario abilitare i cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione all'uso della rete attraverso la diffusione della conoscenza e la formazione. I cittadini devono possedere quella capacità e facilità d'uso degli strumenti che consenta loro di cogliere tutte le opportunità e le potenzialità dell'innovazione tecnologica.
Il "Piano telematico regionale" triennale, che corrisponde all'agenda digitale regionale in linea con quella nazionale e coerente con gli obiettivi europei, affronta il problema dell'innovazione tecnologica dal punto di vista dei diritti; in particolare pone l'accento sul diritto a essere pienamente "cittadini digitali", che significa avere il diritto alla connettività, alla conoscenza degli strumenti fondamentali, ai servizi che sempre più saranno spostati nella dimensione digitale, all'informazione che sempre più circola via rete. La Regione, le comunità locali, i centri urbani e le città dovranno insieme esercitare la parte fondamentale per diffondere e utilizzare le tecnologie e i servizi.
Quando parliamo di diritti nell'ambito della società dell'informazione e della conoscenza si affaccia un problema molto serio, quello della democrazia digitale: corriamo il rischio di produrre nuove marginalità, nuove emarginazioni, un rischio che non possiamo permetterci, che anzi bisogna contrastare. L'innovazione tecnologica consente una maggiore diffusione di opportunità, di conoscenza, di lavoro, di relazioni, a patto che tutti quanti siano messi nelle stesse condizioni: questo è il problema che ci poniamo da qualche tempo e che riteniamo sarà fondante risolvere nei prossimi anni.
Per questo abbiamo bisogno di amministrazioni pubbliche che siano in grado di diffondere conoscenza e che favoriscano l'accessibilità ai servizi e alle tecnologie, anche organizzandosi dal punto di vista infrastrutturale. In questo senso stiamo lavorando sulla concentrazione dei data center della pubblica amministrazione al fine di costruire una rete sempre più affidabile e sostenibile nella gestione: si tratta di imparare dalle buone pratiche che le amministrazioni locali hanno cominciato a diffondere e fare in modo che le pratiche diventino un'azione strutturata e stabile nel tempo, quindi un sistema aperto che è in grado di imparare da sé stesso, dall'esperienza, e soprattutto dalla conoscenza della domanda di servizi che i cittadini pongono alla pubblica amministrazione.
Per favorire la diffusione del sapere digitale abbiamo iniziato a collegare le scuole con la banda ultralarga: sono ormai 150 gli istituti dotati di connessione, ma l'obiettivo è connettere progressivamente tutte le scuole della nostra regione. Scuole, università, famiglie, centri di aggregazione, enti di formazione, biblioteche sono i luoghi dove esercitare una formazione diffusa e dove far crescere la consapevolezza degli strumenti a disposizione dei cittadini e del sistema economico.
Saper utilizzare strumenti digitali, a un livello anche basilare ma comunque adeguato allo scopo, è una condizione oggigiorno sempre più necessaria per partecipare alle dinamiche sociali, economiche e politiche della realtà in cui viviamo e per esercitare i nuovi diritti legati proprio alla pervasività del digitale.
Formazione e istruzione richiedono la presenza di professionalità sempre aggiornate, vista l'evoluzione continua degli strumenti tecnologici. La "formazione dei formatori" diviene dunque necessaria e indispensabile per costruire un sistema permanente per le competenze digitali.
L'azione denominata "Pane e Internet", di cui si occupa questo dossier, concorre a costruire una rete del sapere digitale che sia in grado di abilitare i cittadini all'uso della rete tecnologica, dei suoi contenuti e dei suoi servizi. Viste le condizioni attuali della finanza pubblica, la Regione dovrà far leva sempre di più anche sulla disponibilità dei portatori di interessi e degli operatori della conoscenza, perché questa sfida, che riguarda le possibilità di competizione futura della nostra comunità regionale, va vinta da tutti insieme.
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