Rivista "IBC" XXII, 2014, 1

musei e beni culturali / mostre e rassegne, storie e personaggi

“Giovanni Battista Amici: ottico, astronomo, naturalista”, Modena, Foro Boario, 29 gennaio - 20 febbraio 2014; Palazzo del Rettorato, 11 aprile - 17 maggio 2014.
Nella camera di Amici

Galileo Dallolio
[Gruppo di studi "Fluttuanti - Finale Emilia - 2012"]

A Giovanni Battista Amici – ottico, astronomo, naturalista (Modena, 1786 - Firenze, 1863) – nel 150° della morte è dedicata un’importante mostra, curata da Elena Corradini, del Dipartimento di ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio, e da Alberto Meschiari, docente di Filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Già allestita al Foro Boario di Modena dal 29 gennaio al 20 febbraio 2014, l’esposizione ha avuto un’edizione fiorentina (dall’1 al 23 marzo al Museo di storia naturale, dove lo scienziato ha lavorato per trent’anni) per tornare a Modena dal 23 marzo al 17 maggio (al Palazzo dell’Università) e ripartire alla volta di Viterbo, dove resterà dal 21 maggio al 6 giugno.

Nel sito web realizzato da Alberto Meschiari si legge che Amici è stato il più importante costruttore italiano di strumenti scientifici ottici dell’Ottocento e uno dei maggiori del suo tempo nel panorama internazionale, dando contributi fondamentali soprattutto nel campo dell’ottica microscopica con il perfezionamento del moderno microscopio composto catadiottrico e acromatico (gbamici.sns.it). L’esposizione offre una buona occasione per conoscere la storia del pensiero e della pratica scientifica nei due secoli successivi alla scomparsa di Galileo Galilei (1643). Se nel 1610 Galileo pubblicava il Sidereus Nuncius, primo trattato scientifico basato su osservazioni astronomiche realizzate con l’aiuto di un cannocchiale, due secoli dopo, nel 1811, Amici consegna a Brera il più grande riflettore mai costruito in Italia e nel 1831 è invitato dal Granduca di Toscana Leopoldo II a diventare astronomo presso l’Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze, con il titolo nominale aggiunto di professore di Astronomia all’Università di Pisa.

La mostra permette di immergersi nella vita dello scienziato e di conoscere la comunità scientifica dell’epoca, a cominciare dai profili dei visitatori che Amici ritraeva con una camera lucida di sua invenzione. Osservando il campione degli strumenti esposti, scelti fra gli oltre 400 prodotti e venduti in tutta Europa, e leggendo i pannelli, ci si fa un’idea delle tante applicazioni pratiche che la scienza permetteva e delle competenze necessarie per realizzarle: quelle degli artigiani che sapevano trattare il metallo, quelle dei vetrai per creare e molare le lenti, quelle dei ceroplastici per tradurre in modo accuratissimo quanto l’occhio di Amici stava vedendo e disegnando.

Amplissima la bibliografia: nel 1989 l’Accademia nazionale di scienze lettere e arti di Modena e la Società italiana di fisica (con sede a Bologna) dedicarono ad Amici il convegno “La Scienza degli strumenti”, e dal 2006 è disponibile l’edizione nazionale delle sue opere e della sua corrispondenza.



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